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numero 5, anno primo - 5 agosto 2004 giornale online gratuito (a 30 giorni)
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La Tosca fa il bis per 2000 persone

Recensione delle due serate di Tosca del 16-07 a Porcia (PN) e del 20-07 a Salgareda (TV)

di Sara Miriade

Nell'anno che rappresenta l'ottantesimo anniversario della morte di Giacomo Puccini ed il centesimo dalla prima esecuzione di Madama Butterfly, il direttore d'orchestra Maurizio Baldin ed il regista Luigi Torresan hanno voluto rendere omaggio al grande compositore puntando su Tosca. Dopo le esecuzioni di Porcia e Salgareda la scommessa è stata vinta alla grande. La capacità di mettere assieme una compagnia artistica, che ha saputo amalgamarsi bene alla chiara lettura musicale del Maestro ed alla linea interpretativa del regista, ha reso due esecuzioni di grande livello qualitativo, come da anni non si vedeva. La Tosca è la più drammaticamente essenziale del compositore Giacomo Puccini ed è ricca di colpi di scena e di trovate, che tengono lo spettatore attento e partecipe. La musica sottolinea la rapidità dell'azione ed è ricca di incisi tematici brevi e taglienti costruiti spesso su accordi dissonanti, come quello che apre l'opera e che fa di Puccini un autore di grande modernità. Questo modo di scrivere musica, analizzando i risvolti psicologici dei personaggi, rende estremamente difficile l'esecuzione delle opere di Puccini in spazi all'aperto, tant'è che difficilmente si vedono buone esecuzioni al di fuori degli spazi canonici.

Il maestro Maurizio Baldin ha saputo coniugare palcoscenico e orchestra con attenzione interpretativa, ben assecondato dall'orchestra del Teatro dell'Opera di Kharkov.

Il regista Luigi Torresan ha messo a fuoco le variegate psicologie dei personaggi attraverso l'inserimento di figure di contorno a supporto dei temi conduttori. Gli effetti luce hanno fatto da sottolineatura ai cambi di tensione drammatica, creando, alla fine del 3° atto, una dissolvenza di colori che portavano tutto il palcoscenico in un'atmosfera rosso sangue avvolto da nebbia (il destino riunisce i tre rivali anche dopo la morte).

Il ruolo principe nell'opera Tosca è...Tosca. Qui Maria Luisa Carnio ha dato prova di grande maturità vocale ed interpretativa, riuscendo a dare credibilità alla passione, all'ira, all'abbandono e al dolore, comunicando emozioni al pubblico. Tosca è un'opera massacrante per il soprano, che rimane in scena dall'inizio alla fine e che deve concludere l'esecuzione con il famigerato "DO". La Carnio l'ha eseguito in modo mirabile, dimostrando una freschezza vocale invidiabile.

Da sottolineare l'eleganza dei vestiti di Tosca, di ottima fattura e di buona ricerca storica, questo è merito della Sig.ra Nives Anibal. Scarpia ( l'odioso capo della polizia), ha avuto felice riscontro nel baritono Silvio Zanon. Si può notare in Zanon la ricerca effettuata sul personaggio e questo gli si sta vestendo addosso in modo sempre più credibile, portandolo ad esecuzioni che, eliminando i gigionismi di maniera, lo avvicinano sempre più ai grandi interpreti. Mario Cavaradossi (l'amore di Tosca), buona prova del tenore Cristiano Langaro, sicuramente sul personaggio ha lavorato con caparbietà e si vede, deve continuare a farlo sempre per metodo, diventerà così un professionista di cui sentiremo parlare molto. Angelotti, il basso Kim Hyun Gil, prova da buon professionista, con elevate qualità musicali anche come direttore di coro (nella cantata del 2° atto). Spoletta il tenore Fiorenzo Boccato, straordinaria presenza scenica ed anello di cucitura "mellifluo" fra Scarpia e tutti gli altri protagonisti. Sagrestano, il baritono Dario Giorgelé, ha saputo indossare il personaggio con grande ironia e partecipazione scenica. Un pastore, Michela Magris, interpretazione credibile e puntuale. Coro Lirico Voci del Piave, ben preparati musicalmente, hanno saputo muoversi con disinvoltura. Allievi e cantori della Cappella Green Singers, buona esecuzione musicale e scenica. Maestro sostituto Stefania Milanese, puntuale nella gestione delle masse.

Pubblico numeroso, entrambe le serate 1000 persone. E' da far notare l'attenzione con cui tutto il pubblico ha seguito l'opera, sembrava di essere in un teatro coperto e questo è sicuramente merito della buona fattura dell'allestimento che non presentava nessun buco, ma teneva sempre vivo l'interesse degli spettatori.

di Sara Miriade

 

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