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TRE BASELEGHE: IN RICORDO DI DON BASSO


Trebaseleghe ­ A circa diciassette anni dalla morte, don Umberto Basso,originario di Trebaseleghe in provincia di Padova, torna a far parlare di sé.

a cura di Abcveneto

Tra i meriti che vanno riconosciuti all¹ultimo libro di Carlo Silvano intitolato Cristianesimo Chiesa Teologia e pubblicato dalle Edizioni del noce (Cercola 2005, pp. 120. euro 10.90), vi è, infatti, quello di aver valorizzato la spiritualità di un prete trevigiano: don Umberto Basso. Nella prima intervista riportata nel libro, infatti, Silvano ha posto delle domande al noto biblista Luciano Manicardi, responsabile della formazione dei novizi della comunità monastica di Bose, tenendo sotto mano proprio gli appunti utilizzati da don Umberto Basso quando questi teneva i corsi di esercizi spirituali per le consacrate dell¹istituto secolare Opera Cuore Immacolato di Maria di Maser da lui stesso fondato durante l¹ultimo conflitto mondiale nel trevigiano. La conversazione con Manicardi verte sul mistero dell'incarnazione di Cristo, la sofferenza nel mondo, la speranza dei cristiani e il destino dell¹uomo, tutte tematiche particolarmente seguite da don Basso che nacque a Trebaseleghe nel 1907 e morì a Maser nel settembre del 1988. ³Purtroppo - riferisce Carlo Silvano - non esiste ancora una pubblicazione specifica sulla spiritualità di questo sacerdote trevigiano, che ha saputo coniugare la mistica con la fatica del vivere quotidiano e che incentrò il proprio apostolato sul mistero dell¹Incarnazione². Secondo Silvano, don Basso appare molto vicino ai padri della Chiesa che quando si riferivano all¹Eucarestia usavano il termine ³incorporazione². Attraverso il sacramento dell¹Eucarestia gli uomini diventano concorporei e consanguinei di Cristo. 'Non è però Cristo - scrive nei suoi appunti don Basso - che diventa uomo, ma l¹opposto: è il credente che diventa come Cristo'. Nell¹Incarnazione gli uomini sono incorporati nella persona di Cristo, nel Figlio di Dio che raggiunge ogni uomo, cioè tocca la realtà di ogni persona. Così nel caso della sofferenza, ad esempio, il dolore è un incontro con Cristo Gesù; questo si può affermarlo osservando come spesso avvengono dei radicali cambiamenti nelle persone tra il prima e il dopo aver vissuto dei dolori (una lunga malattia, un incidente, la morte di una persona cara, e così via).
'Prendendo coscienza anche delle difficoltà che oggi si riscontrano nel parlare dei grandi misteri della vita cristiana - conclude Silvano ­ credo che la strada più adatta, soprattutto per parlare ai giovani, del mistero dell¹Incarnazione sia quella della solidarietà, della condivisione. Parlare dell¹Incarnazione si traduce nel parlare di un Dio che è solidale con l¹uomo, che entra concretamente nella nostra storia, che si rimbocca le maniche'.

Un Dio, quindi, che non ci sta a guardare da lontano ma che ci dimostra, in tutti i modi, la sua presenza costante nell'orizzonte della nostra esistenza. E questo, don Basso, lo aveva compreso molto bene. Oltre all¹intervista a Manicardi, nel volume di Silvano sono presenti anche altre interviste come all'arcivescovo Bruno Forte, il padovano Luigi Sartori, l'islamologo Maurice Borrmans e Piero Coda presidente dell'Associazione Teologica Italiana.

Con le Edizioni del noce, Carlo Silvano ha già pubblicato il libro "Cristiani e musulmani. Costruire il dialogo partendo dai fatti di borgo Venezia di Treviso".

Armando Fiscon

a cura di Abcveneto

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