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N. 54, V anno, 2008 Lunedì 1 settembre  2008
 
 
 


  Una pentola a pressione chiamata Italia. Con la valvola otturata.

Alberto Leoncini

Cari cittadini, iniziate il conto alla rovescia: fra ventun giorni inizia l’autunno, periodo nel quale dovrebbero venire a galla tutti i problemi sommersi che l’estate magicamente ha nascosto sotto il tappeto.
Non l’ho mai capita questa teoria, forse funzionerà in chiave “aggregata”, come direbbero gli economisti, ma le rate dei mutui scadono anche in estate, i prezzi aumentano anche in estate, le ingiustizie avvengono anche d’estate…Evidentemente per gli annunciatori dei telegiornali si smette di fare la spesa a giugno e si comincia a settembre… Comunque nel teatrino della politica l’estate rappresenta l’intervallo nello spettacolo: il foyer diventa il Billionaire, passando per le varie feste dei partiti, dove si scopre sempre che i nostri politici vanno tutti d’accordo in un grande abbraccio delle forchette avventate sulla cosa pubblica. Salve ovviamente le sedute notturne di Camera e Senato per approvare alla chetichella ogni sorta di nefandezza: sarà un caso che è stata approvata così la legge finanziaria?
In autunno inizieranno le finte risse in Parlamento, le finte stoccate fra alleati e avversari, il finto ostruzionismo. E i problemi rimangono insoluti. Dalla A di Alitalia alla Z di zootecnia (settore che in Italia sta attraversando una pesante crisi, specie per la filiera suinicola).
I politici a livello nazionale sono ormai una cerchia di amiconi che, in nome del reciproco sostegno, hanno nei fatti stipulato una “pax” che garantisca poltrone ad andamento alternato a ciascuno dei due. Ogni volta che si va a votare vince l’opposizione perché l’elettorato, schifato dalla maggioranza in carica, cercherà scampo dall’altra parte, senza trovarlo lasciando la possibilità all’altra parte di rivincere alla prima occasione utile, elezioni amministrative in primis.. I nostri zelanti rappresentanti (ma io che ho fatto di male per dover dare il mandato di gestire la mia quota di governo a ‘sti qua? Se c’è qualche teoria in merito, prego comunicarmela che mi metto il cuore in pace), però, vogliono fare il passo più lungo della gamba vista la forza con cui, ormai da mesi, tentano di stroncare ogni forma di dissenso: la sinistra è fuori dal Parlamento, la destra non c’è mai entrata, quelli che manifestano sono dei giustizialisti forcaioli, quelli che non vogliono la TAV degli eversivi, i napoletani intossicati e stretti fra la morsa della camorra e quella dei rifiuti degli zotici incivili… E tutto ciò sarebbe ancora nulla, visto che il comitato d’affari di cui sopra ha autoproposto una riforma elettorale per le elezioni europee. Forse non tutti hanno colto la portata della cosa, perché i giornali organici hanno applaudito alla scomparsa dei “piccoli partiti nell’assemblea d’Europa”: le elezioni europee sono l’ultima (e l’unica) consultazione elettorale dove vige un sistema proporzionale puro, in ottemperanza ad un principio che parrebbe ovvio: tot voti, tot seggi.
Ma in nome della governabilità, leggasi “spartizione della torta” (fare troppe fette non piace a nessuno!), i nostri beneamati politici, ovviamente appartenenti ai grandi partiti hanno ben pensato di svuotare una delle tre caratteristiche costituzionali del voto (libertà, eguaglianza, segretezza), nella fattispecie la seconda, visto che il voto di alcuni cittadini conta di più rispetto ad altri: chi vota per noi, cioè legittima il nostro modo di fare politica, può sperare di veder pesare il suo voto, chi decide di uscire dal nostro club vedrà il suo voto disperso e inutile perché i piccoli partiti non hanno possibilità di raggiungere determinati quorum, quindi di eleggere propri rappresentanti. Si noti che anche uno sbarramento al 2% significano milioni di voti! E dunque via con clientele e acquisti di “pacchetti di voti”… Dunque i cittadini, se il progetto andrà in porto, si vedranno espropriati dell’ultima competizione elettorale ad armi (quasi) pari.
Questa estate, però, fra giugno e luglio, hanno avuto luogo i congressi di quella che fu, dato il mortal sospiro, la sinistra arcobaleno. Con rese dei conti e veti incrociati che hanno fatto venire alla luce idee e progettualità politiche che avrebbero diritto di cittadinanza in una bottega da rigattiere.
Ebbene, c’è il concreto rischio che queste forze politiche si vedano estromesse anche dall’assemblea di Strasburgo; verrebbe da dire “ben gli sta” dal momento in cui Rifondazione si è sempre dichiarata favorevole al “sistema tedesco”, che, lo ricordo, prevede uno sbarramento al 5% per le elezioni politiche, sicura di poterci arrivare comodamente.
Hanno pagato cari i due anni nei salotti, non c’è che dire. Ci sono tuttavia due problemi aperti sui quali vorrei concentrare l’attenzione: il primo, quale referente politico può avere chi non condivide questo stato di cose o ne è danneggiato? Il secondo, se i cittadini sono chiamati a partecipare alla vita democratica, non si tratta di una eversione dell’ordine costituzionale quella di imporre sbarramenti così pesanti?
La repressione violenta delle rivolte è sempre stata foriera di disgrazie per i regimi che l’hanno promossa, se non nel medio- breve almeno nel lungo termine; onestamente non so dire se possa essere altrettanto per la repressione con il “guanto di velluto”. A mio personale avviso stiamo passeggiando con un fiammifero in mano in una polveriera, non sappiamo se e quando la polvere verrà toccata dalla fiammella, e non sappiamo nemmeno le conseguenze.

Alberto Leoncini



 
 
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