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numero 6, anno primo - 1 settembre 2004 giornale online gratuito (a 30 giorni) |
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Venezia: Col Cuore in gola
Venezia: Mostra del Cinema, venerdì 10 settembre
e sabato 11 settembre 2004 Alla Mostra del Cinema di Venezia, venerdì e sabato, viene proiettato
rispettivamente alle ore 24.00 e poi alle ore 20.30 uno dei capolavori
inglesi di Tinto Brass, regista conosciuto attualmente come maestro
dell'erotismo. Il
film dal titolo 'Col cuore in gola' (1966) è uno dei 'capolavori
inglesi' degli anni sessanta di questo grande e unico personaggio della
cinematografia italiana e internazionale. Insieme a "Nerosubianco"
(1966), "l'Urlo" (1968) (con la bellissima e tenebrosa
Tina Aumont) e "Dropout" (1970) con la mitica Vanessa
Redgrave è uno dei 'poker d'assi' del suo periodo inglese. Ecco cosa racconta del film col "Cuore in gola" Tinto Brass: [...] "E' un giallo sui generis, con Trintignant e l'Aulin. E' il primo del poker dei film londinesi. Quello era il momento della Swinging London, della grande libertà londinese. Antonioni era andato lì a girare Blow up. C'era un'aria molto accativante in Inghilterra. Mi era stato proposto questo racconto giallo ed io accettai alla condizione che fosse ambientato a Londra. Il film è anche un discorso molto curioso sul piano del linguaggio. Mi ero fatto fare da Crepax tutta una serie di tavole, che illustravano anche delle situazioni di azione. Tavole che poi ho filmato e inserito nel corso del montaggio. Il film ha un linguaggio pop, un pop figurativo, da fumetto.[....] La storia di Tinto Brass: La prima volta che Tinto (Giovanni) Brass suscitò scandalo e la censurà si fece sentire non fu per qualche scena di nudo troppo spinta, magari al limite della pornografia, ma per aver raccontato, con umori troppo anarchici, i disagi di un giovane che stenta ad integrarsi nella società. I censori dei primi anni '60 gli proposero di rifare da capo quel film, suo debutto nella regia, ma lui si limitò semplicemente a cambiargli titolo e da In capo al mondo divenne Chi lavora è perduto (1963), si guadagnò l'auspicato visto e divenne una delle opere più emblematiche e significative dell'annuncio del '68, anche sul grande schermo. Indubbiamente l'insofferenza verso il potere e le sue istituzioni è
da subito una caratteristica peculiare di questo regista, nato a Milano
il 26 marzo 1933, e forse gli deriva dall'educazione di un padre troppo
autoritario, così come, a suo dire, gli deriva dalle sue origini
russe il gusto dell'anarchia. Dopo la laurea in giurisprudenza, negli
anni '50 si trasferisce a Parigi dove lavora come archivista presso
la Cinematheque Française e poi approda nel cinema come aiuto
regista di Alberto Cavalcanti e di Joris Ivens. Torna in Italia come
aiuto di Roberto Rossellini per India e Il generale Della Rovere, entrambi
del 1959. Nel 1964 realizza il suo secondo film, Il disco volante, dove
Alberto Sordi interpreta ben quattro personaggi diversi e il cui finale,
a detta dello stesso Sordi, anticipa di molto quello dell'osannato Incontri
ravvicinati del terzo tipo (1977) di Steven Spielberg. Atmosfere molto diverse da quella della Roma antica in balia del più
folle e crudele dei suoi imperatori, Caligola (1980), interpretato da
Malcolm McDowell. Il film, malgrado il sostegno di una megaproduzione,
l'apporto alla sceneggiatura di Gore Vidal e una buona accoglienza a
livello internazionale, non gli lascia un buon ricordo, soprattutto
perchè non ne può completare il montaggio, da sempre ritenuto
un momento creativo ed importante nella realizzazione dei suoi film.
Mentre invece resta particolarmente soddisfatto del risultato de La
chiave (1983), ispirato al romanzo di Tanizaki di cui aveva acquistato
i diritti vent'anni prima. |
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