|
|||
Direttore Federico De Nardi | Sabato 21 giugno 2008 | ||
Abcveneto Sabato 21 giugno all’Abbazia di San Zeno di Verona. Primo dei tre appuntamenti con “Giardini del Tempo, Risonanze del Paradiso in Terra”, sabato 21 giugno (ore 20) all’Abbazia di San Zeno di Verona. Sarà l’affascinante esempio di architettura romanica nel cuore di Verona ad aprire il terzo percorso tra i luoghi del Sacro e Arte voluto dalla Regione Veneto (dopo “Caminantes” nel 2006 e “Sugli Angeli…. Figure erranti” nel 2007) per indagare nella simbologia religiosa attraverso la musica, la narrazione, gli allestimenti illuminotecnici ed il teatro. Progetto ideato e diretto da Elisabetta Brusa per declinare le diverse forme dell'espressività artistica ed intellettuale in luoghi che per loro conformazione inducono all’avvicinamento del mondo della cultura e mondo della spiritualità, oggi come ieri.Il lapidarium, il chiostro, la chiesa plebana e la chiesa monastica della grande basilica diverranno quattro spazi di riflessione attraverso la musica e la parola, con la narrazione-guida di Marco Maria Tosolini, le voci de Cantori Cantus Anthimi diretti da Livio Picotti impegnati in Laudi e canti che spaziano dal gregoriano al XVI sec. e Les Solistes Européens (inedita formazione composta da straordinari musicisti come Alessandro Fagiuoli, violino; Luca Paccagnella, violoncello; Jérôme Julien-Laferrière, clarinetto e Jean-Pierre Armengaud, pianoforte) che eseguiranno il Quatuor pour la fin du temps di Olivier Messiaen. E’ proprio Marco Maria Tosolini a spiegare che “L’itinerario all’interno di San Zeno parte dal Lapidarium del Chiostro dove le pietre ricordano il limite della morte profana e il riversarsi nel chiostro è il superamento di quest’ultima e la rigenerazione spirituale. Il luogo nel luogo è il sacro “lavabo”, piccola struttura mirabile che, come capsula simbolica e funzionale ad un tempo richiama subito l’importanza dell’elemento principe della mistica: l’acqua. Le divinità più antiche furono fluviali. Le città più belle e pregne di storia nacquero sui fiumi in prossimità di un’isola centrale e protetta al centro della quale spesso sorgeva una chiesa di assoluta importanza. Nel cuore del chiostro quattro linee-sentiero che convergono al centro, raffigurano i quattro fiumi sacri dell’antichità: Phison, Gihon, Tigri, Eufrate secondo il Genesi (2,10-14). All’osservare i “fiumi” del chiostro di San Zeno, dietro al quale scorre possente l’Adige, fa seguito l’ingresso nella basilica. Ancora più significativo è rilevare la leggenda per la quale durante la devastante piena dell’Adige del 589 l’inondazione si bloccò sulla soglia della chiesa, risparmiando i fedeli. Nella parte plebana vive la metafora “concreta” dell’acqua. Questa si nutre della presenza potente del battistero ottogonale che ci ricorda la simbologia di resurrezione e rinascita dell’8, simbolo anche dell’infinito e della perfezione simmetrica. Verso l’abside – rivolta al fiume che scorre – troneggia la balaustra (alla quale Dante immagina si affacci l’abate Gherardo II, coevo del Barbarossa, ad ammonire confratelli accidiosi (Purgatorio, XVIII, 118-145)) della parte monastica, come mondo superior, e l’accesso alla cripta delle 49 colonne dai capitelli diversi – dove riposa San Zeno – come mondo inferior. Dalla balaustra sgorgheranno parole che uniscono la voce profonda della cripta e quella acuta del cielo. Alla fine una musica bellissima, quasi liturgia di cristallo, ispirata all’apocalisse di San Giovanni Evangelista (Il Quartour pour la fin du temps di Messiaen) suggella la dolorosa memoria della perdita del Paradiso. L’arte dialoga quindi con gli spazi del Sacro, come spiega Elisabetta Brusa, che ha ideato e realizzato l’articolato progetto: “Punto di partenza della mistica del giardino monastico è il modello del Paradiso terrestre. Il diletto, la bellezza, la costruzione architettonica e l’utile si fondono qui in un’unità che ripropone percorsi di un’autentica iniziazione ai misteri celesti, in una dialettica continua tra caos, luogo delle forze demoniache e ordine, immagine geometrica del claustrum, specchio del Paradiso. L’impianto cruciforme del giardino del chiostro, infatti, nella sua concezione di giardino di vita perenne, rimanda all’emblema cristologico, con l’albero o la fonte che contrassegnano il centro, protetto da un recinto quadrato, in cui ricorre il significato allegorico del numero 4: quattro i fiumi del Paradiso, quattro le Virtù, quattro i Vangeli… quattro allora i momenti di riflessione in ognuno dei nostri monasteri…” Oltre che nell’Abbazia veronese, il progetto si svolgerà nell’Abbazia di Follina (Treviso, il 28 giugno) e al Santuario della Madonna della Corona di Spiazzi (Ferrara di Monte Baldo, Verona, il 5 luglio). Ingresso libero - Info: cell. 335 6779953 IL PERCORSO Verona, Abbazia di San Zeno 21 giugno 2008 - ore 20.00 Archetipi biblici: dal giardino dell’Eden alla Gerusalemme celeste Lapidarium Desiderio di Paradiso Poetica della parola, Marco Maria Tosolini Chiostro Un luogo reale sulla terra The Lord at first did Adam make, Carol, Davies Gilbert’s West-Country Coll., 1822 Cortese invito di Cristo al Giardino, Lauda polifonica, Tempio armonico della Beatissima Vergine, Giovenale Ancina, 1599 Anime affaticate et sitibonde, Lauda polifonica, Francisco Soto de Langa, c.a 1534-1619 O divina virgo flore, Lauda, Laudario di Cortona, XIII° sec. Rosa das Rosas, Cantiga n° 10, Re Alfonso el Sabio 1221-1284 Deus est ensi conme li pellicans, Chanson pieuse, Thibaut de Champagne Imperayritz de la ciutat ioyosa, Mottetto, Llibre Vermell di Montserrat, XIV° sec. Tra verdi campi e la stagion novella, Nuove laudi ariose, Horatio Vecchi, 1550-1605 Chiesa Plebana Dante in San Zeno Sir Hassirim’Aser Baciami con i baci della tua bocca… Canto ebraico, Cantico dei Cantici Ubi Caritas est vera, Antifona, Gregoriano Mundi renovatio, Sequenza, Bibl.Naz. di Parigi (PBN 14452) O ignis spiritus paracliti, Sequenza, Hildegard von Bingen, 1098-1179 O viridissima virga, Monodia, H. von Bingen Sanctus, Sanctus, Ms. F Apt 16bis, Abey Sainte Anne Chiostro beato e santo, Lauda polifonica, IV° Libro di Laudi di F. Soto, Roma, 1591 Cantori Cantus Anthimi - Livio Picotti, direttore Francesco Alaimo, Antonella Bresolin, Maria Corno, Morena D'este, Stefania Fei, Vincenzo Gervasi, Mario Giaccoboni, Cecilia Gualazzini, Laura Lombardi, Francesco Massidda, Francesca Mori, Giuseppe Sparnacci, Roberta Stefani, Valeria Stenta, Robert Strobl, Alfonsa Toti, Laura Zacchello, Elisabetta Tiso, soprano; Ulrike Wurdak, soprano; Chizuko Yoshida, alto; Matteo Zenatti, tenore, arpa; Fabio Accurso, liuto, arciliuto; Giampaolo Capuzzo, flauti diritti; Giuseppe Paolo Cecere, viella, salterio, ghironda, viola da gamba Poetica della parola, Marco Maria Tosolini Chiesa Monastica Il Paradiso perduto Quatuor pour la fin du temps, Olivier Messiaen I Liturgie de cristal II Vocalise, pour l’Ange qui annonce la fin du Temps III Abîme des oiseaux IV Intermède V Louange à l’Eternité de Jésus VI Danse de la fureur, pour les sept trompettes VII Fouillis d’arcs-en-ciel, pour l’Ange qui annonce la fin du Temps VIII Louange à l’Immortalité de Jésus Les Solistes Européens Alessandro Fagiuoli, violino; Luca Paccagnella, violoncello; Jérôme Julien-Laferrière, clarinetto; Jean-Pierre Armengaud, pianoforte Ingresso libero - Info: cell.335 6779953 Abcveneto |
V anno, 2008
|
|||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||||
|