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numero 5, anno primo - 1 agosto 2004 giornale online gratuito (a 30 giorni)
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La parola d'ordine è disciplina

Quali sono i motivi che spingono ognuno di noi ad investire nei mercati regolamentati (la borsa)? Siamo coscienti del rischio che affrontiamo ?

di Gino Gatto

Per rispondere a queste domande è opportuno focalizzare la nostra attenzione suoi particolari motivi che inducono un soggetto ad affrontare le impervie strade della finanza. Coloro che calpestano questo suolo scosceso, o posseggono una buona dose di filosofia personale che gli permette di affrontare la vita in modo decisamente diverso dal gran numero di altri soggetti, oppure sono dotati di una irrazionalità ed emotività senza pari, laddove l'informazione non fa la differenza ma le regole vengono dettate più da un rapporto morboso, con l'elemento del contendere (i titoli), che una concreta analisi sulla qualità e validità dell'investimento affrontato. Una specie di tifoseria popolare che trasmigra i suoi valori in un elemento totalmente dissonante, ma che ne mantiene la perfetta essenza in atteggiamenti e concatenazioni dei processi mentali. Si acquista un titolo non già per effettuare un corretto investimento, ma perché è stato acquistato o consigliato dall'amico, oppure perché quel titolo ha raggiunto le maggiori quotazioni e performance, sperando che magicamente quel oggetto dei nostri desideri, continui la sua corsa all'infinito e solo perché lo abbiamo sottoscritto noi.

Ma non funziona così, spesso quando facciamo un acquisto di questo livello, non ci rendiamo conto che il titolo che ha attratto la nostra attenzione, può essere alla fine della corsa, oppure in prossimità della dirittura di arrivo, e allora la nostra scelta non è di quelle più appropriate, in quel preciso istante stiamo sbagliando il tempo di ingresso ( il famoso timing ) e potremmo vedere il nostro investimento svanire nel nulla. Allora cosa fare ? Più volte ho ribadito che occorre una corretta informazione sul titolo che andiamo ad acquistare; ma soprattutto occorre disciplina. Bisogna sempre fissare dei livelli, dei limiti oltre i quali non andare, sia nelle posizioni di perdita che in quelle di guadagno.La disciplina è la nostra salvezza, è quella che ci permetterà di superare le tempeste finanziare; con disciplina si sono potute affrontare situazioni difficili come la caduta delle torri gemelle (11.IX.2001), con la stessa disciplina siamo usciti indenni dalla crisi del maggio 2002 e cosi pure ci fu da bussola durante i mesi che precedettero l'ingresso degli Stati Uniti d'America contro l'IRAQ, il 21.03.2003.
Disciplina, perché la nostra emotività deve essere governata, e non deve poterci spingere a scelte irrazionali ed estremamente dannose per il nostro portafoglio, con opportune regole prefissate saremmo in grado di definire in modo chiaro quale il nostro livello di tolleranza emotiva, a quali livelli siamo in grado, di resistere al moto ondoso dei mercati, con le loro fluttuazioni ed oscillazioni quotidiane, tra i flutti e le risacche dei titoli che determinano la nostra ansia. Saremo in grado, attraverso la disciplina, di stabilire quale è il nostro personale livello di rischio accettato e le possibilità di flessibilità o rigidità indotta che tale tolleranza può avere.
Disciplina, non mi stancherò mai di ripeterlo, perché ho visto molti di voi condividere questo concetto, fissare con molta decisione dei stop loss e stop profit, ma nel momento di difficoltà infrangere queste regole, "perché deve capitare proprio a me di aver scelto un titolo sbagliato! Posso aver fatto un flop cosi evidente e grossolano?".
Non funziona in questo modo: nel mercato bisogna saper riconoscere i propri errori e farne tesoro, capire quando si è sbagliato è quanto mai salutare, riconoscere di aver sbagliato non è un problema in finanza, non siamo degli Dei e non possediamo la sfera di cristallo per visionare il futuro! Siamo degli esseri umani e possiamo compiere degli errori come tutti, l'importante è riconoscerli e non incaponirsi, per non riuscire a contenere le perdite. "Limitare le perdite sulle scelte sbagliate", questa deve divenire la nostra parola d'ordine, nei mercati finanziari non si è vincenti rimanendo a lottare fino all'alitare l'ultimo respiro su di un titolo; a quel punto siamo finanziariamente morti ed abbiamo dissipato il nostro capitale, senza aver compreso la lezione che la vita ci ha fornito. Nei mercati finanziari la strenua difesa non è il contenimento di un determinato titolo, la vera difesa è il mantenimento del capitale e questo lo si fa anche massimizzando delle eventuali perdite acquisite e lasciando definitivamente un titolo che potrebbe portarci alla perdita di tutto o di una parte del capitale anche consistente.

Disciplina ricordate! Al momento di effettuare un investimento scriviamoci un appunto che dovrà diventare la regola, dove fissiamo la perdita massima che vogliamo associare a quel titolo, ma dovremmo avere anche la forza di assegnargli un punto di massimo guadagno dove indiscutibilmente uscire. E ricordativi di rispettare ciecamente questi due limiti qualsiasi cosa accada, perché la paura di una perdita può influire negativamente sulle nostre scelte, ma l'avidità e una bestia assai pericolosa e può nascondere delle implicazioni maggiori rispetto alla precedente.

Disciplina mi raccomando! E poi non dite che non mi sono impegno a passare i fondamentali della finanza!
Ma perché un individuo è spinto ad effettuare investimenti in borsa ?

Lo scopo evidente, di quanti affrontano le traversie di un investimento finanziario, a fronte di un impiego di denaro, è appagare la propria soddisfazione nell'ottenere, pariteticamente ad un rischi affrontato, un rendimento, presupposto positivo e con una valenza a vari livelli. Entità più o meno grandi ma sempre sperate ed auspicate. A volte quello che sembra un semplice desiderio, la bramosia di incamerare del guadagno, dei soldi che appaiono come la giusta ricompensa per il rischio sostenuto, rappresenta in realtà un bisogno inconscio; i mercati finanziari sono qualcosa su cui sperare, puntare per appagare le aspettative, una attività alla quale attaccare i nostri più ancestrali desideri, dove materializzare i nostri sogni e dare concretezza ai nostri piacevoli fantasmi.
Di qui giunge assai semplice l'enunciazione del paradigma, che l'investitore in mercati finanziari è strettamente correlato al giocatore d'azzardo incallito, vengono in entrambi riconosciuti comportamenti patologici che li portano ad una frenesia irrazionale ed a una smania interiore che è paragonabile esclusivamente all'azzardo puro. Dove senza regole e razionalità vengono affrontate situazioni di investimento che in condizione normali risulterebbero facilmente comprensibili e risolvibili, ma che nelle condizioni patologiche e psicologiche, descritte risultano invalicabili e senza soluzione di continuità.
Anzi i pericoli a cui sono esposti gli investitori sono addirittura superiori a quelli tipici del giocatore d'azzardo e paradossalmente un maggior rischio assunto, che trova il suo fondamento nella leggittimazione del mercato finanziario e nel riconoscimento che la legge fornisce allo status di entrambi i ruoli. Infatti se dal gioco d'azzardo possono derivare complessi di colpa, che frenano marginalmente gli eccessi, cosi non è per i mercati finanziari dove il piacere sembra lecito e legalizzato.
La personalità del giocatore d'azzardo è pienamente compatibile con quella dell'investitore patologico; anche egli quando e carico di ottimismo rischia smodatamente, tralasciando ogni eventuale freno e programmazione precedentemente anteposta. A rendere il gioco d'azzardo e quindi l'investimento, tanto eccitante e coinvolgente, è l'alternanza di sentimenti opposti che vanno dall'angoscia, all'esaltazione onnipotente della vittoria. Ma come abbiamo già in precedenza potuto constatare, negoziare titoli con frenesia può nuocere gravemente alla salute del portafoglio.
Nelle speculazioni sui mercati finanziari si riscontrano quindi, sebbene apparentemente in modo meno eclatante, le caratteristiche del gioco d'azzardo, cioè quel continuo concatenarsi di eventi fortuiti e legati a quella casualità incipiente e non governabile; che si svolgono in contesti caratterizzati da profonda incertezza, scarsa informazione e pochi elementi che possono favorire una decisione piuttosto di un'altra.
E' proprio questa incertezza che rende l'investimento o il gioco d'azzardo appassionati, creano uno stato di tensione continua che può divenire dominante nella vita dell'individuo.

Quindi è evidente che in alcune situazioni paradossali, senza l'utilizzo della disciplina, non siamo effettivamente coscienti del livello di rischio che stiamo affrontando e quantomeno non abbiamo la percezione che la nostra emotività sta governando le nostre scelte e che in questa fase il giudizio potrebbe non essere appropriato o comunque adeguato alle richieste a cui la nostra psiche di investitore ci sottopone, implementando delle decisioni che successivamente si possono dimostrare unicamente deleterie.

di Gino Gatto

(*) Le esposizioni riportate in questo documento hanno finalità meramente informative e non costituiscono una offerta o sollecitazione all'offerta per l'acquisto o la vendita di alcun strumento finanziario. Il documento non intende costituire la base, in tutto o in parte, di alcuna decisione di investimento, ovvero fornire valutazioni o raccomandazioni di alcun tipo, con riferimento a qualsivoglia opportunità di investimento. Ogni proiezione economica e finanziaria ed ogni stima di prezzo contenuta all'interno, ha finalità unicamente illustrativa. Ogni valutazione dovrebbe basata sulla percezione che l'investitore ha dei rischi finanziari, economici, legali, fiscali e qualunque altro rischio che sia associato alla transazione.

 

 

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