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Editoriale nu.11: la coscienza di Zeno...


Leggere questo libro di Zeno Giuliato mi ha incuriosito, perché non si limita solo a parlare di politica, ma anche di buon senso, di storia, di cronaca e di filosofia di quello che dovrebbe essere la politica a prescindere dall'essere di sinistra o di destra e io l'ho letto con mente aperta, senza 'deviazioni' o spauracchi di essere catalogato da una parte o dall'altra della barricata.

a cura di Federico De Nardi

Abbiamo qui fra le mani il libro di Zeno Giuliato "Comunisti ancora", pubblicato nel novembre del 2004 dalla Editrice Cristallo.
Diciamo che ci ha colpito subito il titolo, coraggioso, perché oggi viviamo in un'epoca in cui dare del comunista a qualcuno, ha assunto un valore esclusivamente negativo, (come del resto sottolinea nella postfazione il filosofo Renzo Mulato) se non fuorimoda e irrealista a detta di molti, che un tempo si fregiavano di tale nome. Si sa, l'umana natura è siffatta: i 'moltissimi' corrono dietro ai vincitori...non alle idee da questi propugnate, giuste o sbagliate che siano; purtroppo anche oggi, sembra sempre e solo valida e quindi politicamente corretta la logica del vincitore e non del giusto e retto pensiero a chichessìa appartenga.

Da parte nostra, ammiriamo molto coloro che, finito il potente di turno, continuano a perseverare nelle loro idee e una idea come il comunismo è un'idea che a nostro avviso merita di essere veramente storicamente riconsiderata, rileggendo però attentamente i grandi fondatori di questo ideale. Sembra che ciò avvenga in alcune università americane, senza tante bende sugli occhi, ma prendendo prima di tutto in esame ciò che stava alla base di questo pensiero, un concetto di pensiero economico, prima che politico.

Zeno Giuliato dice subito, all'inizio del libro, qualcosa che ci conquista... "ritornare a Marx significa ritornare da un lato alla critica del mercato inteso come automatismo e subordinazione della soddisfazione dei bisogni, alla crescita fine a sè stessa dell'accumulazione, che fa sì che il lavoro umano sfugga alla direzione dell'uomo stesso; e dall'altro alla critica del cesarismo, degli apparati burocratici e della forma politica che in qualche modo si sovrappone al funzionamento della società civile e del mercato, sfuggendo anch'essa al controllo umano consapevole." Insomma, è questa apertura e questo tener contro del valore 'uomo' che ci appartiene e dovrebbe appartenere a tutto il genere umano.

Continua inoltre, dicendo che "tale critica all'automatismo del mercato ed all'autoritarismo della burocrazia è stata rimossa nella storia e nella cultura di quel movimento operaio che pure si richiamava a Marx". Insomma, ivi sta la chiave di quello che pensiamo anche noi...il comunismo come l'aveva pensato Marx, non è mai esistito, ma sono esistite 'deviazioni' in cui lo statalismo assoluto e il controllo di pochi a nome di molti anche con mezzi violenti ha preso il posto del vero comunismo! Infatti il comunismo vero presupponeva l'estinzione dello stato in sè, (cosa che non sembra essere successa in U.R.S.S. in cui tutto apparententemente era sotto controllo statale, statalissimo!), ma non vogliamo spingerci troppo oltre in questa riflessione che in certi campi può essere discutibile, perchè siamo solo dei profani curiosi.

Curiosa e veritiera è comunque la riflessione che fa l'autore, in cui in realtà questo processo di destatalizzazione, è poi fatta paradossalmente dalle forze cosidette conservatrici...in nome della modernità e dell'economia di mercato che oggi si riflette nel famoso assioma globalizzazione=produrre dove costa meno e meglio se non ci sono diritti dei lavoratori e forma di tutela sindacale... Zeno tenta poi un discorso per spiegare dove secondo lui il comunismo ha fallito e perché, anche se quello che valeva vent'anni fa, sembra oggi... fantascienza al contrario.
Ci ha molto colpito la riflessione seguente:"l'89 dei paesi dell'Est è stato un gigantesco '68 con vent'anni di ritardo" che l'autore porta avanti in un capitoletto molto interessante...
Il libro prosegue poi con lettere, articoli, testimonianze di fatti e avvenimenti storici che riguardano sì la storia locale, veneta, ma rispecchiano anche una necessità di rapportarsi al resto del mondo, come del resto stimolante è la risposta a chi dice che la Cina oggi ci 'ruba' il lavoro: "...Noi dovremmo perciò cominciare a produrre cose che i cinesi non producono o producono in maniera insufficiente..." e qui il discorso si fa veramente utile, per produrre ciò che i cinesi non sanno fare, bisogna investire in ricerca...cosa che pochissimi hanno fatto finora. Insomma, consigliamo la lettura di Comunisti ancora chiunque abbia la mente aperta al futuro con la consapevolezza del passato.

a cura di Federico De Nardi

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