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MOGLIANO VENETO: IL PREMIO BERTO; UN MESE DOPO


Sabato 4 giugno 2005, a Mogliano Veneto è stato consegnato il Premio Berto

a cura di Abcveneto

Due sono stati i vincitori del Premio Berto 2005, Umberto Contarello, padovano e Anita Rau Badami canadese ma indiana d'origine, altri sono stati i finalisti, ma si sa, come diceva il generale Custer, il primo è il primo, il secondo non è nessuno, mi dispiace dirlo, ma in letteratura come nello sport, più sono i concorrenti, più conta essere il primo, gli altri sono tutti secondi, compreso l'ultimo. I vincitori assoluti sono tutti e due al loro primo libro, uno scritto direttamente in italiano, l'altro tradotto dall'inglese.

La premiazione si è svolta nel lussureggiante scenario della villa La Marignana -Benetton di Mogliano Veneto, nel giardino alberatissimo la villa ospita una mostra e una scuola di scultura, nonchè un piccolo museo con le opere del grande scrittore Toni Benetton. Il luogo in cui si sono svolti i festeggiamenti per il premio, hanno regalato alla premiazione un'atmosfera, un'anima particolare che ha incorniciato le voci narranti di giuria, spettatori e vincitori e le numerosissime persone presenti. Il verde delle siepi e dei giganteschi alberi ombreggianti hanno offerto un ristoro necessario alla calura dei raggi solari, che bersagliavano implacabili come proiettili i malcapitati che cercano riparo nell'ombra, sotto il porticato o sulle confortevoli panchine poste qua e là. Ma la gente era talmente tanta, che più di qualcuno si è abbrustolato. Parliamo dei libri vincitori, dunque e di uno in particolare: Una questione di Cuore di Umberto Contarello. Pubblicato da Feltrinelli, un editore tra i maggiori in Italia... dunque un'opera prima con un editore 'magnum'. Ma del resto anche L'autore, padovano, è un protagonista della scena italiana che conta.
E' stato fra gli autori di Fantastico 8, tra gli sceneggiatori della Piovra 7 e coautore del soggetto della Piovra 8, nonchè sceneggiatore cinematografico di Marrakech Express, Il Toro, Vesna va veloce, La lingua del Santo, Il carniere, Il metronotte, Luce dei miei occhi, L'aria che respiro, Ovunque sei, La stella che non c'è. Insomma, Umberto Contarello fa parte di quella ristretta famiglia che si può dire fa oggi il cinema italiano, nel bene e nel male. E certo può essere definito, come è scritto in una delle 'ali' della copertina del suo libro, "uno dei più importanti sceneggiatori italiani".

Ho letto il libro Una questione di cuore in due puntate, subito fino a metà dopo averlo sentito proclamare vincitore a Mogliano Veneto e dopo averlo perso e poi ritrovato, un mese più tardi, sepolto in mezzo a una catasta di altri libri. Ho ripreso a leggerlo come se non l'avessi interrotto un mese prima e questa è una cosa importante, perché quale libro, se non è degno di questo nome, rimane impresso se lasciato lì a metà e poi ripreso un mese dopo? E veramente l'autore ha le ali, la scrittura è leggera, ma non superficiale, veloce ma dettagliata, sembra scritto di getto una volta sola in bella copia.
Ricorda Il giovane Holden di Salinger nella sua levità, nel suo muoversi nel mondo della malattia come fosse una cosa normale, (parliamo della scrittura, non del protagonista!).

Veri inoltre i protagonisti del romanzo, o meglio dire, le persone, perché come ricorda Alberto, l'eroe del libro, a un suo allievo durante un viaggio in treno, (Alberto è sceneggiatore come l'autore), -non chiamarli protagonisti, sono persone!- L'autore è insomma uno di quegli scrittori che amano i propri personaggi, maschili e femminili. Perchè come tanti sanno, ci sono anche autori che non amano le proprie creature.

Insomma, Una questione di Cuore è una bella lettura che non angoscia, perché lo scrittore ha saputo narrare una vicenda tragica con distacco e delicatezza, senza tonfi e urli. Un'altro aspetto, il tema del libro (la malattia) e le vicende dei personaggi (il mestiere di sceneggiatore, i rapporti con le donne, Roma) ci hanno ricordato per certi versi 'Il male Oscuro' di Berto, a cui è intitolato il premio letterario in questione e questo è un complimento. Per concludere, l'unica cosa che ci ha lasciato un po' perplessi, è la copertina...bella ma con il libro non ci sembra che centri molto, anche perchè questo è uno di quei libri che per essere letti, non hanno bisogno di copertina.

(recensione di Federico De Nardi)

a cura di Abcveneto

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