info@abcveneto.com
Sulle Tracce degli scrittori lo trovi su Ibs

abcveneto.com mensile telematico
N. 54, V anno, 2008 Lunedì 1 settembre  2008
 
 
 


  Regata Storica a Venezia

Luigia Stefanelli

Foto di Mark SmithOgni anno, la prima domenica di settembre, Venezia ricorda Caterina Cornaro, con la ricostruzione dello splendido corteo acqueo che andò ad accoglierla al Lido al suo rientro in patria e che con lei attraversò tutto il Canal Grande per riaccompagnarla alla sua avita dimora.
Dalle rive, dalle finestre, dalle logge e dalle altane addobbate con drappi e tappeti, si acclamava freneticamente la regina. Il suono delle campane si mescolava con il vociare della folla, alle salme delle artiglierie, allo squillo delle trombe al rullo dei tamburi.
Fu un dispiegamento di bellezza e di ricchezza senza precedenti, una giornata memorabile per Venezia il cui ricordo fu affidato ai quadri dei grandi maestri e che si perpetua nella Regata Storica.

La prima attestazione iconografica di una regata appare nella pianta di Venezia di Jacopo de’Barbari (datata 1500) dove si legge sull’acqua una scritta “regata” e dove si vedono due file di barche, una di più leggere ed un’altra di più grandi vogate da quattro uomini, tra l’Arsenale e l’imboccatura del porto di San Nicolò.
Ci sono però testimonianze storiche che datano la seconda metà del XIII secolo e che parlano di grandi imbarcazioni, barconi a cinquanta remi, che venivano prestati dagli stessi Padroni dell’Arsenale ed è più che probabile che le prime regate servissero per addestrare gli equipaggi al remo, esercizio primario in una città proiettata essenzialmente sul mare. Dal XVII secolo poi le regate sono uno dei soggetti prediletti dai vedutisti, Canaletto, Guardi e Carlevarijs e tali raffigurazioni diventeranno il “volto” di Venezia festeggiante.

La regata (che in realtà è un insieme di corse) ha da secoli un rituale ed un percorso inalterato. Questa competizione è la più popolare tra quelle veneziane: il popolo considerava i regatanti i suoi eroi come ci testimoniano canti popolari, le ragazze da marito aspiravano a sposare il primo o il secondo “in bandiera” perché il premio è appunto un gagliardetto, una bandiera! Le regate erano precedute da imbarcazioni da parata, addobbate per l’occasione da patrizi veneziani ma anche da stranieri presenti in città.
Le barche formavano un variopinto corteo ed erano ornate da elaborate allegorie come Nettuno e le Ninfe, Venere, le arti, le scienze, a volte allusive ad episodi contemporanei ed erano gli artisti più famosi ad idearle e a realizzarle, pittori e scenografi tra cui ricordiamo Giambattista Tiepolo e le famiglie Zanchi e Mauro. Protagoniste delle regate furono poi le “macchine” edifici galleggianti, a volte di altezze considerevoli, che poggiavano su chiatte, sempre nuove per ogni competizione, nel periodo barocco furono sempre più complicate e ricche di congegni semoventi di cui ci resta una ricca documentazione. IL pubblico che assisteva a queste competizioni era particolarmente eccitato e per questo, per contenere i disordini che erano soliti accadere, le regate venivano precedute dalle “bissone” ,barche a otto remi che percorrevano bacino san marco e canal grande con due patrizi a bordo che muniti di arco lanciavano palle di terracotta dorata sulle barche più indisciplinate.
I direttori di regata aprivano il corteo prendendo posto nella “dodesona” vogata appunto da 12 uomini, ancora oggi le maggiori autorità arrivano a bordo di imbarcazioni da parata e si sistemano Sulla “macchina” che è posizionata in volta di canal proprio tra Ca’Foscari e Palazzo Balbi.

Luigia Stefanelli



 
 
Il mensile telematico abcveneto.com è gestito da Abcveneto, associazione culturale - codice fiscale 94113202606

HTMLpad