Finanza: Asset class...*
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di Gino Gatto
Predefinire un modello di asset allocation universale, che collimi
con le esigenze di tutti gli investitori, è una operazione assai
complessa che richiederebbe un dispendio di energie non indifferenti,
in considerazione delle innumerevoli variabili da considerare. Senza
per questo risultare un modello rispondente ed efficiente. È
sufficiente considerare, nell'analisi, le molteplici sfumature, con
le quali, ogni singolo soggetto tinge di personale, il concetto di tolleranza
al rischio; per comprendere che un modello standard, nella costruzione
di un portafoglio, non può essere applicato a tutti gli individui.
La globalizzazione di investimento, non è un sistema efficiente,
quindi proporre un modello replicabile su un ampio numero di soggetti
che approcciano il mercato, non è una metodologia corretta, perché
non rispetta le singole esigenze dell'investitore, e non colloca l'asset
di investimento al suo corrispondente profilo di rischio.
Una architettura d'asset è pur sempre frutto di una attenta analisi
dei bisogni ascrivibili ad un soggetto. Che deve considerare le esigenze
del singolo individuo, gli obiettivi, le risorse disponibili da dedicare
al progetto di investimento, i termini temporali per il raggiungimento
di questi obiettivi, una attenta e corretta analisi della tolleranza
al rischio di volatilità dell'investimento al quale ci sottoponiamo.
Ogni singolo profilo di investitore reca in se il bisogno di una analisi
approfondita, di un insieme di elementi, che ben lo definiscono e connotano
le proprie caratteristiche, i limiti e le possibilità, nonché
le opportunità di affrontare le vicende oscillanti del mercato.
È inverosimile, esercitarsi nella costruzione di un asset che
possa essere utilizzato da un numero indefinito di soggetti, poiché
non tiene conto delle peculiarità. È quindi opportuno,
rifuggire dalla pedissequa applicazione di asset che sono frutto di
una attenta analisi di mercato, poiché questi ultimi, risentono
esclusivamente del sentiment generale del mercato approcciato e non
delle esigenze dell'investitore e dei suoi obiettivi.
È indubbio che il sentiment del mercato debba avere la sua giusta
considerazione, poiché eludendolo rischiamo di ascrivere al mercato
un nostro modello che in esso non trova rispondenza, e qui, nell'esercizio
finanziario potremmo incontrare delle divergenze che potrebbero rilevarsi
dannose per il nostro portafoglio.
Altro inequivocabile elemento, per non incorrere in una errata applicazione
di un modello generalizzato di investimento, è la dovuta considerazione
che i modelli, in quanto sunto di analisi, risultano essere la fotografia
di un evento passato; quindi possono essere correttamente presi ad esempio
per il futuro, utilizzati come base di sviluppo per le azioni a venire
ma sicuramente non posso essere assunti quali verità assolute,
punti certi di arrivo o elementi costanti del mercato. Essi hanno bisogno
costantemente di essere rivisti e adeguati alla mutevole realtà
del mercato, poiché, quest'ultimo è costituito da un vario
numero di operatori e gli stessi articolano le loro speranze ed il raggiungimento
degli obiettivi, in funzione del variare dell'umore del mercato da essi
rappresentato.
Deve essere ben presente, nel nostro modo di progettare un asset e nella
gestione del risparmio, che l'errore più grossolano a cui potremmo
andare incontro è nel definire univocamente un modello strategico
di investimento e non avere il coraggio di modificarlo mai. Di tifare
per questo modello alla stessa stregua di una squadra del campionato
di calcio. Ascrivergli delle aspettative che il mercato non può
offrire, perché il pensiero di chi opera è diverso dal
nostro. Proiettare ciò che vorremmo, le aspettative di un risultato
che crediamo opportuno un investimento ci fornisca, e fissarle nel tempo,
accanendosi sulle stesse, e sul nostro portafoglio, può rivelarsi
deleterio e condurre alla perdita anche totale delle nostre risorse;
questa si chiama febbre da gioco d'azzardo, non corretta allocazione
delle risorse. È il ricordo storico degli investitori last minute,
della bolla speculativa, deve rientrare nel nostro patrimonio di investitori.
Sposare un investimento e non disinvestire per non accumulare una corretta
perdita, entro certi parametri, può condurre a delle flessione
del capitale che risultano insanabili; mentre allocare diversamente
le risorse, quando le perdite sono ancora accettabili, rende possibile,
o quanto meno ne offre la possibilità, di programmare un recupero
in tempi che risultano ragionevoli.
Quindi il mercato è mutevole, questa più che una regola
deve diventare una consapevolezza; e se questa corrisponde ad una verità
assoluta, dovremmo razionalizzare che il nostro modello di investimento
non può essere sempre uguale per tutta la nostra vita finanziaria
ma dovrà subire delle variazioni coerenti, secondo le modifiche
il mercato impone, perché è il mercato che genera le regole
e noi non abbiamo la forza di imporgli le nostre di regole.
Nel tempo il mercato ha sempre premiato la fedeltà degli investitori
oculati, coloro che non applicano l'ottusa detenzione di titoli, ma
che attenti alle sue oscillazioni, hanno perseguito una partecipazione
attiva ed una conoscenza attenta degli eventi e delle aspettative che
lo governavano; accettandone le variazioni anche oscillanti tra gli
estremi di un pensiero ma pur sempre espressione della volontà
del mercato.
Noi non abbiamo la forza di modificare le aspettative del mercato. Con
questa consapevolezza, dobbiamo però progettare la nostra architettura
finanziaria, costruire il nostro modello di asset allocation iniziale
e con altrettanta consapevolezza, sapere che dovremmo apportare le giuste
correzioni di rotta per adeguare il sottostante del nostro progetto,
cioè gli investimenti, al raggiungimento degli obiettivi che
ci siamo prefissati.
La visione corretta è di non scambiare il sottostante, l'investimento,
con il nostro progetto finanziario, perché un corretto progetto
finanziario è articolato sulle nostre aspettative, sui bisogni,
sugli obiettivi, sulle risorse e sulla nostra capacità di gestione
del rischio. L'investimento è il metodo con cui perseguiamo la
nostra finalità, non il punto focale.
È pertanto doveroso, quando si decide l'approccio al mercato,
concludere, anche con l'aiuto di una persona esperta, una corretta analisi,
per individuare la tipologia di investitore che ricopriamo; la comprensione
di quali sono gli obiettivi che ci prefiggiamo di raggiungere con una
operazione finanziaria; le aspettative che ci attendiamo dalla stessa;
la nostra tolleranza al rischio e la capacità di reggere il mare
in tempesta delle oscillazioni dei prezzi nel mercato; ma quanto più
importante la nostra capacità di accettare gli eventi del mercato
per ciò che effettivamente sono, la serena coscienza che l'acquisto
di un sottostante, quale esso sia, non è fatta per tutta la vita
che può essere sempre modificato e che si deve modificare. È
possibile modificare lo strumento, il modello di asset, ciò che
non devo modificare mai sono gli obiettivi del progetto finanziario
che sta al di sopra dell'investimento, perché quello è
il vero scopo per cui decido di porre in discussione le mie risorse.
A questo punto, parlare di un modello matematico o di un modello empirico
per la costruzione di un asset allocation ottimale è comprensibilmente
superfluo. Poiché la razionalità mi impone di sperimentare
entrambi, per il concetto che nulla è statico e un avvicendamento
non potrà che essere opportuno. Sarà probabile che preferiate
l'uno a l'altro, ma anche tale osservazione è marginale; è
importante scegliere ciò che a noi è più congeniale,
più duttilmente pratico; l'idea di base e di non vincolare la
nostra progettualità unicamente al mezzo, il modello, ma il perseguimento
dell'obiettivo progettuale sia il fine che si deve raggiungere.
Una volta fissate tali regole, e soprattutto fatte proprie, potremmo
affrontare l'efficienza di un modello anziché l'altro e discutere
la costruzione di un asset orientato alle aspettative del mercato, perché
sia chiaro, senza la definizione dei punti esposti in precedenza, solo
questo può esprimere il modello di asset; che potrete utilizzare
come base per la costruzione di un vostro asset personalizzato che comprende
i punti testé citati.
di Gino Gatto
(*) Le esposizioni riportate in questo documento hanno
finalità meramente informative e non costituiscono una offerta
o sollecitazione all'offerta per l'acquisto o la vendita di alcun strumento
finanziario. Il documento non intende costituire la base, in tutto o
in parte, di alcuna decisione di investimento, ovvero fornire valutazioni
o raccomandazioni di alcun tipo, con riferimento a qualsivoglia opportunità
di investimento. Ogni proiezione economica e finanziaria ed ogni stima
di prezzo contenuta all'interno, ha finalità unicamente illustrativa.
Ogni valutazione dovrebbe basata sulla percezione che l'investitore
ha dei rischi finanziari, economici, legali, fiscali e qualunque altro
rischio che sia associato alla transazione.