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numero 2, anno primo - 1 maggio 2004 giornale online gratuito a 30 giorni |
I musei di Nizza Tour trevigiano-padovano in giro per i musei di Nizza, nella dolce Francia del Sud Appena al di la' del confine italiano si apre una delle regioni più felici per l'appassionato di arte del Novecento. Nella zona di Nizza vi sono almeno 3 musei che meritano la massima attenzione da parte del visitatore (cioe' un giorno di devoto pellegrinaggio ciascuno): - Museo Chagall (a Cimiez, bellissimo quartiere collinare di Nizza). - MAMAC (museo di arte contemporanea in pieno centro a Nizza). - Fondazione Maeght (a St Paul de Vence, paesino nell'entroterra a 30 km da Nizza) Il museo dedicato a Chagall si presenta come una struttura ariosa, figlia della migliore architettura anni '70. Il supporto informativo per il visitatore sembra inesistente (no audioguida, no cartigli, nada de nada) tuttavia al centro della sala vi e' una poesia di Aragon dedicata a Chagall che e' la migliore analisi critica che si possa desiderare. E' un museo piuttosto noto e frequentato da numerose comitive di turisti giapponesi (peraltro silenziosissime, essendo la comunicazione tra guida e turisti mediata da ricetrasmittenti auricolari) e famigliole americane. Cio' non disturba in nessun modo l'appassionato, che anzi trova il giusto riposo su panche ottimamente imbottite. Le maxi tele di Chagall sono disposte su 4 sale, e sono esattamente
quello che ci si aspetta, cioe' delle raffigurazioni colorate e immaginifiche
dell'amore terreno e divino con molti somboli tratti dalla Bibbia. E'
impossibile non commuoversi, e' impossibile che i conflitti non si sciolgano
di fronte a un messaggio cosi' semplice e cosi' perfetto. Quello che
colpisce è che non c'e' nessuna maniera, nessun particolare inutile
o retorico anche nello Chagall piu' maturo e "di successo".
Maeght e' una ricca fondazione privata (il biglietto di entrata vale 11 euro) che raccoglie autori vari ma si concentra su Leger, Miro' e Giacometti. In questo caso il supporto critico e' ottimo (interessantissimi documentari, che tra l'altro mi hanno fatto per lo meno comprendere anche se non amare il per me indigesto Leger) e vi e' una ricchissima biblioteca d'arte. Questo museo e' nato negli anni Sessanta in simbiosi con le opere di Miro', che di fatto ha realizzato alcune sculture appositamente per il giardino. Tuttavia
oggi il motivo di interesse maggiore (a meno che non si sia un bambino
di 8 anni) e' rappresentato da Giacometti, un artista molti anni
luce superiore ai vari Picasso, Leger e Miro'. Per chi non se lo ricordasse
Giacometti e' il contrario di Botero: figure magrissime, scavate, disidratate.
Bacon e' un allievo molto inferiore al maestro Giacometti.
Infine il MAMAC. Di fronte ad un polo culturale cosi' perfetto (museo, biblioteca, teatro) c'e' davvero da domandarsi cosa cazzo facciano con i soldi le autorita' italiane. Non li hanno? Li spendono per finanziare i film della Sandrelli? Il museo e' nato per ospitare le opera del boom culturale che ebbe luogo a Nizza negli anni Sessanta.Gli autori stabili sono quindi Yves Klein (franco asiatico - campione di judo - amante dei rosacroce e dell'esoterismo - muore di infarto quando gli montano malamente un suo film al festival di Cannes), Niki de Saint-Phalle (franco americana - ex fotomodella - ricchissima, si sposa a 17 anni con un marine - comincia a dipingere in manicomio - colorava le opere sparando cartuccie colorate con un fucile - moglie di Tanguely), Ben, Arman ed altri mattacchioni. Tuttavia in questi giorni al MAMAC espone il piu' grande artista di
questi anni: Jan Fabre.(link
su di lui) Avevo gia' visto alcune opera di Fabre credo alla Biennale
di Venezia, ma vedere un intero piano disegnato da Fabre e' qualcosa
di molto, molto diverso.Fabre
e' quel belga (adesso avra' 50 anni) che, ossessionato dalla morte,
usa ricoprire le proprie sculture con scarabei iridescenti. Detto cosi'
sembra una barzelletta, ma non vi e' miglior viaggio in una idea fissa
che questa raccolta delle sue opere. Il MAMAC e' una struttura quadrata
con un cortile interno, dove 4 "corridoi" connettono 4 "sale".
Fabre ha fatto in modo che si entri nel corridoio1, dove striscioline
di carta moschicida pendono dal soffitto. |
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