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N. 54, V anno, 2008 | Lunedì 1 settembre 2008 | ||
Camilla Bortoluzzi Ho impiegato due settimane e mezzo per leggerlo, per divorarlo… per assaporare l’ ultimo sprazzo di vita letteraria di una delle donne più straordinarie che abbiano solcato, con la loro arguzia e il loro coraggio, i secoli XX e XI. Come molti sanno, Un cappello pieno di ciliegie, è l’ ultima opera edita dalla casa editrice Rizzoli (per acquistarlo online, clicca sull'immagine) che la nostra amata Oriana Fallaci ha lasciato al mondo. Un’epopea della sua famiglia della quale traccia il percorso, di generazione in generazione, a partire dal 1700 fino al 1889. Secondo il progetto iniziale (che ha albergato nella sua mente fin da ragazza), la saga si sarebbe dovuta concludere nel 1944, anno in cui, durante una turbolenta notte di bombardamenti, la “cassapanca di Ildebranda”, filo conduttore dell’intera narrazione nonché deposito di oggetti che hanno segnato l’evolversi della famiglia Fallaci, venne tragicamente distrutta. Purtroppo alla narrazione di quella triste notte, Oriana non ci arriverà mai in quanto verrà stroncata molto prima da un cancro, un alieno che albergava in lei ormai da molti anni e che le ha succhiato a poco a poco la vita.
Nonostante il dolore e gli avvenimenti che l’hanno a volte allontanata dal suo progetto (come la tragedia dell’undici settembre e la conseguente stesura dei libri: La forza della ragione, La rabbia e l’ orgoglio e Oriana Fallaci intervista se stessa- l’Apocalisse), il suo “bambino”, come lo definiva lei stessa, ha continuato a crescere. Tutto questo per capire… da dove fosse nata, da cosa derivasse la combattività della sua famiglia, il desiderio di libertà e l’ odio nei confronti dell’ ingiustizia e della tirannia! Ed ecco, attraverso i secoli, ricostruita parte del suo passato, delle molte vite dalle quali è derivata la sua e nelle quali ha ritrovato la sua anima… Storia, avventura e fantasia si uniscono per dar vita ad una saga scritta con cipiglio, attenzione e amore. Un amore profondo che la lega al suo passato, al suo presente e al suo futuro. Nonostante l’intreccio di vite narrate, la narrazione è fluida, mai pedante o incomprensibile, a volte sarcastica, altre volte amara, sempre accorata e precisa. Il libro è stato stampato e diffuso nel luglio 2008 per iniziativa del nipote Edoardo e seguendo le precise indicazioni, lasciate prima di morire, dalla stessa Oriana. Ottocentoquarantasette pagine lette tutte d’un fiato… sono sicura che chi ha amato intensamente questa scrittrice-giornalista come l’ho amata io, non verrà deluso. Buona lettura Camilla Bortoluzzi |
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