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N. 54, V anno, 2008 | Lunedì 29 settembre 2008 | ||
Abcveneto
MOSTRA
La Biblioteca Nazionale Marciana, dal 3 al 30 ottobre prossimi,
ospiterà, nelle sue Sale Monumentali (Libreria Sansoviniana) la mostra
“Venezia nelle fotografie di Carlo Naya della Biblioteca Vallicelliana”
a cura di Alberto Manodori Sagredo. Venezia, fin dalla nascita della fotografia, è stata la città più fotografata del mondo: le vedute dei fotografi presero ben presto a gareggiare con guazzi e acquerelli, proponendo una cartolina-souvenir, che non aveva eguale, per chiarezza e precisione fisionomica. Carlo Naya (Naja, Naya, Naija?), nato a Tronzano Vercellese il 2 agosto del 1816, giunse a Venezia verso il 1857 dopo un lungo viaggio, anche fotografico, nel bacino del Mediterraneo, documentò sistematicamente la città in ogni suo aspetto fino alla sua morte, avvenuta nel 1882: i palazzi, le opere d’arte, le vedute e le scene di genere folkloristiche, ovvero i soggetti generalmente preferiti ovunque dai fotografi, e destinati al grande mercato che la fotografia aveva ormai conquistato, ma Naya sapeva scegliere con particolare cura e descriverli con singolare accuratezza tecnica. A Venezia egli aprì un laboratorio e un negozio in piazza San Marco, ai numeri 77 e 78bis, e in campo San Maurizio al civico 2758. Si dedicò alla ripresa di vedute d'architettura e di ambiente, ma soprattutto alla riproduzione d'arte; è assai noto il suo rilievo fotografico degli affreschi di Giotto a Padova, eseguito nel 1865, dopo i restauri. Naya non si limitò a svolgere un lavoro artigianale da piccola bottega d’arte ma, come gli Alinari, ampliò rapidamente il suo atelier assumendo parecchi aiutanti sia per i lavori esterni che per quelli di laboratorio ed editoriali. Scrive Alberto Manodori Sagredo nella sua introduzione al catalogo: “Queste immagini vallicelliane confermano il debito di eredità che la fotografia veneziana deve a Carlo Naya, maestro della fotografia dei viaggiatori, ma anche attento osservatore e innamorato dell’immagine e dell’identità della sua Venezia”. Come ebbe a scrivere Italo Zannier nel suo volume L' occhio della fotografia: protagonisti, tecniche e stili dell'invenzione maravigliosa (Roma, 1988): “Il negozio di Naya, scrisse un cronista della “Gazzetta privilegiata di Venezia” era “un gioiello degno della piazza San Marco” dove erano i fotografi, allora a vendere i souvenirs della città, ossia le loro fotografie.” Abcveneto |
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