ROMA: "Elena Carrisi" di Amarilli Gastaldi
di Marco Antonio
Romano
[ ...] Avevo una vita fatta di piccoli giorni, tutti
uguali, senza drammi apparenti. A chi me lo chiede non
so dare una risposta, so solo che mi sentivo gonfia fino
a scoppiare, un ascesso pulsante che è stato inciso e
mi ha lasciato un grande vuoto... Ora vorrei arrivare
alla laurea, studio per il prossimo esame e sto cercando
di dare il meglio di me. Vi voglio bene... mamma e papà.
[...]
"Elena
Carrisi" è il particolare e ghiotto esordio letterario
di Amarilli Gastaldi, già valente sceneggiatrice. E proprio
da queste esperienze l'autrice trae lo stile così asciutto
e immediato. Anomalo dirlo, ma il racconto è già tutto
dentro di noi, fa parte della nostra cronaca quotidiana,
di quelle notizie che arrivano improvvise fra una news,
il meteo e l'immancabile spot pubblicitario... e ti gelano
il sangue, ti tolgono la voglia di concludere la cena.
Eppure l'autrice è come se ci volesse mettere in guardia
su qualcosa. E infatti alla digestione noi ci arriviamo
sempre e comunque, forse solo un po' più frastornati,
suonati e insensibili, giorno dopo giorno. Elena Carrisi,
una ragazza di diciotto anni, cova un malessere sordo
e malsano che si alimenta e cresce senza che nessuno riesca
davvero ad accorgersene o a prevederne le conseguenze.
Ed ecco che al lettore pian piano si svela una realtà
più intima, si scopre curioso delle pieghe più recondite
di un'esistenza: una ragazza che sta crescendo e che si
sta consumando nel contempo. Un diario ipnotico e surreale
che, nella sua immediatezza espressiva, ci getta in faccia
tutta la disgregazione dell'essere. Non ha importanza
quanto distanti da Elena Carrisi noi possiamo essere,
per qualche istante avremo percezione dell'altra faccia
della vita, nera d'inchiostro, sinuosa e infida... E forse
impareremo a conoscerci anche attraversando l'esperienza
di una giovane donna segnata. La cronaca e i giornali
ci informano della devastazione a posteriori, questo libro
prova invece a far luce sull'origine di quel vortice che
obnubila e travolge la mente di chi è più fragile ed esposto
alle avversità del nostro vivere. Una vita che solo formalmente
ci sforziamo di voler confortevole e sicura.
di Marco Antonio
Romano