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Venticinque anni fa, il dieci agosto 1979, moriva a padova Lina Merlin, la grande parlamentare veneta che passò alla storia per la legge che chiuse le case di tolleranza. Presto un convegno, una mostra e forse una piazza nella grande e illuminata città di Padova

di Moderata Fonte

La figura umana e politica, complessa e sfaccettata, della senatrice Lina Merlin sarà ricordata nei prossimi mesi dall’Amministrazione Comunale di Padova, città dove visse per la maggior parte della sua vita e dove morì il 10 agosto 1979. La proposta di commemorazione è stata avanzata dall’Associazione culturale regionale “Moderata Fonte” che nei mesi scorsi ha tenuto conferenze su Lina Merlin in alcune scuole superiori del Veneto. Le iniziative proposte - che saranno puntualizzate nelle prossime settimane - prevedono di dedicarle una piazza o un giardino della città del Santo e di porre una targa nella casa di Piazza dei Signori che Lina Merlin abitò. Inoltre si pensa all’organizzazione di un convegno di studi e di una mostra fotografica e documentaria - previsti per i primi mesi del 2005 - per ristabilire la complessità e la vastità del suo agire politico che la storia recente e la memoria comune hanno invece limitato alla sola battaglia per la chiusura delle case dove si esercitava la prostituzione di Stato. Informa dell’iniziativa la Presidente dell’Associazione “Moderata Fonte” Anna Maria Zanetti che ringrazia della pronta attenzione dimostrata nei confronti della proposta l’Assessora alla cultura del Comune di Padova Monica Balbinot, la segretaria dello Sdi di Padova Paola Lincetto e la Presidente del Consiglio comunale di Padova Milvia Boselli. “La nostra proposta, in coerenza con l’attività dell’Associazione che si prefigge di valorizzare la cultura delle donne del passato e del presente, mira - afferma Zanetti - a ricordare il grande contributo dato dalla Merlin all’avanzamento sociale e culturale di tutto il popolo italiano e in particolare delle donne italiane. Ricordo, ad esempio, la sua azione legislativa per togliere dai documenti d’identità il marchio N.N. che si dava ai figli nati fuori del matrimonio, o ancora la sua battaglia all’interno della Costituente sugli articoli riguardanti la famiglia e la posizione delle donne”.

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