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N. 55, V anno, 2008 Mercoledì 1 ottobre  2008
 
 
 


  SESSO e Islam

Raffaella Biasi

La nostra terra veneta ha fatto spesso parlare di sé per le sue libere abitudini sessuali, spesso confinanti con orge multiple e sovrapposte, scambi di coppia e giornali porno venduti ad adulti e adolescenti. Le strade principali sono intasate dalla prostituzione, le canzoni e i video sono sempre più spinti. La liberazione sessuale, molto richiesta un tempo, ha preso una piega poco equilibrata. Il sesso è divenuto un modo di usufruire di sé piuttosto legato alla prosecuzione della ginnastica che si fa in palestra. Non che in oriente questo non esista, anzi. Ma è estremamente interessante addentrarsi nella mentalità ‘sessuale’ dei paesi islamici, per percepirne le differenze. In occidente il concetto di sessualità, nasce dal concetto di peccato e di colpa per poi evolversi come bisogno di prosecuzione della specie e poi ancora nel concetto di puro momento di soddisfazione edonistica e narcisistica. In oriente esso è legato piuttosto all’intimità corporea e all’interesse per la procreazione da favorire in qualsiasi modo, anche perché accresce la umma. Nel mondo arabo il sesso all’interno del matrimonio è visto come un modo per non peccare all’esterno (remedium concupiscentiae) e vengono attivate tutte quelle ‘tecniche seduttive ‘ che invece qui da noi sono dimenticate. Infatti i negozi e i suq pullulano di bancarelle con dei fantasiosissimi e meravigliosi abitini da indossare in casa. Invece in occidente il desiderio viene attivato dal gusto della conquista di un nuovo ‘animale da scoprire’ che, una volta scoperto, viene velocemente abbandonato per noia.
Nel mondo islamico, nella coppia odierna, la donna è ancora sensualmente bramata con amore languido e romantico, con tutta l’istintività ormai introvabile qui, poichè questo è il paese della razionalità. Insomma vige ancora il romanticismo e l’istintività. Le cose cambiano, però, quando dall’innamoramento si passa al matrimonio, poichè si da per scontato un ruolo più passivo della donna. E quindi le decisioni ultime sono del maschio. Per esempio non è che le donne vengano ‘forzate’ fisicamente a sottoporsi alle decisioni maschili, vi è piuttosto un convincimento all’accettazione dei concetti di ‘ruolo’ tipiche del mondo islamico, da cui si evince che tutto quello che viene scelto è per il bene loro, della famiglia e della società e quindi è conforme al massimo bene divino. Ma la visione del mondo dell’uomo mediorientale piace alla donne occidentali, specie nei punti in cui l’uomo occidentale è debole: allontanamento delle responsabilità, poca disponibilità affettiva, accettazione dei corpi anche con i loro difetti. Per esempio le donne si sentono desiderate e amate nonostante le rotondità, perché avranno comunque, secondo l’usanza e la Legge, una protezione a vita, un marito e dei figli. La sessualità insegnata dall’islam è una faccenda da vivere dentro le mura domestiche, senza sbandierarla per la strada con vestiti provocanti o atteggiamenti esteriori, ma è comunque vissuta con la passione e la totalità dei rapporti totalizzanti e unici, proprio per la rigida morale che di coppia che viene insegnata dalle usanze musulmane.

Raffaella Biasi


 
 
 
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