nu. 11 anno secondo¬ 1 febbraio 2005 mensile online gratuito | ||
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TREVISO: CENTOMILA GAVETTE DI GHIACCIO AL TEATRO EDENa teatro
Al di là delle commemorazioni protocollate e ufficiali dei vari capi di Stato ciò che ha attirato la mia attenzione il 27 gennaio in occasione del sessantennio della Shoa sono le parole di una studentessa al di sotto dei vent'anni, la quale intervistata ha plaudito a tutte le iniziative che finalmente sono state fatte, perché "l'ignoranza è tanta". Io che non ho più meno di vent'anni ho vissuto in un'ignoranza ancora maggiore. A parte il diario di Anna Frank la scuola secondaria non mi ha detto altro rispetto agli ebrei. Allora non se ne parlava se non nella forma di quel poco che c'era nei libri di scuola. Ora finalmente se ne parla, i pochi sopravvissuti ai lager e al tempo vanno nelle scuole a diffondere il loro 'evangelo', che pare contenga solo un'unica estenuante e infinita 'Passione', che ha lasciato ferite incancellabili, tanto che qualcuno dice che non si può perdonare. Non è, però, di questa inaudita violenza che voglio parlare, che purtroppo non è la sola che la Storia ha messo nel suo album degli orrori. Voglio commentare una rappresentazione teatrale che ha avuto la sua prima nazionale per le autorità civili e militari a Treviso al teatro Eden l'indomani del 27 gennaio 2005. All'insegna del non dimenticare Treviso ha potuto ricordare grazie alla drammatizzazione, voluta dagli alpini trevigiani, l'opera di Giulio Bedeschi, Centomila gavette di ghiaccio, i dispersi della battaglia di Russia. A testimonianza letteraria di quella ritirata e di tutto ciò che ne è conseguito in termini di morte, fame, stanchezza, freddo inesprimibile, inadeguato equipaggiamento militare e infinita nostalgia di casa, delle mucche e della stalla, ma anche di solidarietà e senso profondo del dovere ci sono -secondo le mie conoscenze- le lettere di Nuto Revelli, L'ultimo fronte, Il Sergente nella neve di Mario Rigoni Stern e il poco conosciuto volume di Mario Tognato La Jiulia muore sul posto. Andrea Brugnera, l'attore di origini trevigiane e della compagnia Faber Teater, che ha rappresentato l'opera di Bedeschi ha saputo in un monologo di circa un'ora e mezza sintetizzare tutti questi stati d'animo che sono stati autentiche e drammatiche realtà. Dice Brugnera con molta modestia. "La storia delle Gavette è innanzitutto la storia raccontata dalla parte dei vinti, il ricordo ancora vitale di tutti quegli 'assenti' la cui presenza lungo l'intero libro, è però tanto concreta quanto quella dei sopravvissuti, il canto corale di tutti quei morti che popolano il testo quasi fossero un 'armata di fantasmi che passano come voci nella tormenta. Ed è per questo che anche io, in occasione della messa in scena di questo grande lavoro di Bedeschi, mi sento e voglio sentirmi una grande 'voce' del coro. Uno strumento tecnico il cui compito principale sarà quello di portare al pubblico la Storia, raccontandola come fatta principalmente di emozioni. Questa esperienza sarà di certo per me un grande onore e un grandissimo impegno perché sento la grande responsabilità di trasmettere al pubblico, soprattutto a quello più giovane, la necessità di recuperare finalmente questo nostro passato, questa nostra memoria storica troppe volte accantonata". Il proposito di Brugnera, il quale attua già dei laboratori teatrali nelle scuole secondarie bene si abbina con l'intenzione degli Alpini di coinvolgere i ragazzi delle scuole attraverso una mostra itinerante su Nikolajenwka e un concorso che raccolga altre testimonianze sui drammatici giorni della ritirata. Speriamo così che nessun' altra studentessa abbia ancora a dire "l'ignoranza è tanta". Per altre informazioni: http://www.progettobedeschi.it/home.html Inoltre informiamo che, il debutto di Centomila gavette di ghiaccio al Teatro Sociale di Treviso il 29 gennaio 2005 ha registrato il tutto esaurito. Linteresse e lapprezzamento del pubblico per la prima rappresentazione nazionale erano stati anticipati dalle autorità invitate la sera precedente presso il teatro EDEN sempre a Treviso, che hanno applaudito per parecchi minuti, tutti in piedi. La signora Luisa Vecchiato ved. Bedeschi ed il Signor Antonio Covre (Attendente di Giulio Bedeschi) presenti in sala hanno manifestato parere positivo sulla rappresentazione. Ecco nelle parole degli organizzatori del Progetto Bedeschi, gli intenti,
le impressioni e gli obiettivi di tale spettacolo al suo debutto. |
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