A Casa dell'artista*: Albino Palma
Incontro con l'incisore e scrittore veneto Albino Palma
Luccia
Danesin*
Lo "studio" è una stanza della sua casa. Una villetta
nella prima periferia di Padova.
Ad
entrarci gli occhi non sanno dove posarsi, tanto è accalcato
di oggetti: barattoli grandi e piccoli di vernici trasparenti, colorate,
matite, gessetti e schizzi finiti e da finire. Rotoli e cartoncini Fabriano
di tutte le grandezze e poi, accatastate, le sue tante, infinite cartelle
di incisioni. Ogni incisione inchiostrata e pressata a mano con il torchio,
con pazienza. Illuminata sopra un piano di lavoro, fra bulini di varie
misure, straccetti e lenti, è appoggiata una lastra non ancora
finita ma dove è già leggibile il "racconto".
Infatti la particolarità artistica di Palma (classe 1923, veneziano)
sta nel modo singolare di condensare in ogni opera l'onirico, il sognato
con la beffa di una realtà caricaturale. Un "discorso figurato"
arguto e disincantato. Una affabulazione pungente e a tratti amara.
"La disposizione ironica - mi racconta - ha sempre portato a
farmi dimensionare e ridicolizzare atteggiamenti umani, immaginarie
creazioni fiorite dalla paura, certe canzonature degli antichi e moderni
miti. Nelle mie figurazioni ridicolizzo gli uomini avvicinandoli al
mondo animale, una specie di fraternizzazione universale, cui possono
partecipare anche i vegetali".
In un angolo, su un cavalletto di legno spiccano i colori forti di un
suo dipinto ad olio: "Negli ultimi tempi mi sono avvicinato alla
pittura- spiega - costretto temporaneamente da una sofferenza alla vista.
Anche se parto sempre dal disegno, mi riesce meno faticosa per gli occhi
rispetto all'incisione".
Albino
Palma è uomo ricco di curiosità, appassionato oltre che
del segno anche della parola, con la voglia di confrontarsi con chi
sente affine a sè. Nel suo studio, ma anche nel suo giardino,
assieme alla signora Jone, moglie e compagna d'arte (pianista e insegnante
di canto. Molti dei suoi allievi sono ora artisti noti), fra una carezza
al gatto di passaggio e il sottofondo musicale del merlo in cima all'albero
di magnolia, sollecitato, mi dice: "sono nato a Venezia da genitori
veneziani e ho frequentato lì anche il ginnasio e il liceo classico.
Mi
sono iscritto poi alla facoltà di lettere a Padova negli anni
'44 '45: erano anni terribili e c'era ben altro a cui pensare. La mia
vita è stata tormentata da lutti e preoccupazioni famigliari
che hanno pesato molto su di me".E inizia un vivido ricordo d'infanzia:
"ho avuto fin da piccolo l'istinto di narrare per immagini. La
mia palestra è stata la tavola della cucina dove si riuniva la
famiglia. Sul marmo della tavola disegnavo con matite: mia madre ammirava
le mie rappresentazioni, ma poi era costretta a malincuore a cancellarle
per poter stendere la tovaglia". Infatti il disegno è innegabilmente
il tuo tratto distintivo, sottolineo. "Ho sempre pensato che all'inizio
di ogni impegno figurativo sia il disegno. Ho sempre amato quindi gli
artisti in cui appare chiara la trama del disegno. Insomma, alla macchia
preferisco il segno. Su
di me hanno esercitato sempre grande impressione Mantegna, Bosch,Oranach,
Durer, Goya".
Veniamo all'incisore Albino Palma. "Mi considero un buon incisore,
analitico, paziente cui piace intervenire direttamente sul metallo con
i vari tipi di bulino. Ho trovato più naturale - afferma - impegnarmi
nell'incisione piuttosto che nella pittura. Credo che un certo scetticismo
di fondo, dovuto anche a una debolezza nella mia vita rappresentata
dalla mancanza di una qualche vera fede, mi abbia frenato e predisposto
all'ironia. E l'ironia mi ha portato a deformare le immagini della realtà,
spingendomi al racconto". Che poi hai reso anche in parole, aggiungo.
"Infatti. A volte questo mio impulso alla narrazione mi ha spinto
verso le poesie e i racconti".
Anche in questi Palma "incide" i suoi personaggi. E lo fa
con sarcasmo corrosivo, immettendoli nell'humus di un quotidiano quasi
sempre ostile e cinico. Figure grottesche, attori che si animamo e vivono
la "commedia" facendo trasparire lo sguardo beffardo del suo
narratore.
Pubblicazioni di Albino Palma in ordine di data:
-"Membrane
di calce" - raccolta di liriche - Ed. Bino Rebellato 1956
-"Il carro e il leone" - Incisioni sulla storia della Signoria
Carrarese, testi di Luigi Montobbio, Giorgio Tacchini Editore
-"Generali" ventuno incisioni sul tema - testi di Giorgio
Segato - Ed. Torchio Tiene 1984
-"Il Ciclope innamorato" - volume che comprende alcuni cicli
delle sue opere con suoi interventi in prosa e poesia. A cura di Giorgio
Segato, testi di Lionello Puppi, Giorgio Segato,Gianpaolo Prandstraller,
Corbo e Fiore Editori 1993
-"Il mestrin" racconti veneti - raccolta di racconti da lui
stesso illustrati con disegni. Prefazione di Giorgio Segato, Venilia
Editrice 1997
-"Benvenuto Cellini illustrato" - tavole su episodi da "La
vita" di Benvenuto Cellini. Prefazione di Paola Golinelli e Giorgio
Segato, Edizioni Panda 2001
*tale articolo saràpresente in forma cartacea
sul trimestrale "Punto di vista" prossimamente
* le foto sono dell'autrice dell'articolo
Luccia
Danesin