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N. 56, V anno, 2008 Sabato 1 novembre  2008
 
 
 


  Pinocchio in camicia nera: il burattino al servizio del regime

Di Alberto Leoncini

Accingendomi a scrivere ho subito percepito una continuità significativa nel ritrovarmi, a distanza di un mese, nello stesso orizzonte di riferimento: l’indagine storica, storico-culturale, sul fascismo italiano. E vi giungo sempre da prospettive inusuali, di nicchia: ieri la riflessione economica di Ezra Pound, oggi la strumentalizzazione a fini propagandistici del personaggio di Pinocchio, utilizzato per educare le nuove generazioni di fascisti con racconti che lo vedono protagonista nei panni, ‘neri’, del ‘perfetto’ prodotto dell’ideologia.
E’ fresco di stampa "Pinocchio in camicia nera", antologia curata e commentata da Luciano Curreri, critico letterario e docente di letteratura italiana all’Università di Liegi (Belgio). E proprio dal saggio che questi scrive a margine della raccolta voglio estrapolare una felicissima espressione che descrive meglio di ogni altra, a mio avviso, la complessità del contesto storico: “la camicia nera non resta così monocroma”. Il fascismo, in effetti, è un fenomeno politico multiforme e di durata non breve, la cui evoluzione è complessa almeno tanto quanto la sua genesi, ed è di estremo interesse studiarne lo sviluppo anche attraverso le “pinocchiate”, ovvero i testi che discendono dal personaggio del capolavoro di Collodi e che trovano una loro importanza documentaria, se non propriamente letteraria, pure nel Ventennio, dalle sue origini alle sue derive: dalle spedizioni punitive alla Repubblica Sociale Italiana. Insomma, anche Pinocchio, suo malgrado, viene usato per fornire un modello pedagogico; e del resto si tratta pur sempre di un burattino!
Scherzi a parte, la riproposta di Curreri è chiara, avvertita e senza alcuna ambiguità. Chi vorrà ricondurre l’operazione critica del Pinocchio in camicia nera entro le sterili e volgari coordinate del più o meno recente dibattito politico “da piazza” sul Fascismo e/o sulla Resistenza è lontano dallo spirito con cui il curatore ha lavorato: la Postfazione e la Nota ai testi non lasciano dubbi a riguardo. Muovendosi ben al di là dell’universalità più iterata e facile del personaggio Pinocchio, questo libro rappresenta una tessera nel mosaico dello studio della propaganda politica, che specie per il fascismo ha dato luogo ad una folta letteratura e a pubblicazioni di non irrilevante peso. Con spiccata vocazione antologica e senza mai cedere rispetto ai più rigorosi criteri di scientificità, il volume che ci troviamo fra le mani è il nuovo raggiungimento scientifico di un percorso portato avanti da un critico che, con coerenza e originalità, continua a proporci utili piste di lettura (come nel caso delle Farfalle di Madrid, sui narratori italiani e la guerra civile spagnola, uscito l’anno scorso per Bulzoni, già in via di traduzione, e da noi segnalato). Certo, queste piste di lettura possono risultare spiacevoli, a tratti anche non belle, e convenzionali. Ma sono, senza dubbio, utili, perché mettono insieme materiali dispersi, poco noti, e senza pretese totalizzanti e visionarie, siano esse politiche o critiche.

Pinocchio in camicia nera

Nerosubianco Edizioni, Cuneo

€ 12,00 pp. 143

http://www.nerosubianco-cn.com/

Alberto Leoncini


 
 
 
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