FERMO:
INUIT, ESULI INDIGESTI DELL'ERA GLOBALE
Si tratta del Museo Etnografico
Polare "Silvio Zavatti" di Fermo (
www.museopolare.it).
il 2 agosto 2005 alle ore 21.30 presso i giardini del
Museo della Città presentazione e conferenza sul Quaderno
III dei Musei Comunali di Rimini, dal titolo "
Espressioni
artistiche e vita culturale degli Inuit del Canada"
(Ed. Tucano Viaggi
www.tucanoviaggi.it)
di albertoleoncini@libero.it
E' interessante, a parer mio, domandarsi la causa per
la quale i grandi circuiti culturali e mediatici estromettano
ampie aree d'indagine. Il
mondo circumpolare credo possa essere preso a paradigma
di questa realtà, ma ancor di più dell'arretratezza, o,
più precisamente, dell'inconsistenza e superficialità
del dibattito culturale diffuso, nel nostro Paese. I Poli
(Artide ed Antartide) hanno un valore geopolitico enorme
e proprio per questo i giochi su queste aree sono tenuti
dietro le quinte del sistema d'informazione. Non tutti
sanno, infatti, che il Polo Sud è suddiviso territorialmente
tra tutte le più importanti potenze del pianeta, che vi
possiedono estensioni enormi (cito per esempio: Stati
Uniti, Inghilterra, Francia, Norvegia, Australia), e proprio
da parte di questi governi sono state attuate pressioni
per iniziare le trivellazioni petrolifere nell'area, che
si suppone più ricca di oro nero forse anche della stessa
Arabia Saudita. Ma c'è dell'altro, secondo me. Penso che
il mondo circumpolare sia soggetto a questo "oscuramento
radio", anche perché le culture che lì si sono sviluppate
(mi riferisco in
special modo agli Inuit, meglio noti come Eschimesi),
mettono in discussione l'intero modello di sviluppo e
civilizzazione sviluppatosi in Occidente. Certo, sostituire
agli spaghetti la foca è un po' difficile, tuttavia credo
che l'assunzione di alcuni principi di quella società
e immetterli nella nostra, potrebbe veramente determinare
una svolta. Ciò che voglio dire, è che abbiamo molto da
imparare da questa cultura che vede nella concezione "sociale"
dell'uomo la sua unica possibilità di progresso e la massima
realizzazione per l'individuo stesso, attraverso la socializzazione
di tutte le esperienze della vita.
Il salto in avanti che questo popolo ha fatto, secondo
me, è stato proprio il superare quella conformazione "collettivistica",
per arrivare ad modello di società altra rispetto a quella
che noi concepiamo come univoca. Improntata, insomma,
ad un profondo rapporto con la natura e le sue risorse,
alla cooperazione, al dialogo. Trovo inutile trincerarsi
dietro ad un dito chiudendo ogni forma di dibattito sull'attuabilità
di questi capisaldi con quella patetica formula "in un
ambiente estremo l'uomo si coalizza per la sopravvivenza".
Non c'è dubbio che vi sia questa componente ancestrale,
tuttavia il relegare questa cultura nei meandri dell'oblio,
mi sembra perlomeno sospetto. Insomma, è meglio non sapere!
L'impatto con l'uomo, impropriamente detto occidentale
(faccio salva questa definizione per meglio rendere l'idea
di cosa intenda) ha creato delle conseguenze e degli sconvolgimenti
enormi nel tessuto sociale indigeno. Questo contatto ha
significato un'invasione e una sovrapposizione di stili
di vita che ha cancellato gran parte di quanto si era
fin qui sviluppato, ma soprattutto lo ha di fatto contrastato,
perché i due modelli non sono sostanzialmente compatibili.
Penso che l'approfondimento su queste tematiche sia troppo
superficiale o impoverito e quindi la gran parte delle
persone non ne conosce l'importanza. La divulgazione seria
su questi temi è relegata ad un "sottobosco" culturale,
che si sviluppa più che su un organico programma culturale
su sporadici eventi, che vedono la luce per cause fortuite.
L'Italia, questo pochi lo sanno, possiede uno dei centri
di ricerca e museo tra i più avanzati, al di fuori delle
stesse aree circumpolari (ciò significa che non siamo
in grado di valorizzare neppure ciò che già possediamo).
Si tratta del Museo Etnografico Polare "Silvio Zavatti"
di Fermo (www.museopolare.it ). Intitolato al coraggioso
studioso ed esploratore Silvio Zavatti (di cui proprio
quest'anno ricorre il XX anniversario della morte), che,
con la sua incessante opera, ha posto l'Italia all'avanguardia
nella ricerca specialistica in questo settore. Anch'egli,
tuttavia, dovette contrastare il nostrano disinteresse
e si trovò in più occasioni combattere contro il muro
di gomma delle Istituzioni..! L'Istituto di Fermo pubblica
regolarmente, con un rigore scientifico davvero ammirabile,
una rivista: "Il Polo",
che contiene articoli dettagliati su queste tematiche.
Si tratta di un periodico dall'eccellente spessore culturale,
ma che talvolta può risultare indigesto od ostico per
un pubblico non molto ferrato sugli argomenti di volta
in volta trettati e dunque non è sempre considerabile
un "prodotto per il grande pubblico" (perifrasi davvero
tecnicistica, ma sembra che al giorno d'oggi le espressioni
da utilizzare siano queste…), bisogna tuttavia dire che,
giustamente, non è neppure pensato per esserlo.
Una
proposta che va senz'altro in controtendenza, rispetto
a quanto appena detto sulla blasonata testata marchigiana,
è il Quaderno III dei Musei Comunali di Rimini, dal titolo
"Espressioni artistiche e vita
culturale degli Inuit del Canada" (Ed. Tucano
Viaggi www.tucanoviaggi.it),
a firma della polarista ed archeologa torinese Gabriella
Massa.
Gabriella Massa, studiosa non digiuna da approfonditi
ed apprezzati lavori su vari aspetti della vita Inuit,
che in questo caso ha concentrato i suoi sforzi creando
un'utile sintesi per comprendere al meglio questa cultura.
Credo che il punto di forza di quest'opera sia proprio
la sua ottima godibilità ed accessibilità, proprio diretta
al di fuori della cerchia di specialisti che a vario titolo
si occupano dell'argomento. La chiarezza espositiva ed
esplicativa è molto curata, complice anche l'organizzazione
schematica e lineare del fasciolo, che credo possa essere
assunto a ricoprire un vuoto che da troppo tempo si era
perpetrato negli studi polaristici di casa nostra, cioè
la mancanza di un compendio per la conoscenza degli Inuit,
senza naturalmente attribuire a questa definizione l'accezione
negativa che troppo spesso si assume.
Credo
infatti che il salto in avanti di quest'opera sia proprio
la considerazione olisticistica del contesto sociale Inuit,
che supera gli specialismi per cogliere l'essenza profonda
e gli insegnamenti della cultura di questo popolo. E'
infine pregevole per l'esaustività, la puntualità e l'aggiornamento
l'ampia bibliografia che fornisce un quadro efficace di
quanto prodotto sul tema, in Italia ed all'estero.
Detta pubblicazione ("Espressioni
artistiche e vita culturale degli Inuit del Canada"
(Ed. Tucano Viaggi www.tucanoviaggi.it)
sarà disponibile presso il Museo della Città di Rimini
e presso il Museo delle culture Extra-Europee "Dinz Rialto",
la presentazione avverrà il giorno martedì 2 agosto 2005
alle ore 21,30 presso i giardini del Museo della Città,
e sarà accompagnata dalla conferenza "Artico: civiltà
ai confini del mondo".
di albertoleoncini@libero.it