nu. 10 anno secondo¬ 1 gennaio 2005 mensile online gratuito | ||
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Editoriale nu.11: la coscienza di Zeno... Leggere questo libro di Zeno Giuliato mi ha
incuriosito, perché non si limita solo a parlare di politica,
ma anche di buon senso, di storia, di cronaca e di filosofia di quello
che dovrebbe essere la politica a prescindere dall'essere di sinistra
o di destra e io l'ho letto con mente aperta, senza 'deviazioni' o spauracchi
di essere catalogato da una parte o dall'altra della barricata.
Abbiamo qui fra le mani il libro di Zeno Giuliato "Comunisti ancora",
pubblicato nel novembre del 2004 dalla Editrice Cristallo. Da parte nostra, ammiriamo molto coloro che, finito il potente di turno, continuano a perseverare nelle loro idee e una idea come il comunismo è un'idea che a nostro avviso merita di essere veramente storicamente riconsiderata, rileggendo però attentamente i grandi fondatori di questo ideale. Sembra che ciò avvenga in alcune università americane, senza tante bende sugli occhi, ma prendendo prima di tutto in esame ciò che stava alla base di questo pensiero, un concetto di pensiero economico, prima che politico. Zeno Giuliato dice subito, all'inizio del libro, qualcosa che ci conquista... "ritornare a Marx significa ritornare da un lato alla critica del mercato inteso come automatismo e subordinazione della soddisfazione dei bisogni, alla crescita fine a sè stessa dell'accumulazione, che fa sì che il lavoro umano sfugga alla direzione dell'uomo stesso; e dall'altro alla critica del cesarismo, degli apparati burocratici e della forma politica che in qualche modo si sovrappone al funzionamento della società civile e del mercato, sfuggendo anch'essa al controllo umano consapevole." Insomma, è questa apertura e questo tener contro del valore 'uomo' che ci appartiene e dovrebbe appartenere a tutto il genere umano. Continua inoltre, dicendo che "tale critica all'automatismo del mercato ed all'autoritarismo della burocrazia è stata rimossa nella storia e nella cultura di quel movimento operaio che pure si richiamava a Marx". Insomma, ivi sta la chiave di quello che pensiamo anche noi...il comunismo come l'aveva pensato Marx, non è mai esistito, ma sono esistite 'deviazioni' in cui lo statalismo assoluto e il controllo di pochi a nome di molti anche con mezzi violenti ha preso il posto del vero comunismo! Infatti il comunismo vero presupponeva l'estinzione dello stato in sè, (cosa che non sembra essere successa in U.R.S.S. in cui tutto apparententemente era sotto controllo statale, statalissimo!), ma non vogliamo spingerci troppo oltre in questa riflessione che in certi campi può essere discutibile, perchè siamo solo dei profani curiosi. Curiosa e veritiera è comunque la riflessione che fa l'autore,
in cui in realtà questo processo di destatalizzazione, è
poi fatta paradossalmente dalle forze cosidette conservatrici...in nome
della modernità e dell'economia di mercato che oggi si riflette
nel famoso assioma globalizzazione=produrre dove costa meno e meglio
se non ci sono diritti dei lavoratori e forma di tutela sindacale...
Zeno tenta poi un discorso per spiegare dove secondo lui il comunismo
ha fallito e perché, anche se quello che valeva vent'anni fa,
sembra oggi... fantascienza al contrario. |
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