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PADOVA: AGGIORNAMENTI DAL ERIDIANO ZERO...


Meridiano Zero editore, via Tiziano Aspetti, 5, 35132 Padova, www.meridianozero.it, t/f 049-8644.704

a cura di Abcveneto

Daniel Zimmermann
trad. Marco Cavalli
Meridiano zero, Euro 12,00 (distr. PDE)- 88-8237-089-5

Venerdi', 11.2.2005
Il francese Zimmermann ha scritto questo romanzo (titolo originale: L'anus du monde) che ricostruisce l'atroce mondo dei lager nazisti. François, giovane dotato, sta per laurearsi con una tesi su Dante quando viene catturato e avviato ai campi. Riuscira' a sopravvivere ma al prezzo di un dolore senza limiti: l'inferno vero invece di quello dantesco.
Corrado Augias

AAVV
trad. Marco Cavalli e Renato Poletti
Meridiano zero, Euro 13,00 (distr. PDE) - 88-8237-088-7

Pulp n. 53, gen/feb 2005
In un decennio turbolento e gravido di nefandezze - gli anni Trenta - vide la luce in Francia la rivista Detective che, nonostante il taglio popolare, vantava firme illustri e una capillare diffusione tra l'intellighenzia parigina. Pubblicata da Gallimard e particolarmente curata nell'iconografia, diventa in breve uno strepitoso megafono per i fattacci di nera che piu' appassionano le folle. Dopo aver affrontato nel primo volume i casi piu' "cinematografici" di Landru e delle sorelle Papin, in questa seconda raccolta di articoli per i tipi di Meridiano Zero, la scelta cade su eventi che, pur dotati di una caratura decisamente noir, spesso e volentieri ne oltrepassano i confini. Oltre al delitto clamoroso e spettacolare, trovano infatti spazio in questa antologia alcuni fatti (dal pronunciamento di Franco all'omicidio dei fratelli Rosselli) che per la loro valenza storica sembrano incombere minacciosamente su un mondo beatamente popolato di maestrine ed ufficiali a riposo. La verita', seppur mediata, del true crime questa volta si impasta con la necessita' di testimoniare, con lo stile dovuto, la disperazione per la minaccia totalitaria (l'incendio del Reichstag) e la necessita' della denuncia politica (il killeraggio mafioso, i crimini finanziari). Con una prosa cruda e volutamente romanzesca i reporter di Detective non mancano di manifestare un bisogno di schieramento, riuscendo nel non facile compito di trasferire la truculenza del singolo fatto di sangue sul palcoscenico della storia contemporanea. Dal crimine individuale al delitto di stato questi tredici episodi ci garantiscono una lettura appassionante, dallo stile estremo e datato, ma, forse proprio per questa ragione, capace di trasportarci direttamente nel pozzo nero di quegli anni tumultuosi.
Corrado Pipan



Andy Warhol
trad. Camilla Scapini
Meridiano zero, Euro 17,00 (distr. PDE) - 88-8237-086-0

Rolling Stone, febbraio 2005

Buona parte di cio' che oggi siamo, nel bene come nel male, affonda le radici negli anni '60. II decennio nel quale, come diceva Twiggy, le persone ordinarie facevano cose straordinarie, ci ha regalato tanto l'irresistibile ascesa del consumismo e dei suoi capillari mezzi di persuasione quanto lo sbocciare dei sogni e degli ideali per cui continuiamo a sperare che un altro mondo sia davvero possibile. Nessuno ha incarnato quel periodo in tutte le sfaccettature e inevitabili contraddizioni meglio di Warhol. Padre della pop art, e' stato anche una sorta di piccolo grande Buddha dell'era mediatica, un filosofo senza concetti, il guru dell'impersonalita', il teorico dei 15 minuti di celebrita' per tutti e del desiderio di diventare una macchina, nonche' l'anticipatore del reality show, lo spettacolo in cui si assiste al nulla. Ci puo' dunque essere ritratto piu' fedele del racconto dell'uomo che ha inventato l'arte di essere spettatori?
Tommaso Pincio


James Lee Burke
trad. Angela Di Franco
Meridiano zero, Euro 15,50 (distr. PDE) - 88-8237-064-X

Mucchio, febbraio 2005
Forse proprio in questo si assomigliano tutti i Sud del mondo e proprio in questo consiste l'esser Sud: in una persistenza feroce del passato, che continua ad essere presente, sempre. Cosi' i traumi non vengono mai affrontati, le colpe mai emendate, in un perenne affossamento che impedisce al nuovo di germogliare, che strozza ogni riparazione.
Le paludi della memoria e della Louisiana sono lo sfondo di una nuova avventura di Dave Robicheaux, il detective cajun di New Iberia. Lode all'editore Meridiano Zero che, acquistando i diritti di Burke, gli ha assicurato una vita editoriale italiana che ci auguriamo continua e prolifica.
Con gran piacere si torna a leggere del bacino del'Atchafalaya, dei bayou increspati del Delta, dei noci pecan e delle umide serate malva di New Orleans. Robicheaux è più disincantato e laconico che mai, circondato dal coro sudista di scorie e personaggi. E memorie cattive, fantasmi: un sindacalista che difendeva i diritti dei braccianti impiccato un mucchio di tempo prima; un trombettista dimenticato a cui strapparono i denti di bocca, poi morto suicida; una schiava nera prima usata come concubina, poi uccisa, roba di quasi 200 anni fa, ma c'entra anche questo, nei romanzi di Burke. E' la sua Spoon River.
I due figli del sindacalista sono diventati oggi personaggi controversi: lei, fotografa da Pulitzer, manda in copertina i diseredati della societa'; lui e' un equivoco rimestatore di fondi e case di produzioni. Intorno, l'umanita' reietta a cui Burke ci ha abituato: pedofili, secondini violenti, evasi, tossicomani, prostitute e magnaccia, alcolisti, federali arroganti, sicari. E' un mondo in cui vige la sopraffazione, la Lousiana illividita di Sunset Limited - "i due terzi del mondo sono delinquenti", dice un personaggio del romanzo -, che non riesce a dimenticare la sua storia e continua a nutrire un risentimento irresolubile per i conflitti annodati che porta dentro di se'. La trama e' complessa da riassumere, e' il reticolato dei fili neri che, srotolando i fatti, Robicheaux si trova in mano.
Il quale, decenni prima, aveva perso la moglie per le vessazioni di due bianchi prepotenti. Tutto scorre e nulla va via, tutto torna, piu' grifagno e spaventoso che prima, al Sud.
Gianluca Veltri

Kem Nunn
trad. Stefano Bortolussi
Meridiano zero, Euro 13,50 (distr. PDE) -88-8237-085-2

www.motortravel.info, 19.1.2005

Il viaggio del protagonista del romanzo di Nunn (Meridiano Zero, 2004, ¤ 13,50) ricorda molto da vicino quello di Paul Hackett, il personaggio principale del film del 1985 di Martin Scorsese, Fuori orario. Come lui anche Earl Dean ha un lavoro impiegatizio che non lo entusiasma ma che fa con discreto successo, entrambi per uno strano scherzo del destino finiscono una normale e banale giornata lavorativa in una serie di disavventure ed esperienze allucinanti; a differenza dell'altro pero', a Earl Dean e' il suo passato a far visita e a far vivere il peggior giorno della sua vita. Altra differenza e' che alla fine del "viaggio" Paul finisce al punto di partenza, davanti al suo ufficio, mentre Dean coscientemente si allontana da cio' che era diventata la sua vita negli ultimi tempi. La giornata passata praticamente in ostaggio di un figuro proveniente dal suo passato offre a Dean l'opportunita' di ripensare a persone e fatti a cui non poneva mente da tanto tempo e a fare i conti con se stesso e soprattutto sulle troppe situazioni lasciate in sospeso. Il passato non torna, pero' Dean, alla fine della sua odissea di un giorno, non e' certo piu' lo stesso uomo che era diventato, anzi che si era lasciato diventare. Nunn, come molti scrittori statunitensi, ha una scrittura molto semplice e fluida, veloce come il ritmo della giornata frenetica e incontrollabile di Dean e che quindi si confa' perfettamente al racconto. Fra scorci storici di Pomona, la citta' californiana in cui e' ambientata la vicenda, e del passato della famiglia di Dean, emerge un certo sconforto e una amarezza di fondo che danno uno spessore in piu' ad un'avventura altrimenti solo picaresca. Non c'e' un solo personaggio che si sia salvato col passare del tempo, tutti sono compromessi o corrotti dall'inizio addirittura; l'unico forse coerente e sempre uguale a se stesso e' il rapitore di Dean, uno squilibrato violento. Il quadro e' veramente desolante: crescendo e invecchiando si tradisce la persona che si era e si sarebbe voluto essere solo per riuscire ad andare avanti. Alla fine del viaggio - e del libro - rimane una certa malinconia e un po' di rimpianto: un bel libro che presenta uno scorcio un po' amaro ma probabilmente piuttosto veritiero di un'America suburbana allo sfascio.
Maurizio Marenghi


Harry Crews
trad. Alberto Pezzotta
Meridiano zero, Euro 13,50 (distr. PDE) -88-8237-069-0

www.rootshighway.it, 29.1.2005
Ognuno ha i suoi santi e i suoi patroni. A Mystic, Georgia, un abisso southern, gli abitanti hanno scelto di identificarsi con i crotali e/o in mancanza di quelli con altre varieta' di serpenti. Una passione piuttosto pericolosa che, una volta all'anno, trasforma Mystic in una sorta di bolgia, un girone dantesco dove rettili ed esseri umani sembrano condividere la stessa moralita'. La follia e la devianza, le bizzarrie della provincia americana, puro white trash, vengono a galla grazie al debordante immaginario di Harry Crews : tra fiumi di alcool, feroci combattimenti di cani (dove gli animali piu' brutali sono gli allevatori), barbecue di serpenti a sonagli e altre prelibatezze striscia in sottofondo un lancinante senso di disperazione, frutto dell'emarginazione, dell'alienazione e dell'isolamento, come racconta uno dei personaggi piu' impegnati nella Fiera dei serpenti : "Per alcuni le cose cambiavano. Ma per altri no. In ogni caso, rimanevano aperte molte possibilita'. Per esempio impazzire, rincorrendo l'illusione che un giorno sarebbe stato diverso. Ma questa era una delle cose che non voleva fare". Nella smalltown non cambia nulla, i giorni si ripetono uno dopo l'altro, con le stesse (cattive) abitudini e un ritmo monotono, quasi uno stillicidio di tempo perduto fino a quando, direbbero i Green On Red, "here comes the snakes". Allora, sulla Fiera dei serpenti si solleva il sipario e prende forma una ferocia che e' tutta umana. Un romanzo crudele, tanto lucido quanto visionario.
Marco Denti

Jean-Marie Laclavetine
trad. Livia Cattaneo
Meridiano zero, Euro 12,00 (distr. PDE) - 88-8237-066-6

il Foglio, 29.1.05
Ai due ragazzacci che, senza sputare il chewing-gum, ingoiano prosciutto innaffiato di milk-shake ascoltando musica "probabilmente composta da un artigliere sordo", si puo' offrire una coppa di vino al veleno senza temere che il retrogusto amarognolo li insospettisca. E senza provare troppi sensi di colpa. Vanno puniti piu' per la mancanza di buon gusto e di bon ton che per il crimine commesso i due furfanti sorpresi a frugare a casaccio nella dispensa e nel salvadanaio del vecchio appena fatto fuori. Giustiziere, e' il pescatore bevitore che, precipitato nella spirale della malinconoia, si era riservato quel Jurançon delicato e (mortalmente) amaro per brindare, alla grande, "alla grande dipartita". Ma in riva al fiume aveva perso il cavatappi: bisognava chiederne uno al pensionato solitario, unico soccorritore nel raggio di chilometri. Tra l'eremita, gia' vittima, e i suoi carnefici l'aspirante suicida trova in effetti soccorso: nell'arnese ritorto, insostituibile per togliere tappi, incastrare teppisti, cavarsi dalle spire dello spleen. E per ribaltare il finale di un racconto avviato nel segno del cafard.
La giravolta nella chiusa non manca mai nelle storie di Jean-Marie Laclavetine. Tutte aperte come una bottiglia da degustare (e scolare poi fino in fondo). Tutte instillate di un umor nero sottile (da lasciar decantare nel bicchiere, pero', per berci sopra). Tutte risolte da una sorpresa spumeggiante e frizzantina.
Che il gusto della lingua e quello del palato godano stimoli dalle stesse papille percettive non e' un'astrusa escogitazione dei filosofi e dei lessicografi settecenteschi. Lo sa chiunque abbia una conoscenza maccheronica (ma a' la Camillo Langone) della storia dell'estetica. E suona fin troppo noiosamente filosofico, troppo aridamente lessicografico ribadirlo a proposito dello scrittore francese che, per mestiere, caporedattore di Gallimard, saggia e assaggia scritture da selezionare nella sontuosa collana editoriale. E, per loisir, riversa, dall'italiano nel francese, la prosa di Alberto Savinio e di Leonardo Sciascia. Beve bene anche, e scrive meglio di suo. Questi racconti intrecciati insieme col filo rosso (e bianco) del vino fanno indovinare l'esprit (alcolico?) dei suoi romanzi. Un cinismo sorridente, ghignante, temperato dal gusto per le parole e per i sapori. Cosi' commuove piu' l'etichetta di un vitigno locale - "il Len de l'elh, quel lontano dagli occhi di cui basta il nome per emozionare il cultore" - che la sorte dell'uomo diabetico e astemio (cultore dei marchi delle acque minerali: evian vichy, terrier... ) ucciso con sapiente travaso di medicine dalla consorte ereditiera di una gran vigna decaduta. E l'estasi sempiterna del paradiso raggiunto anzitempo da una coppia di cirrotici impenitenti, non vale un attimo dell'ebbrezza sorbita da un calice: lassu', solo astinenza, tristezza e rimpianti. Piu' ancora dei cru, le barrique e i Sauternes, nell'alto dei cieli "quello che manca e' la sete".
Alessandra Iadicicco

e ricordiamo gli ultimi volumi pubblicati...

David Peace

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Derek Raymond

Jason Starr

 

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