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numero 2, anno primo - 1 maggio 2004 giornale online gratuito a 30 giorni

Padova: itinerari campestri


Oratorio di San Michele Arcangelo a Pozzoveggiani

articolo di Alessandra Pucci & foto di Luccia Danesin

 
  foto ©Luccia Danesin
  Oratorio-facciata principale

Lungo la strada provinciale che separa Albignasego da Salboro c'è una stradina con l'indicazione per Pozzoveggiani; qualche curva ed ecco apparire quasi timidamente un segnale del passato, della fede religiosa espressa nella forma semplice di una architettura di epoca carolingia dedicata a San Michele Arcangelo. I rifacimenti di periodi successivi sono evidenti, ma l'insieme parla di tante storie di cui restano i frammenti, che rendono il luogo così suggestivo. All'esterno le pietre di base su cui s'innalza l'opera in laterizio con fasce a spina di pesce si accendono di colorazioni rosate per creare una texture preziosa. La porta a sud si apre con un catenaccio e dà accesso all'oratorio sul lato lungo dello stesso, come nelle basiliche romane.

I numerosi interventi che hanno nel tempo modificato l'edificio, hanno lasciato all'interno una serie di affreschi il cui tema iconografico riflette i modi della pittura colta classicheggiante, soprattutto nella serie dei sei apostoli.

 
  foto ©Luccia Danesin

Altrettanto suggestivo il Cristo Benedicente incluso nel catino absidale che sovrasta la fascia con gli apostoli illuminati da una monofora. I colori sono caldi, prevalgono le terre rosse e i gialli ocra. I segni dei panneggi rimandano al ritmo delle sculture ottoniane. Si resta perplessi davanti ai cavalieri della fascia più bassa: forse un torneo? Una tenzone tra le forze del bene e del male? Certo l'insieme è vivacissimo nelle linee e nel movimento che ricordano l'arazzo della Regina Matilde a Bayeux.

Sopra il portale del lato opposto all'abside, emergono tracce di sinopia che creano un misterioso motivo astratto più vicino alla scrittura che alla forma.

 
  foto ©Luccia Danesin
  Frammento

Altri frammenti di affreschi corrono lungo le due navate a testimonianza di una committenza attiva fino al XVI secolo. Il soffitto a capriata e il campanile inserito a vista all'interno completano l'edificio. I banchi ben ordinati su due file, il piccolo altare e una sorta di sacrestia a vista lasciano intendere che l'oratorio ha i suoi fedeli; lì si prega insieme forse la domenica e nei rosari di maggio. Il prato, tra le pietre che testimoniano l'antico uso di sepoltura prossima alle chiese, è un tappeto verde che dà risalto all'oratorio e lo rende accogliente anche se circondato da edilizia non più rurale. Nella bella stagione è un luogo discreto da riscoprire con una gita, perchè no, in bicicletta.

 

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