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numero 3, anno primo - 1 giugno 2004 giornale online gratuito (a 30 giorni)
Il profilo

l'identikit dell'investitore ideale e come diventarlo

di Gino Gatto

   
  ©Ester Maria Nichele

Disquisiremo, in questa articolo, del profilo a noi più congeniale; cercheremo di delineare la tipologia di investitore che meglio ci definisce. Delineare è il termine corretto, poiché e complesso definire, in quanto siamo degli esseri umani e come tali, volubili, pronti a seguire le nostre emozionalità e quindi a modificare nel tempo il nostro profilo di rischio, le nostre capacità di tollerare un evento negativo e l'assoluta mancanza di obiettività nell'approccio con la nostra euforia. Nella definizione del nostro profilo di investitore, dovremmo sempre aver presente l'importate regola che muove i mercati finanziari. Su i mercati si vince o si perde perché solo in pochissimi casi l'intermediario effettua compensazioni. Ma se vengono affrontati con disciplina esistono ragionevoli probabilità di non rimanere invischiati come le mosche nella carta moschicida.
MA COSA SI INTENDE PER DISCIPLINA ?
Disciplina è la capacità d'imporsi metodologie e regole che consentano di mantenere l'oggettivo controllo di noi stessi, uno status psicologico positivo attraverso l'auto-regolamentazione. Il possesso di una metodologia corretta permette di conservare l'obiettività e la razionalità anche in momenti complessi di mercato.
Per frequentare i mercati finanziari e giungere alla corretta ottimizzazioni del portafoglio, bisogna raggiungere una stabilità emotiva e psicologica posizionata a metà tra due atteggiamenti. Da un lato la paura di incorrere in perdite, dall'altro la presunzione e l'avidità di una eccessiva confidenza con i mercati. Queste due anime sono presenti quotidianamente nei listini di borsa e negli andamenti dei mercati, infatti le oscillazioni dei prezzi sono influenzate proprio dalle aspettative e dai timori degli investitori, oltre al relativo peso delle informazioni finanziarie e di economia generale.
Una regola importante è quindi saper dominare la propria paura.
Nel concetto di paura sono compresi una molteplicità di stati emotivi quali l'ansia, il panico, l'ira e l'ostilità. Elementi negativi che ci fanno agire come non vorremmo, mettendo in crisi la nostra capacità critica e la possibilità di una analisi corretta. Emblematica e chiarificatrice è la condizione psicologica, con la quale la maggior parte degli investitori affronta i mercati. Quando, di fronte ad una condizione di mercato negativa, ci rifiutiamo di accettare le notizie cattive, prediligendo quanto di positivo giunge come informazione; sminuendo le prime e esaltando le seconde ad assolute verità. Sui mercati finanziari, le nostre ansie e paure possono assume forme diverse. La paura frequente è d'incappare in un ribasso che non ha mai fine; pensiamo all'ansia vissuta in questi ultimi anni di borsa. A questa si contrappone il panico di rimanere esclusi da un eventuale affare o come si usa dire "di incorrere nel rischio di perdere il treno dell'opportunità". Atteggiamenti che comunque espressi, risultano negativi e pericolosi.
Se consideriamo il primo caso, nella condizione di una normale oscillazione dei mercati, fosse anche repentina e violenta ma pur sempre di breve entità, comprometterebbe in modo inequivocabile l'equilibrio dell'investitore, tale da spingerlo ad una frettolosa liquidazione, trascurando che le perdite potrebbero essere recuperate in un breve lasso di tempo.
Nella situazione avversa, l'ansia di non cogliere il momento opportuno, di vedere in qualche modo sfumato un affare importante o di non essere al pari degli altri che lo hanno già realizzato; porta l'investitore all'ingresso nei mercati, quando sono giunti ai massimi dell'euforia e quindi all'apice della probabilità che il mercato si accinga ad una eventuale discesa e dove assume il valore di una scommessa il mantenimento del trend precedente.
L'applicazione della regola per dominare la paura e controllare l'avidità trova il suo fautore in Frank J. William, autore del manuale per operare con buon senso nei mercati, e nella sintesi da lui enunciata "Il mercato è più pericoloso quando sembra in buona salute, mentre è più interessante quando ha un pessimo aspetto".
Una seconda regola è controllare la propria avidità e la presunzione.
Un'altra pericolosa insidia che nasconde la psiche del comune investitore è costituita dall'ingordigia associata alla presunzione. Una combinazione di eccessiva confidenza con il mercato e desiderio di realizzare grandi guadagni in breve tempo, che accumula il rischio di infliggere notevoli perdite.
Numerose ricerche, hanno dimostrato che i risparmiatori tendono ad avere una smodata fiducia in se stessi, sovrastimando le proprie capacità e tendono all'attribuirsi il merito di eventi fortuiti e favorevoli che sostanzialmente dipendono da eventi casuali.
La presunzione può portare l'investitore a cadere nella trappola della piramide. In questo meccanismo psicologico il risparmiatore diventa vittima del suo stesso successo, perché, forte dei guadagni ottenuti, tende a incrementare sempre più l'entità degli investimenti, finché una scelta sbagliata comporterà perdite sproporzionate rispetto ai guadagni ottenuti. Questa situazione si chiama "struttura a piramide" perché a ogni successo viene aumentata la somma impiegata e quindi cresce l'esposizione al rischio.
Un'altra delle trappole psicologiche tipiche riguarda la gestione delle perdite. A nessuno piace rimetterci i soldi, ma quando un titolo comincia a scendere scatta una sorta di orgoglio che impedisce di fare una valutazione obiettiva sulle sue prospettive. Le ricerche scientifiche hanno dimostrato che gli investitori vendono la azioni che stanno crescendo in misura doppia rispetto a quelle che stanno scendendo. E quindi, rinunciano più facilmente a dei guadagni mentre si tengono in casa le perdite. Può cosi capitare che pur essendo in attivo in gran parte delle operazioni di Borsa, il portafoglio sia complessivamente in rosso perché le minusvalenze dei titoli incagliati sono così ingenti da riuscire a mangiarsi tutti i guadagni realizzati.

di Gino Gatto

(*) Le esposizioni riportate in questo documento hanno finalità meramente informative e non costituiscono una offerta o sollecitazione all'offerta per l'acquisto o la vendita di alcun strumento finanziario. Il documento non intende costituire la base, in tutto o in parte, di alcuna decisione di investimento, ovvero fornire valutazioni o raccomandazioni di alcun tipo, con riferimento a qualsivoglia opportunità di investimento. Ogni proiezione economica e finanziaria ed ogni stima di prezzo contenuta all'interno, ha finalità unicamente illustrativa. Ogni valutazione dovrebbe basata sulla percezione che l'investitore ha dei rischi finanziari, economici, legali, fiscali e qualunque altro rischio che sia associato alla transazione.

 

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