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numero 5, anno primo - 1 agosto 2004 giornale online gratuito (a 30 giorni)
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Nel nome di Ernest Hemingway

Il premio Hemingway a Lignano continua 'virtualemente' con un reading dedicato a tutti gli scrittori fino al 2 settembre 2004

di Sara Miriade

Il premio Hemingway è fuori dalla 'giurisdizione' del Veneto, ma il personaggio o meglio l'uomo con le sue passioni e i suoi dolori è anche nostro, perché è sul Piave che nel 1918 il ginocchio di Ernest, volontario in quella guerra che anche per lui doveva mettere fine a tutte le guerre, fu sfracellato a colpi di mitragliatrice. La storia che da Fossalta di Piave lo portò a Lignano, "unica città che"-come dice il nipote John, ospite alla premiazione- lo "ha onorato"in un modo così riconoscente è quella di un viaggiatore/scrittore indefesso.

Il Tenente Emingway, nonché corrispondente di guerra da Kansas City, guarito anche grazie le cure della bella Agnes, che riuscì ad evitargli l'amputazione alla gamba, minacciata da cancrena, venne premiato con la medaglia d'argento per aver da ferito trasportato un soldato ferito e poi, venne rispedito in America, non prima di aver giurato eterno amore e prossimo matrimonio alla sua bella. Lei però, forse presa dalla paura di legalizzare un amore con un ragazzo più giovane di circa otto anni, lo respinse e quando vinse il timore, fu a sua volta respinta dall'orgoglio maschile.

Lei trovò poi marito, lui quattro mogli, numerose amanti -qualcuno dice- e mai pace con l'epilogo tragico che tutti conosciamo. Cominciò, dopo la crisi per la perdita di Agnes, il suo intenso errare per conoscere e scrivere: in Europa entrò in contatto con la 'lost generation' della Parigi degli anni Venti, con le truculente esperienze di sangue proposte nei rituali della corrida spagnola e con quella che fu l'anteprima del secondo conflitto mondiale, la guerra civile spagnola; in Africa e a Cuba con le esperienze di caccia e di pesca alle quali era stato iniziato dal padre medico nella residenza estiva di famiglia del Michigan; con le atrocità di un nuovo conflitto mondiale, quale inviato di guerra a Londra, nuovamente a Parigi e in Italia. Nel '53 negli Stati Uniti volle rivedere tutti i luoghi che furono stati per lui storie di vita. Ritornò anche in Italia. Dopo il Nobel nel 1954 iniziò una precoce decadenza, che lo portò alla morte nel 1961.

A trent'anni di distanza dall'ultima permanenza di Hamingway in quella Lignano, che lui chiamava la 'Florida d'Italia', l'amministrazione comunale gli dedicò, nel 1984, un premio letterario e giornalistico e un parco nella Lignano Pineta. Quest'anno è stato festeggiato il ventennale del premio e per la ricorrenza l'amministrazione comunale presso il parco Hemingway ha proiettato i film 'Addio alle armi', 'Per chi suona la campana', e 'Acque del sud' ed ha allestito una mostra permanente dedicata agli 'Sguardi di Hemingway'.

Sabato 3 luglio presso il Kursal di Lignano Riviera si è svolta la Cerimonia di consegna del Premio 'Ernest Emingway' Lignano Sabbiadoro 2004'. I premiati sono stati per il giornalismo Renato Farina, Mauro Mazza e Piero Ostellino; per la sezione narrativa Alberto Baldoni e Francesco Cossiga. I vincitori assoluti sono stati per il giornalismo Mauro Mazza e Pietro Ostellino; per la narrativa Francesco Cossiga. Franco Cardini ha ricevuto il premio speciale; Candido Cannavò e Milena Gabanelli sono stati insigniti del premio speciale per il ventennale.

Ho raccolto durante la premiazione le informazioni e i commenti meritevoli secondo me di essere ricordati, lasciando al lettore/lettrice gli approfondimenti che riterrà opportuni e per lui/lei preferenziali.

Renato Farina, vicedirettore di Libero, ha il affrontato il rapporto tra islam e mondo cattolico in Italia ed ha espresso il suo disappunto al rifiuto del riconoscimento delle radici cristiane nella costituzione europea.

Mauro Mazza, direttore del Tg2, si è distinto per le sue sperimentazioni multimediali, che si sono concretizzate nell'abolizione del 'gobbo' e dei mezzi busti dietro le scrivanie, per una conduzione più dinamica e coinvolgente, nell'introduzione del banner scorrevole a fondo schermo con la sintesi delle notizie più importanti e con l'inserimento della cover story che commenta con immagini e suoni l'evento centrale del giorno.

Piero Ostellino, specializzato sui sistemi politici dei paesi comunisti, si è definito un liberale 'scomodo', che significa -continua- usare una linguaggio non politicamente corretto. Ostellino ha fatto un riferimento al nostro Paese, definendolo in declino in termini di cultura politica, essendo scomparsa la grande industrie ed essendoci un sistema politico che non funziona. Adalberto Baldoni nel libro Due Volte Genova (Vallecchi) ha confrontato due gravi disordini della storia italiana contemporanea: il primo a Genova nel luglio del 1960, che provocò la caduta del governo Tambroni e l'altro nella stessa città e nello stesso anno di quarantuno anni dopo in occasione del G8. Secondo Baldoni anche in quest'ultima occasione si voleva far cadere il governo, ma l'obiettivo non venne raggiunto a causa dell'attentato alle due Torri di New York, le cui ripercussioni si ebbero non solo a livello nazionale, ma internazionale.

Francesco Cossiga, che ha ritirato il premio non personalmente, ma attraverso il suo curatore/coautore Pasquale Chessa, nel libro Per carità di patria (Mondadori) ripercorre una storia italiana recentissima, che parte dalla fine del suo mandato presidenziale nel 1992 e ha come protagonisti uomini noti dello scenario nazionale e internazionale, quali Prodi, Craxi, Berlusconi, D'alema, Scalfaro Ciampi, Giovanni Paolo II, Saddam Hussein, Gorge Bush.

Il professore di archeologia classica all'università Bocconi di Milano, Valerio Massimo Manfredi con il libro Il Tiranno (Mondadori), che ha nome Dionisio di Siracusa, salva con la narrativa ciò che con la storia si deve certamente condannare, anche -come lui specifica- non del tutto. Tutte le città greche sono passate attraverso la tirannide, la quale ha avuto, però, il merito di orientare le masse verso un progresso seppure parziale. Il professor ha fatto così l'esempio di Pisistrato che ha provveduto alla prima edizione critica di Omero, pilastro dell'Occidente. Storia e letteratura --, però possono anche incontrarsi, perché se è vero che la storia procede per problemi e la letteratura per emozioni, è altrettanto vero che la storia si nutre della politica, della cronologia e anche della profondità di campo che è la vita.

Franco Cardini, insigne medievalista, ordinario all'Università di Firenze, e professore in altre università d'Europa e oltre Atlantico, ha concentrato il suo acume storico in quella "laguna di bassezze", come viene considerata nella vulgata l'Età di Mezzo, che da una parte ha l'antichità e dall'altra il Rinascimento, per "guardare l'altra faccia della luna", il Medioevo appunto.

Candido Cannavò, direttore della Gazzetta dello Sport, si è messo alla prova con un libro-inchiesta, Libertà dietro le sbarre (Rizzoli), per dire al lettore che il carcere non è un "immondezzaio" umano, ma un pullulare di vita. Il ricavato della vendita del volume andrà alle madri e ai bimbi del carcere di San Vittore, di cui l'autore ne ha analizzato i disagi.

Milena Gabanelli, unica donna premiata -è sempre spiacevole farlo notare- ed esponente di punta del giornalismo d'inchiesta, ha risposto in modo lapidario al complimento del giornalista Gianni Maritati, dicendo di non fare nulla di straordinario e se così appare è solo perché in Italia si fanno pochi servizi come quello alle ferrovie che è costato il licenziamento di quattro persone. La Gabanelli si è distinta non solo per il coraggio delle sue inchieste, ma anche per aver innovato gli schemi tradizionali, superando il dualismo cameraman-redattore, imbracciando così la telecamera e realizzando i suoi servizi da sola, senza la mediazione di un partner.

Il nome Hemingway richiama dunque alla mente una vita vissuta fino in fondo, anche dentro la Grande storia senza reticenze, un premio dalle scelte libere e non ideologiche e una scrittura per lo più autobiografica che ha fissato sulla carta anche i nostri luoghi e le nostre memorie collettive. Prova di ciò sono i volumi Addio alle armi e Di là del fiume e tra gli alberi. L'arredamento urbano e paesaggistico e il clima estivo hanno contribuito in questo gioco delle rimembranze.

A Fossalta di Piave c'è un cippo dedicato ad Hemingway e una stele che commemora il "ragazzo del basso Piave" come lo scrittore amava definirsi e all'osteria "alla Cibara" si può bere, come usava fare Hemingway durante le sua convalescenza, qualche bicchiere di merlot.

Si può anche visitare il parco a Lignano (tel. 0431-40911) oppure partecipare nella stessa Lignano Pineta a un reading in riva al mare (ogni giovedì fino al 2 settembre) o a un corso di scrittura creativa.

di Sara Miriade

 

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