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Venezia: Safet Zec, dipinti e disegni


SCUOLA GRANDE DI SAN GIOVANNI EVANGELISTA Venezia Venezia. Scuola Grande di San Giovanni Evangelista 3 settembre - 22 ottobre 2005

a cura di Abcveneto

La Scuola Grande di San Giovanni Evangelista di Venezia promuove e ospita nei suoi prestigiosi spazi la mostra dellšartista Safet Zec, che sarā inaugurata il prossimo 3 settembre. Dipinti e disegni sono stati selezionati per testimoniare il lavoro dellšartista di Sarajevo che oggi lavora e vive a Venezia, dopo il suo arrivo in Italia nel 1992.

Il percorso della mostra si sviluppa lungo due periodi distinti dellšesperienza italiana di Zec: - dal 1992 al 1998, quando lavora nello studio di Udine, appena giunto in Italia. Un periodo difficile e tormentato, quello dei quattro anni di guerra in Bosnia (1992-1996), che č caratterizzato dalle "grandi chine" su carta (alberi con grandi chiome, finestre, nature morte), per le quali nel 1994 ha vinto il Gran Prix Alpe Adria per il disegno. Queste opere ed altre dello stesso periodo sono pubblicate nella prima grande monografia del 1998. - dal 1998 ad oggi, quando Zec cambia il luogo di residenza e di lavoro, e da Udine giunge a Venezia. Questo č un periodo di rinascita per l'artista e per il suo Paese, dove soggiorna sempre pių spesso e torna ad esporre. Il 2001 č l'anno della grande retrospettiva, prima a Sarajevo, poi a Lille in Francia. Ai temi giā consolidati nella sua opera se ne aggiungono di nuovi: le barche veneziane, l'atelier, nuove nature morte. Tra i pių toccanti dellšopera di Zec, sono presenti nella mostra di Venezia i grandi temi della sofferenza umana: gli abbracci, le mani sul volto, i corpi distesi saranno condensati nella grande composizione della ŒPietāš, realizzata per questa occasione. Temi e quantitā Oltre 40 opere tra dipinti e disegni, accompagnate da fogli tratti dai Œcarnetš dellšartista, dedicate ai temi della sua ispirazione: Nature morte; Alberi; Facciate, finestre; Barche; Atelier. Pietā. Formati e tecniche Il lavoro di Zec inizia sempre con uno schizzo a matita, o con qualche pennellata di acquerello in uno dei suoi Œcarnetš; passa poi alle tempere o ai colori ad olio su piccole tele per arrivare al grande formato di 2 metri per 1.5 circa. Una caratteristica del suo modo di affrontare lo spazio pittorico č quella di non iniziare mai con il pennello su una tela bianca; il fondo č prima preparato, incollando pezzi di giornale o carta da pacchi, tutti materiali che sono spesso giā usati e sporcati di colore per altre sue attivitā artistiche come l'incisione.

La mostra nella Scuola Grande di S. Giovanni Evangelista č la quarta personale di Zec a Venezia. Le tre precedenti mostre sono state realizzate in collaborazione con la Galleria del Leone, ciascuna dedicata ad un ciclo diverso dell'artista: ŒLe finestreš nel 1999; ŒVeneziaš nel 2000, a Ca' del Duca; il ŒTavolo rossoš nel 2002.

Inaugurazione 3 settembre, ore 11.30 Apertura al pubblico dalle 10.30 alle 19.00 tutti i giorni tranne il lunedė

Per informazioni: Scuola San Giovanni Evangelista San Polo 2454, 30125 Venezia tel 041 718234 info@sgiovanniev.it

BIOGRAFIA
Zec č nato in Bosnia nel 1943, ultimo di otto figli di un calzolaio che, durante la seconda guerra mondiale, si trasferisce a Sarajevo. Lo straordinario talento di Zec si manifesta sin dallšinfanzia e quando giunge allšAccademia di Belgrado, č considerato quasi un prodigio; tuttavia in quegli anni, Zec si sente isolato nel proprio percorso artistico, tanto da arrivare a distruggere quasi tutti i suoi primi lavori. A Belgrado incontra la moglie artista Ivana ed č in quel periodo che restaura una vecchia casa nel quartiere ottomano dellšantica cittā di Pocitelj, vicino a Mostar, luogo amato da molti artisti, dove organizza nel 1983 una scuola di grafica. Nel 1987, mantiene la casa e il lavoro a Pocitelj e torna a vivere a Sarajevo; č giā allora un pittore affermato non solo nel suo Paese ma anche a livello internazionale, dove viene invitato ad esporre dallšAmerica al Giappone. Con lo scoppio della guerra, il mondo in cui Zec č cresciuto, di armoniosa convivenza tra persone di diverse culture e religioni, č sconvolto.
Pocitelj viene distrutta con tutte le sue opere di incisione e poi morte e distruzione a Sarajevo lo costringono a fuggire con la famiglia. Nel 1992 č a Udine e qui ritorna a lavorare grazie allšaiuto generoso dello stampatore Corrado Albicocco, per poi giungere a Venezia nel 1998. Dalla fine del conflitto Zec ha ripreso unšassidua frequentazione con la sua terra. Nel cuore di Sarajevo il suo studio č stato riaperto ed č ora un centro di iniziative culturali, oltre che sede espositiva delle opere del maestro; nel dicembre 2004 ha ospitato la centesima mostra dellšartista, inaugurata alla presenza del Ministro della Cultura. Sempre nel 2004, in occasione dellšapertura del nuovo ponte di Mostar, č stato presentato un libro di incisioni curato dalla Scuola di Urbino su lastre di Zec. In futuro, la sua casa-studio di Pocitelj, ora restaurato dallšUNESCO, ospiterā una scuola di grafica collegata alla Scuola di Urbino. Zec ha avuto numerosi riconoscimenti a livello internazionale: Martine Aubry, dopo aver visto le sue opere a Venezia, lo ha invitato a Lille per una mostra antologica presso il Palais des Beaux-Arts, nel 2001; un autoritratto di Zec č stato esposto tra quello di Picasso e di Duchamp alla mostra Moi, realizzata lo scorso anno dal Museé du Luxemburg di Parigi; Jorge Semprun sta lavorando a un saggio sul suo lavoro.

ĢCosė come le sue nature morte, gli oggetti disposti su di un tavolo, uno specchio o una sedia, un pane o un cesto, rivelano una sorta di ineffabile 'indifferenza'allo sguardo, determinano una inspiegabile distanza percettiva, sembrano dichiarare una loro silenziosa capacitā di sopravvivenza agli eventi esterni, anche se drammatici e di cui non hanno consapevolezza.ģ

Enzo Di Martino

 

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