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Direttore Federico De Nardi www.abcveneto.com Venerdì 2 maggio  2008
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Cina perduta: Mondo antico negli occhi di un missionario

Camilla Bortoluzzi

In un periodo in cui la grande potenza cinese viene costantemente presa in causa come possibile nemico futuro o attuale concorrente economico per l’ Occidente, ecco che a Verona nel Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri, si tiene una mostra fotografica sulla Cina di inizio Novecento..

Una Cina diversa, semplice, senza grandi pretese… una Cina che, nonostante la povertà, si presenta come luogo di innovazioni tecnologiche.

Le immagini affisse alle pareti rappresentano il mondo antico in cui, tra il 1903 e il 1914, ha vissuto Leoni Nani, missionario e fotografo.

Le suddette immagini sono suddivise in sezioni: contesto storico, vita quotidiana, gente, missione e numerosi autoritratti.

Ogni sezione rappresenta quel mondo… si comincia dalle attività lavorative che si svolgevano quotidianamente nei villaggi: la pesca, la caccia, la lavorazione della carta e della seta (attività tra le più antiche al mondo delle quali ha beneficiato anche l’ Occidente). Ogni attività è strettamente correlata alla terra e al suo sfruttamento, l’ acqua, ad esempio, è un elemento naturale indispensabile per il sostentamento della società cinese.

Fiumi, pagode e cormorani, rappresentano tutto ciò che serviva per la sopravvivenza…

Ogni ambito di vita viene immortalato dal nostro fotografo d’ eccezione… ecco per esempio l’ immagine di un dottore che “visita” una donna. L’ azione medica consiste nel sentirle il polso, toccandola dall’ altra parte di un tavolo.

Immagine significativa, che ci dimostra come non solo venissero trattate le donne, ma anche come esse venissero considerate di importanza superficiale nella società, al contrario invece dell’ uomo che veniva sottoposto ad ogni tipo di cura e salvaguardato.

Nani giunge in Cina per diffondere il cristianesimo, ma finirà per adeguarsi lui stesso a questo mondo così diverso.

Questo tentativo di inserimento, lo si nota soprattutto da tutte quelle fotografie che lo ritraggono con addosso la tunica lunga o il cappello largo, tipici di quel periodo.

Molti anche i ritratti di gente normale, colta, non solo durante lo svolgimento di attività lavorative, ma anche in situazioni familiari quotidiane. Vediamo, dunque, l’ immagine di due sposini intenti a parlare, o un gruppo di scolari disposti attorno al proprio maestro.

Dato, inoltre, che il missionario giunge in questa terra lontana durante il crollo dell’ impero e il passaggio alla Repubblica, molte fotografie ritraggono gruppi di soldati disposti in fila o a cavallo.

Nani considera la fotografia, quindi, come un mezzo per conoscere la realtà e, nello stesso tempo, per assolvere a uno dei suoi incarichi, quello di missionario. Acuto osservatore, dotato di sensibilità e ironia, Nani è a tutti gli effetti un giornalista-fotografo, che ci ha restituito una preziosa testimonianza di un mondo lontano, ma non del tutto scomparso.

Camilla Bortoluzzi

V anno,  2008
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