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N. 54, V anno, 2008 Lunedì 1 settembre  2008
 
 
 


  Storie edificanti. (Prestare soldi agli immigrati)

Raffaella Biasi

Seconda puntata

Nella prima parte di questo pezzo avevo ritratto brevemente solo tre storie di vita che stanno capitando qui, nel profondo Veneto. Hanno come protagonisti una italiana e uno straniero. Ma ce ne sono a decine di simili. Solo per collegarle con questo secondo articolo e proseguire con il filo del discorso racconterò un’ultima storia che ha come protagonista la signorina Ebe, trentenne trevigiana, innamorata persa di un mediterraneo di fuoco. Lei è sensibile e speranzosa e lui non si fa scappare una corteggiatrice devota e disponibile.
Il signor Abel le racconta – come tutti - di essere infelicemente sposato e che quindi si sta separando dalla moglie, ma è ancora in contatto con lei, soprattutto per via della loro bambina. Ma la signorina Ebe si accontenta di averlo a turno, piuttosto di niente. Purtroppo Abel, dopo solo 5 mesi, le chiede soldi perché ha delle vere urgenze da risolvere nella terra di origine. La trevigiana gli ha aperto il cuore e non solo le gambe, quindi con il cuore in mano gli apre anche il portafoglio senza nessuna garanzia scritta di restituzione. Ovviamente ci si fida del proprio compagno! Ogni tanto lui minaccia di tornare dalla ex moglie, così lei cede e gli presta i suoi miseri risparmi di 3000 euro. Felice come una pasqua, Abel parte per pagare i suoi debiti. Sta via alcuni mesi e poi torna, ma con l’amara sorpresa che non vuole più stare insieme a Ebe. Le è molto grato, a parole, ma comunque trova delle scuse per scaricarla, finché, dopo qualche mese, i due si lasciano. I soldi? Mai più visti, anzi, il bel Abel pensa che questi soldi siano il minimo che la ragazza doveva sborsare per aver avuto l’onore di possederlo per un periodo… . Lui cosi bello e giovane, lei cosi modesta… .

Amori e denaro, quindi. Un ossimoro, un connubio vergognoso, ma purtroppo utilizzato spessissimo . Amore in cambio di denaro: due strade assolutamente parallele. Il solo pensare che si possano incrociare può già disgregare l’amore vero.
In questo contesto ci chiedevamo cosa hanno in comune le molte storie che si stanno ripetendo in questi ultimi due o tre anni e ci siamo permettesse una modesta riflessione. Bene, tutte queste storie hanno in comune:
- una persona italiana e una straniera, ed è indipendente il fatto che la straniera sia maschio o femmina.
- Uno dei due è comunque bello e conquista sessualmente l’altro.
- Teniamo come punto fermo il fatto che la religione non c’entra niente.
- L’altra cosa in comune sono i soldi. Ed è l’argomento principale, perché sempre lo straniero o la straniera, essendo in posizione di svantaggio qui, senza famiglia e senza appoggi, cerca di conquistare il cuore di qualcuno che gli possa essere solidale.
- D’altro canto si trovano sempre persone italiane che si sentono gratificate dal dare e si impietosiscono a salvare il mondo, spesso però non conoscendo a fondo l’altra cultura o l’altra persona.
- L’altra cosa in comune è che tutti gli stranieri di cui ho qui raccontato, avevano progetti o debiti da saldare in patria e ciò è per loro motivo di urgenza di trovare denaro con qualsiasi mezzo. Per esempio alcuni devono pagare i debiti alla mafia che tratta il trasporto dei clandestini in Italia, altri hanno una famiglia di origine a cui dare aiuto, altri devono finire di costruirsi le case nella terra di origine. Quindi questi soldi non servono a procurarsi droga o stupidaggini, ma il problema è che non li restituiscono mai.
- Altre cose in comune sono la capacità di conquistare la fiducia e il numero di mesi che ci si mette ad ottenere questa fiducia dell’altro. Di solito sono da 3 a 5 mesi nelle storie narrate.

Avrete visto che si sono moltiplicate le agenzie che inviano il denaro degli stranieri nelle terre di origine e deve far riflettere la loro capacità di risparmiare e di riuscire a costruire grandi cose nei loro territori di origine, Sud America, Africa, India ecc. Quando invece i nostri giovani sperperano il denaro in frivolezze di tutti i generi. Significa anche che tutti gli stranieri o perlomeno la massima parte di essi sa che deve spedire denaro nella terra d’origine. E’ chiaro che non sempre si riesce a trovarne abbastanza e quindi talvolta bisogna industriarsi… .
Gli Stati permettono queste fuoriuscite di denaro perché è conveniente per loro non offrire un welfare alla popolazione, tanto sanno che comunque è sufficiente avere un parente all’estero per riuscire a mantenere una numerosa famiglia in un paese più povero. Così lo stato di origine se ne lava le mani, in quanto la povertà viene arginata dai lavoratori all’estero che mandano soldi in patria. E’ un gioco politico.
Ma a livello personale le giustificazioni che si danno gli immigrati per ottenere i soldi e non restituire i prestiti sono veramente meschine. Soprattutto quando vendono se stessi in cambio di denaro e poi giustificano allegramente il loro atto.

Raffaella Biasi



 
 
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