GATTI-RITRATTI: ELISABETTA DEI GATTI
Il paradiso dei gatti, nella foto Cuccarini
la matriarca
a cura
di Luccia Danesin e Anna Maria Zanetti
Lamore
per gli animali tutti gli animali soprattutto se abbandonati
o bisognosi di cure, è la sua passione. Alta, bruna, lunghi capelli
castani, un sorriso da modella, uno sguardo profondo e attento, Elisabetta
è una studentessa di medicina, frequenta lultimo anno allUniversità
di Padova e vive in un paesino sulle rive del Po, nel Delta, in pieno
Polesine. Ed è proprio qui, in un podere di campagna del padre,
che Elisabetta, da tre anni ha raggruppato man mano gatti adulti e cuccioli
delle razze più diverse.
Ha cominciato col tenerne uno poi due, raccolti dal ciglio della strada
o buttati vicino ai cassonetti o scampati dalle acque del Po, malandati,
sofferenti o semplicemente vagabondi e ha dato loro riparo, un posto
accogliente e aperto dove ricevere cibo, attenzione e affetto, ma senza
rinunciare alla libertà. Ora, i due-tre gatti dellinizio
sono diventati una trentina, di tutti i colori, di tutte le età,
con i temperamenti più diversi e i nomi più strani e fantasiosi.
Cè la Cuccarini matriarca del gruppo cè
Giuditto (del quale ci si è accorti solo tardivamente che era
maschio), cè Occhiazzurri, e cè La pazza (la
gatta più temperamentosa), ci sono Grigione uno e Grigione due
e avanti così
Lei
li conosce tutti, li chiama per nome, ad ognuno sa quale vitamine somministrare,
quale vaccino fare, quale unguento spalmare e quali antibiotici usare
per combattere le malattie che, in una colonia felina, i mici si passano
luno con laltro. Il tutto sotto stretto controllo del veterinario
locale che segue costantemente il suo impegno in questa attività.
Quando la sua auto arriva al rifugio (almeno una volta al
giorno ma spesso anche più volte quando cè bisogno
di controllarne lo stato di salute o verificarne la presenza) i gatti
arrivano, la circondano miagolanti, le si strusciano intorno, a balzelli
arriva lultimo cucciolo in cerca di attenzioni. In fondo, sopra
un vecchio tronco, la matriarca osserva la scena, socchiude gli occhi
e lentamente si stira, si allunga tutta facendo un gran sbadiglio
A
volte Elisabetta si incammina per un viottolo, per inoltrarsi nella
campagna e fare una passeggiata, allora, pian piano, le si accodano
tutti dietro, poi intorno, con code e codini allinsù, giocando
gli uni con gli altri in ravvicinati corpo a corpo, facendosi imboscate,
ma sempre vigili e attenti a non perdere di vista la loro amata tutrice.
E un impegno di non poco conto per lei - ma lo sappiamo
ciò che si fa con piacere e passione viene ad essere ripagato
subito e le sinuose testimonianze di affetto e fiducia, le fusa dei
suoi gatti riescono a darle la giusta carica per poi affrontare laltro
suo impegno quello dello studio, quello della vita.
Elisabetta sa quantè vero ciò che scrisse Albert
Schweitzer, medico missionario in Africa e grande organista: So
che esiste Dio quando sento la musica di Bach e guardo giocare dei gatti.
a cura
di Luccia Danesin e Anna Maria Zanetti