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N. 56, V anno, 2008 Sabato 1 novembre  2008
 
 
 


  Luoghi di valore alla Fondazione Benetton

A cura di Virginia Men

Casa delle Fate di Goffredo Parise a Salgareda (TV)La disponibilità e la voglia di rispondere all’appello era dunque ben lontana dall’esaurirsi con la prima edizione del 2007. Dobbiamo anzi prendere atto che la vicenda del cosiddetto concorso Luoghi di valore si è venuta felicemente complicando. Cosiddetto concorso, sì, perché in realtà andrebbe chiamato “grande ricerca collettiva”.

Diamo almeno un’occhiata a queste felici complicazioni. Innanzitutto l’ampiezza della partecipazione, anche semplicemente misurata con il numero delle segnalazioni. Dallo stesso territorio, la provincia di Treviso, sono state 188 a fronte delle 152 del 2007, più di trecento messaggi in due anni, diversissimi tra loro, per scelta, linguaggio, motivazioni, ragioni. Ora insomma sappiamo che un pezzo di società civile si impegna a lavorare intorno a domande che potrebbero apparire sideralmente lontane dalle vere preoccupazioni quotidiane, dalle cose importanti della vita, e che invece sono vicine, urgenti, attuali, perfino centrali nella nostra civiltà. Da qui, da questa curiosa esperienza culturale a contatto con le persone più varie, ci arrivano fonti e documenti che aiutano a capire come il luogo non sia un ambito “intorno” alla persona e alla comunità, o un contesto facoltativo; ma come, al contrario, sia una componente costitutiva della nostra sfera vitale, una sostanza necessaria della condizione umana. Fino, in casi non rari, a considerare e a patire la trasformazione traumatica di un luogo come una perdita, vera e propria perdita di una parte di sé.

Su che cosa fosse un luogo qualcosa si era forse intuito e detto negli anni scorsi: natura, memoria, tensione sociale, condizione umana, invenzione, cura (o degrado), tutte queste cose impastate insieme in una forma e una vita riconoscibili che si svolgono in un ambito territoriale identificabile.
Refrontolo nei Luoghi di Valore della Fondazione BenettonIl valore di un luogo di che cosa è fatto? Questa grande ricerca collettiva ci apre qualche spiraglio. Intravvediamo intanto che si tratta di qualcosa di universale. Ogni luogo, non importa quale, esprime verso qualcuno la sua energia gravitazionale. C’è una persona, un piccolo gruppo, una comunità che lo riconosce come “proprio”, che lo sente appunto come costitutivo di sé. E ci par di capire che questa energia viene in particolare dalla memoria, dalla conoscenza accumulata nel tempo dalle generazioni precedenti e trasmessa ai testimoni d’oggi. Memoria e conoscenza possono apparire anche come suggestioni, emozioni, affetti, ma sono e restano essenzialmente memoria e conoscenza, e perciò vicinanza, internità, confidenza con la forma e la vita del luogo, con tutto quanto c’è e con tutto quanto c’è stato nel corso del tempo, quello lunghissimo della geologia, quello lungo degli strati delle trasformazioni storiche, quello breve delle tensioni attuali.

Che il valore, questo benedetto valore, risieda nel rapporto stretto ravvicinato conoscitivo confidenziale tra luogo e persona ci pare dimostrato dalla puntualità spaziale e dalla precisione topografica con cui i luoghi vengono segnalati. Una casa, una scuola, una chiesa, un preciso percorso, uno spazio aperto ben conterminato, un ambito naturale. Il rapporto, e dunque il valore, si costruisce per punti, per microcosmi, tutti esposti nella mostra delle segnalazioni del concorso Luoghi di valore 2008.

Mostra aperta da sabato 25 ottobre 2008 a domenica 8 febbraio 2009,
da martedì a domenica, ore 10-20; ingresso libero,
per informazioni e richiesta visite guidate Fondazione Benetton Studi Ricerche,
tel. 0422.5121, fax 0422.579483, luoghidivalore@fbsr.it, www.fbsr.it
Nella mostra sono disponibili tutti i materiali che i partecipanti al concorso hanno consegnato per raccontare i “loro” luoghi di valore, riordinati e allestiti nella prima sala in modo tale da permettere la visione complessiva dei luoghi segnalati e la consultazione di tutta la documentazione cartacea, delle pubblicazioni donate, delle gallerie fotografiche in formato elettronico e dei filmati relativi a ciascuna segnalazione.
Nelle due sale successive sono invece disponibili i materiali elaborati in seguito agli incontri svolti tra il 21 luglio e il 23 settembre con alcuni dei protagonisti. In venticinque luoghi, considerati rappresentativi di tutti quelli proposti, i segnalatori, i proprietari, i responsabili, gli amministratori, gli insegnanti, gli studenti hanno raccontato questa esperienza e il senso dato da ciascuno ai propri luoghi di valore. La mostra ne dà conto attraverso un’ampia documentazione fotografica e audiovisiva.
Come nella prima edizione, i visitatori della mostra sono invitati ad esprimere la propria preferenza per uno dei luoghi segnalati attraverso le cartoline voto.
La Giuria designerà i luoghi meritevoli del riconoscimento di Luoghi di valore 2008 anche tenendo conto delle riflessioni che emergeranno nel corso dell’esposizione. Come previsto dal bando, il riconoscimento sarà motivato dalla Giuria e discusso pubblicamente entro la chiusura della mostra.

Supervisione Domenico Luciani
Coordinamento Simonetta Zanon
Giuria del concorso Carmen Añón, Domenico Luciani, Monique Mosser, Lionello Puppi
invitati permanenti ai lavori della giuria Margherita Azzi Visentini, Hervé Brunon, Luigi Latini, José Tito Rojo, Massimo Venturi Ferriolo

Collaborazione alla verifica delle segnalazioni Antonio Bonotto, Michela De Poli, Flaminia Palminteri, Corrado Piccoli, Marco Tamaro, Diego Tomasi

Progetto mostra Corrado Piccoli con Diana Gentili, Giulia Menegatti e Simonetta Zanon
elaborazioni cartografiche Massimo Rossi
Interviste Domenico Luciani
Fotografie Corrado Piccoli
Riprese, montaggio filmati e software audiovisivi Gianni Maddalon con Federico Fabbri, Federica Fogal,Augusto Garbellotto, Massimo Toniato e Federica Zangani
pieghevole mostra a cura della Fondazione, impaginazione Daniela Colaci
relazioni con la stampa Chiara Bazzo e Evelina Bazzo (Umbrella, Treviso)
supporto tecnico Maurizio Spigariol, Lucio Montagner, segreteria della Fondazione

A cura di Virginia Men


 
 
 
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