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N. 54, V anno, 2008 Lunedì 1 settembre  2008
 
 
 


  Intervista colloquio con lo scrittore trevigiano Marco A. Romano

Maria Ester Nichele

Marco Romano con il suo libroAbcveneto: Ci vuol raccontare come è nata l'idea di scrivere questo libro su un personaggio trevigiano, Tòe il gallerista?

Marco A. Romano: Il progetto parte da lontano. Il fatto è che Toe fa parte della memoria storica non solo di un gruppo ristretto di persone ma di un’intera città, Treviso appunto. Aveva molti amici e alcuni di essi hanno iniziato a pensare come poterlo ricordare. Si sono immaginate varie iniziative: porre una targa nella piazzetta del battistero dove Toe aveva la sua bancarella di libri e quadri, scrivere degli articoli in cui raccontare frammenti delle sue avventure, organizzare una mostra commemorativa grazie alla quale si poteva provare quanto egli fosse stato necessario alla divulgazione e all’evoluzione dell’arte contemporanea nella Marca.

In quest’alveo si inserisce anche il mio libro, “Toe, nell’arte fino al collo” dove quel “…fino al collo” vuole suggerire al lettore quanto, in certi casi, l’arte possa essere croce e delizia della vita di un uomo.

Abcveneto: Lei non lo ha conosciuto, ho capito dal suo libro che si è avvalso dell’aiuto di altre persone che erano amici e artisti che hanno collaborato insieme a lui... dev'essere stato un grosso lavoro di ricerca e di passione?

Marco A. Romano: No infatti io non l’ho mai conosciuto. O, per meglio dire, di lui ho solo un vago ricordo: un omino tutto storto ma sempre di buon umore che gironzolava per il centro di Treviso con qualche quadro sotto al braccio. Non avevo abbastanza materiale per un libro e quindi ho deciso di ascoltare tutti coloro che potevano saperne di più. Ho organizzato una cinquantina di interviste, quasi tutte fissate in osterie o vinerie, l’uomo e il vino hanno un accordo segreto, io credo, e si fidano naturalmente uno dell’altro.
Tecnicamente non è stato affatto semplice capire che forma dare al mio lavoro. Più ci lavoravo e intervistavo i testimoni sulla vita e le avventure di Toe, più mi rendevo conto che quello che mi dicevano non coincideva per niente. Così ho subito abbandonato l’idea di un libro storico o di un piccolo saggio. Avevo in mano una serie infinita di racconti e di varie versioni parzialmente discordanti dello stesso episodio, ma tutte interessanti, sfiziose e attraenti. A questo punto, liberato dal fardello della verità ad ogni costo ho deciso di mescolare il tutto. Io ho smesso di fare il detective e come d'incanto Toe è diventato un personaggio e la sua storia un romanzo. Alla base comunque resta la realtà dei fatti.

Abcveneto: Il libro ha molte espressioni venete molto belle, non ha dimenticato la nostra lingua visto che abita da molti anni a Roma, la sua nuova patria...

Marco A. Romano: Non sono proprio riuscito a rinunciarci. Il dialetto ha una parte importante nel libro, è vero. Il fatto è che certe battute e certi modi di dire, riscritti in italiano perdevano di sapore, di forza espressiva. Io comunque il dialetto non lo conoscevo così bene nemmeno quando vivevo e crescevo a Treviso. Lo capivo questo sì, ma non sarei mai riuscito a scriverlo correttamente senza l'aiuto di un vecchio amico di "madre lingua" che mi ha corretto alcune espressioni.

Abcveneto: Sente nostalgia per la sua terra o la Città Eterna lo fa dimenticare?

Marco A. Romano: Sono ormai partito da molti anni e durante questo periodo trovo Treviso molto cambiata. Mi ero lasciato alle spalle una città che faticava a trovare lo spazio per un qualsiasi tipo di aggregazione giovanile, mancavano le fucine teatrali, i luoghi per la musica live etc... Ho visto gente disperata provare a suonare addirittura nelle gelaterie. Oggi non è più la stessa cosa. Qualcosa si è mosso e nella direzione giusta. Oggi è possibile organizzare, avere una progettualità culturale positiva ed è un gran bene anche perché una città di provincia quando si muove sarà sempre più efficace, capillare e meglio organizzata di una metropoli. A Roma, spesso gli eventi si sovrappongono e perdono di specialità.

Abcveneto, ora passiamo ad altre domande: Cosa ama mangiare quando rientra a Treviso, la cucina trevigina è eccellente, ora poi c'è un ritorno ai nostri piatti di un tempo...

Marco A. Romano: Sulla cucina è una bella lotta, andrebbero sperimentate tutte le province italiane. La cucina locale è una delle reali risorse del nostro paese, all'estero non è così... al massimo ogni nazione ha una o due cucine tipiche. Per quanto mi riguarda sono ghiotto soprattutto di formaggio e di vino buono. Quindi ogni volta che torno nella mia città natale ne faccio incetta ma, ahimè spesso, non faccio a tempo a ripartire che l'ho già finito.

Abcveneto: Quali sono i suoi hobby?

Marco A Romano: Senz'altro la scrittura e la musica. Anzi più che hobby sono due vere passioni. Le cito assieme anche perché spesso sfrutto queste due risorse nello stesso tempo. Per esempio il libro di Toe è stato scritto tutto di notte e come colonna sonora ho trovato perfetti i Radiohead, Cassandra Wilson e Nick Cave.

Abcveneto: Quali sono le sue letture preferite?

Gianni Ambrogio, Marco Romano, Amarilli GastaldiMarco Romano: Devo dire che non sono affatto un divoratore di libri. Leggere per me non significa leggere tutto e di continuo. Certo, in questo momento se qualcuno entrasse a casa mia troverebbe in ogni stanza un libro aperto e appoggiato da qualche parte. Leggo soprattutto spiluccando, saltando e rileggendo... saggi sull'arte, sulla linguistica, testi storici e qualche romanzo fuori moda. Ah, un'altra cosa, quando io devo scrivere non riesco a leggere qualcos'altro. Non so se sia un limite, ma preferisco pensare che sia come il respiro. C'è un momento per inspirare e un altro per espirare.

Abcveneto La ringrazia del Suo tempo che ci ha dedicato.

Marco Romano: Grazie a voi, è stato un piacere. E in bocca al lupo per la vostra bella iniziativa editoriale.

Ester Nichele



 
 
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