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L'ORA DI RELIGIONE: COSA DICE GIOVANNI?


La passione di Gesù secondo il Vangelo di Giovanni

Scritto da Caterina Pallaoro

Giovanni più dei Sinottici, mette in rilievo la portata teologica del Vangelo. Clemente Alessandrino diceva che i primi tre vangeli descrivono l'aspetto corporeo di Gesù, mentre Giovanni ne fa comprendere in profondità lo Spirito. I sinottici mettono in luce soprattutto il lato umano del comportamento di Gesù. Matteo e Luca descrivono come Egli sia lungamente atteso dal popolo l'Israele come profeta e come salvatore. Giovanni non dice nulla del processo giudaico, non fa parola sull'interrogatorio e la condanna da parte del Sinedrio. Giovanni considera il giudizio sul piano teologico. Nel processo di Gesù il condannato reale è il popolo ebraico, perché giudicare significa ai suoi occhi non alla luce della rivelazione. Il particolare del processo giudaico non aveva per Giovanni nessuna importanza poiché pronunziando la sentenza, le autorità giudaiche condannavano se stesse. Tutto questo è la logica della terminologia giovannea e concorda con i numerosi indirizzi che si trovano in molti punti del quarto vangelo. Il vangelo di Giovanni è il mistero dell'incarnazione. Quel Gesù che i discepoli hanno così ben conosciuto, con il quale hanno convissuto tre anni, è lo stesso uomo, secondo la carne e figlio di Dio. In tutto il corso del vangelo bisogna distinguere nella vita di Gesù il suo aspetto umano e il mistero di colui che viene da presso il Padre, mistero che traspare nell'uomo Gesù. In Paolo è centrale il tema della redenzione, la rivelazione costituisce il pensiero principale della teologia di Giovanni: “chi vede me vede il Padre”. Il racconto della Passione di Giovanni è costituito sul principio dell'unità del luogo: l'orto, il palazzo di Anna (che era stato sommo sacerdote), il pretorio di Pilato e adesso il Golgota. (Calvario) Si tratta di cinque fatti che possono essere simultanei. La scritta sulla croce. La tunica senza cucitura. La maternità spirituale di Maria. La sete e la morte. Il sangue e l'acqua. Pilato consegna Gesù nelle mani dei Giudei i quali lo prendono in consegna e si assumono la responsabilità che a partire da questo momento rispondono nel corso degli eventi. . L'ultima scena davanti al pretorio terminava con queste parole: “ Allora Pilato lo consegnò a loro perchè fosse crocifisso”, presero dunque in consegna Gesù. Pilato non ha pronunciato una sentenza di condanna ma consegna Gesù nelle mani dei Giudei i quali lo prendono in consegna. Giovanni vuol dire che i giudei si assumono la responsabilità a partire da questo momento, risponderanno essi nel corso degli eventi. Pilato scrisse sulla croce: re dei giudei, essi dissero non scrivere re dei giudei ma piuttosto quest'uomo dice di "essere re dei giudei". In altri termini egli lo afferma, ma per noi non lo è. Riassumendo si può dire che la proclamazione fatta da Pilato nel pretorio che Gesù è il re dei giudei, era l'annuncio e la prefigurazione della realtà suprema che avrà luogo sulla croce.. Sul Golgota dallo stesso Pilato viene messo per iscritto nelle tre lingue, (ebraico, greco e latino) e proclamato per tutti che Gesù il Nazzareno, è il re dei giudei.

La croce è il trono regale di Gesù. Portò la croce per se stesso. Come cosa che per lui aveva grande valore in quanto strumento privilegiato nella sua opera si salvezza segno del suo trionfo e della sovranità. Giovanni Crisostomo scrive: “egli portò sulle proprie spalle i segni del trionfo...il pensiero di Isaia: sulle sue spalle riposa la sovranità”. Tommaso d'Aquino così commenta questo passo: che Cristo portò per sè la croce e per gli empi e gli infedeli fu un grande ludibrio, ma per i fedeli e per gli uomini pii un grande mistero...Cristo porta la croce come sovranità universale su tutti, la porta come guerriero vittorioso, è il trofeo della sua vittoria. La maniera in cui Giovanni descrive l'arrivo al Golgota è la migliore conferma. Lì lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall'altra, Gesù nel mezzo. Gli altri due sono per Matteo e Marco, due ladroni, Luca li chiama malfattori. Per Giovanni non ha importanza, egli fissa l'attenzione sui Gesù che continua ad essere proclamato re e, così diventa re per tutti i tempi e annunziato a tutto il mondo. Nella biografia di Madre Teresa di Calcutta, quando ella costruì la sua prima casa di accoglienza per i poveri, i disperati e i moribondi fece costruire all'interno una Cappella per il Padrone di casa (come lei chiamana Gesù) e un grande coicifisso, sopra il quale fece scrivere la frase "I thirst" Ho sete . Naturalmente non sete d'acqua, ma sete d'Amore, sete che non può venire lenita solo dalle Opere di carità, come pulire le piaghe purulente o dare a quegli esseri umani un sorriso prima di morire. Non chiedeva loro di cambiare religione o di credere nel suo Dio, ma li accompagnava fino alla soglia finale con un minimo di pietà e in quell'attimo, quell'essere umano non più disprezzato, moriva con la dignità di un uomo. E' una sete che non si estingue in nessun altro modo.Questo significa interpretare nel modo giusto quelle due parole: "Ho sete". Per noi cristiani è un imperativo non solo etico, ma di Credo, di Fede. Fare il bene supremo tutte le volte che ci capita l'occasione. Non c'è bisogno di andarlo a cercare molto lontano, perchè nel mondo c'è una umanità che soffre, che è sola, senza conforto, immersa nell'oscurità dell'ingnoranza, dell'ignavia della malattia dell'abbandono. E spesso sono persone a noi vicine. Quante cose buone da fare per un cristiano!” Perchè svolazzare come galline, quando potremmo volare in alto come aquile?” Dice Josemaria Escrivà de Balaguer nel suo libro "Cammino". Ed è proprio così, quando si fa un’ azione di grande generosità ci si sente sollevati da terra, pervasi da una leggerezza che non ha eguali, il nostro corpo produce e si riempie di endorfine, sostanze di vera felicità.

“La Passione di Gesù” secondo il Vangelo di Giovanni Ignace de la Potterie-Edizioni San Paolo-1988 Cinesello Balsamo (Mi) Scuola di Formazione Teologica Seminario Vescovile di Treviso

Scritto da Caterina Pallaoro

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