Il profilo
l'identikit dell'investitore ideale e come diventarlo
di Gino Gatto
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©Ester
Maria Nichele |
Disquisiremo, in questa articolo, del profilo a noi più congeniale;
cercheremo di delineare la tipologia di investitore che meglio ci definisce.
Delineare è il termine corretto, poiché e complesso definire,
in quanto siamo degli esseri umani e come tali, volubili, pronti a seguire
le nostre emozionalità e quindi a modificare nel tempo il nostro
profilo di rischio, le nostre capacità di tollerare un evento
negativo e l'assoluta mancanza di obiettività nell'approccio
con la nostra euforia. Nella definizione del nostro profilo di investitore,
dovremmo sempre aver presente l'importate regola che muove i mercati
finanziari. Su i mercati si vince o si perde perché solo in pochissimi
casi l'intermediario effettua compensazioni. Ma se vengono affrontati
con disciplina esistono ragionevoli probabilità di non rimanere
invischiati come le mosche nella carta moschicida.
MA COSA SI INTENDE PER DISCIPLINA ?
Disciplina è la capacità d'imporsi metodologie e regole
che consentano di mantenere l'oggettivo controllo di noi stessi, uno
status psicologico positivo attraverso l'auto-regolamentazione. Il possesso
di una metodologia corretta permette di conservare l'obiettività
e la razionalità anche in momenti complessi di mercato.
Per frequentare i mercati finanziari e giungere alla corretta ottimizzazioni
del portafoglio, bisogna raggiungere una stabilità emotiva e
psicologica posizionata a metà tra due atteggiamenti. Da un lato
la paura di incorrere in perdite, dall'altro la presunzione e l'avidità
di una eccessiva confidenza con i mercati. Queste due anime sono presenti
quotidianamente nei listini di borsa e negli andamenti dei mercati,
infatti le oscillazioni dei prezzi sono influenzate proprio dalle aspettative
e dai timori degli investitori, oltre al relativo peso delle informazioni
finanziarie e di economia generale.
Una regola importante è quindi saper dominare la propria paura.
Nel concetto di paura sono compresi una molteplicità di stati
emotivi quali l'ansia, il panico, l'ira e l'ostilità. Elementi
negativi che ci fanno agire come non vorremmo, mettendo in crisi la
nostra capacità critica e la possibilità di una analisi
corretta. Emblematica e chiarificatrice è la condizione psicologica,
con la quale la maggior parte degli investitori affronta i mercati.
Quando, di fronte ad una condizione di mercato negativa, ci rifiutiamo
di accettare le notizie cattive, prediligendo quanto di positivo giunge
come informazione; sminuendo le prime e esaltando le seconde ad assolute
verità. Sui mercati finanziari, le nostre ansie e paure possono
assume forme diverse. La paura frequente è d'incappare in un
ribasso che non ha mai fine; pensiamo all'ansia vissuta in questi ultimi
anni di borsa. A questa si contrappone il panico di rimanere esclusi
da un eventuale affare o come si usa dire "di incorrere nel rischio
di perdere il treno dell'opportunità". Atteggiamenti che
comunque espressi, risultano negativi e pericolosi.
Se consideriamo il primo caso, nella condizione di una normale oscillazione
dei mercati, fosse anche repentina e violenta ma pur sempre di breve
entità, comprometterebbe in modo inequivocabile l'equilibrio
dell'investitore, tale da spingerlo ad una frettolosa liquidazione,
trascurando che le perdite potrebbero essere recuperate in un breve
lasso di tempo.
Nella situazione avversa, l'ansia di non cogliere il momento opportuno,
di vedere in qualche modo sfumato un affare importante o di non essere
al pari degli altri che lo hanno già realizzato; porta l'investitore
all'ingresso nei mercati, quando sono giunti ai massimi dell'euforia
e quindi all'apice della probabilità che il mercato si accinga
ad una eventuale discesa e dove assume il valore di una scommessa il
mantenimento del trend precedente.
L'applicazione della regola per dominare la paura e controllare l'avidità
trova il suo fautore in Frank J. William, autore del manuale per operare
con buon senso nei mercati, e nella sintesi da lui enunciata "Il
mercato è più pericoloso quando sembra in buona salute,
mentre è più interessante quando ha un pessimo aspetto".
Una seconda regola è controllare la propria avidità e
la presunzione.
Un'altra pericolosa insidia che nasconde la psiche del comune investitore
è costituita dall'ingordigia associata alla presunzione. Una
combinazione di eccessiva confidenza con il mercato e desiderio di realizzare
grandi guadagni in breve tempo, che accumula il rischio di infliggere
notevoli perdite.
Numerose ricerche, hanno dimostrato che i risparmiatori tendono ad avere
una smodata fiducia in se stessi, sovrastimando le proprie capacità
e tendono all'attribuirsi il merito di eventi fortuiti e favorevoli
che sostanzialmente dipendono da eventi casuali.
La presunzione può portare l'investitore a cadere nella trappola
della piramide. In questo meccanismo psicologico il risparmiatore diventa
vittima del suo stesso successo, perché, forte dei guadagni ottenuti,
tende a incrementare sempre più l'entità degli investimenti,
finché una scelta sbagliata comporterà perdite sproporzionate
rispetto ai guadagni ottenuti. Questa situazione si chiama "struttura
a piramide" perché a ogni successo viene aumentata la somma
impiegata e quindi cresce l'esposizione al rischio.
Un'altra delle trappole psicologiche tipiche riguarda la gestione delle
perdite. A nessuno piace rimetterci i soldi, ma quando un titolo comincia
a scendere scatta una sorta di orgoglio che impedisce di fare una valutazione
obiettiva sulle sue prospettive. Le ricerche scientifiche hanno dimostrato
che gli investitori vendono la azioni che stanno crescendo in misura
doppia rispetto a quelle che stanno scendendo. E quindi, rinunciano
più facilmente a dei guadagni mentre si tengono in casa le perdite.
Può cosi capitare che pur essendo in attivo in gran parte delle
operazioni di Borsa, il portafoglio sia complessivamente in rosso perché
le minusvalenze dei titoli incagliati sono così ingenti da riuscire
a mangiarsi tutti i guadagni realizzati.
di Gino Gatto
(*) Le esposizioni riportate in questo documento hanno finalità
meramente informative e non costituiscono una offerta o sollecitazione
all'offerta per l'acquisto o la vendita di alcun strumento finanziario.
Il documento non intende costituire la base, in tutto o in parte, di
alcuna decisione di investimento, ovvero fornire valutazioni o raccomandazioni
di alcun tipo, con riferimento a qualsivoglia opportunità di
investimento. Ogni proiezione economica e finanziaria ed ogni stima
di prezzo contenuta all'interno, ha finalità unicamente illustrativa.
Ogni valutazione dovrebbe basata sulla percezione che l'investitore
ha dei rischi finanziari, economici, legali, fiscali e qualunque altro
rischio che sia associato alla transazione.