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Sulle Tracce degli scrittori di Federico De Nardi, Aurelia edizioni di Asolo
fotonotizie per la stampa: Marcellino Radogna
Direttore Federico De Nardi www.abcveneto.com Domenica 1 giugno  2008
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Dai derivati a Ryan Air, benvenuti nella Reportdemocrazia italiana

Alberto Leoncini

14 ottobre 2007, Report in prima serata mette a nudo una briciola del potere che la finanza internazionale ha sulle nostre vite a partire dalle municipalità e dalle regioni che si sono fatte abbindolare più o meno consapevolmente da contratti capestro e bustarelle varie, con l’altisonante etichetta di “derivati”. 27 aprile 2008 sempre Report parla di aeroporti, dimostrando che, dietro alle tariffe cosiddette scontate di operatori low-cost, Ryan Air in primis, ci stanno pingui finanziamenti, nei fatti pubblici, senza poi dover calcolare alcune diseconomie come la distanza degli aeroporti ai centri abitati, i costi sociali enormi e, dulcis in fundo, vari servizi non compresi come l’assicurazione, il trasporto bagagli etc… 18 maggio 2008, viene data la notizia di una “società” svedese (JAK) che ha aperto una nuova strada per il credito, facendo propria una tendenza di molti economisti di considerare come non dovuti gli interessi passivi alle banche.

Solo questi esempi danno la cifra, a mio modo di vedere dell’abnorme deficit informativo della televisione. Le informazioni che citavo sono briciole di informazione, ma che con l’informazione vera, consapevole e documentata c’entrano come i proverbiali cavoli a merenda. E’ spaventoso a mio modo di vedere che quelle informazioni e dati siano poi ripresi per giorni su siti internet, youtube, forum, giornali cartacei e, fatto ancor più grave, che i politici si inseguano in una ridda di dichiarazioni dopo la trasmissione, facendo finta di cadere dalla nuvole. E’ una consapevole menzogna, perché, chi sia minimamente addentro queste problematiche, già le conosce e le conosce nelle loro reali dimensioni, ben più articolate dei pochi minuti delle interviste che appaiono in trasmissione. L’operazione compiuta in quella sede è solo quella di aprire parzialmente gli occhi ad una fascia ampia di popolazione, ma per favore non si parli di informazione alternativa o di giornalismo di frontiera. Viene solo annunciata alla comunità scientifica la strabiliante scoperta dell’acqua calda. Ho citato questi tre casi perché al riguardo ho una competenza che potremmo definire “un po’ maggiore di quella dell’uomo della strada”, pertanto credo che, anche negli altri temi, possa ben dirsi verificata la mia analisi.

Personalmente non ho nulla contro “Report” o la sua conduttrice, quantunque i coni d’ombra ci siano, a partire dalle accuse di Paolo Barnard che ancora devono trovare, per quello che ho potuto verificare, una smentita o una chiarificazione definitiva, tuttavia ciò che mi preme sottolineare è che, se da un lato la televisione ha un potere di controllo e penetrazione le cui dimensioni sono difficilmente descrivibili è parimenti vero che non può non esserci la consapevolezza da parte di chi guardi quel tipo di trasmissioni che queste equivalgono, nel migliore dei casi, all’ora d’aria per un ergastolano. Senza dimenticare il fatto che per godere di quell’ora d’aria si paga un canone tutt’altro che irrilevante.

Siamo continuamente distratti da specchietti per le allodole, a partire dalla crisi Alitalia, quando parimenti ci sono società (vedi le Ferrovie) che presentano bilanci ben più difficili, con vantaggi solo per quelle realtà che riescono, grazie ai politici conniventi, a mettere le mani sugli asset strategici, che in primis sono molto remunerativi e, in secondo luogo, vanno a sostituire lo Stato nelle sue funzioni essenziali.

RyanairPer approfondire in modo organico il fenomeno Ryan Air, con riferimento anche alle situazioni poco trasparenti concernenti le vicissitudini giudiziarie che la hanno coinvolta a più riprese, consiglio senza dubbio “Ryan Air il prezzo del low-cost” (Egea Edizioni pp. 300 www.egeaonline.it € 19,00) . Si tratta di un’inchiesta scritta da Siobhan Creaton, giornalista irlandese, ma non per questo colpevole di parzialità, proprio perché Ryan Air ha sempre molto giocato sul disinteresse verso le “bandiere”, che si è presa la briga di ricostruire le tappe del successo di un brand ormai diventato simbolo di risparmio e convenienza, ma anche di spregiudicate politiche commerciali e dubbie iniziative. Si tratta di un testo molto godibile e ricco di aneddoti, che senza pretese di stringente analisi economica mira a spiegare il perché di un successo basato sull’unica leva del “prezzo”. Le mie perplessità di sistema sono molte, per questo credo che ripercorrere le tappe dello sviluppo di questa aerolinea sia significativo al fine di una analisi più approfondita delle implicazioni che comporta la piccola/grande rivoluzione del “quasi gratis” (e quel quasi è molto eloquente!), con la quale ci si deve indubbiamente confrontare.

Aprire il capitolo banche, equivale, specie in Italia, a sfondare una porta aperta, dal momento che la cosiddetta informazione si limita a dar voce ai poteri forti ed alle banche d’affari, eludendo di parlare delle vessazioni su vasta scala di cui sono vittime cittadini e imprese, ben venga quindi Report, se può costituire un veicolo di trasmissione di spirito dialettico verso la conoscenza, demandando comunque allo spettatore l’approfondimento in un’ottica di rinnovata “gestione della complessità” che costituisce, a mio modo di vedere, la vera sfida per il cittadino del terzo millennio.

Alberto Leoncini

V anno,  2008
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