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PROVINCIA DI TREVISO: CHE FARE?


Intervento del presidente vicario della Provincia di Treviso, Leonardo Muraro.

a cura di Abcveneto

 

MURARO: "MEGLIO UN ECCESSO DI CAUTELA, CHE UN ECCESSO DI LEGGEREZZA".

Abbiamo paura. E dobbiamo difenderci.
C'eravamo cullati nell'illusione che l'attentato di Madrid fosse l'unica mossa terroristica ai danni dell'Europa.
Ed ecco che i fatti gravi di Londra, del 7 luglio e di ieri - a soli dieci giorni dal primo attentato nella capitale inglese- ci hanno bruscamente riportato alla realtà. Colpire per ben due volte il cuore della City ha significato emblematicamente che le misure di difesa adottate non sono sufficienti. Ora di nuovo l'attenzione mediatica ha riportato in prima pagina il pericolo "Terrorismo", e di nuovo a cascata sono ricominciate le speculazioni politiche dei "Se..." e dei "Ma...". Il terrorismo non si combatte a tavolino. Talk show e dibattiti da prima pagina non ci aiuteranno a sconfiggere l'incubo attentati. Il mio timore? Non fare nulla di concreto per evitare altre tragedie, continuando a disquisire sui motivi per i quali esiste il terrorismo, cercando di capire cosa porti tali persone a compiere atti cosi assurdi e crudeli. Bisogna, ora, che alle parole seguano azioni concrete e preventive.
Madrid, Londra…vogliamo essere i prossimi? E chi giustificherà poi quelle tante tragedie personali, di intere famiglie innocenti coinvolte?
Francia e Olanda hanno il coraggio di dire "basta", hanno messo in primo piano la difesa della loro comunità sospendendo in tutto o in parte gli accordi di Schengen. E noi? Non voglio essere retorico, ma sono fermamente convinto che sia essenziale rafforzare i controlli alle nostre frontiere e non permettere che ci siano maglie larghe nella rete di controllo. Chi entra nel nostro territorio deve essere identificato e tutti coloro che vengono sospettati di avere rapporti con il terrorismo devono essere espulsi dall'Italia. Non dobbiamo assolutamente lanciare un messaggio di debolezza perché questo potrebbe ritorcersi contro di noi. Si pensi come sempre più anche a livello locale la criminalità sia in aumento, affatto intimorita dalle forze dell'ordine e dal nostro sistema giudiziario. Ultimo caso, ma solo in ordine di tempo l'uccisione del gioielliere di Abano Terme, amazzato da un delinquente recidivo ma che, grazie ad una legge permissiva ha potuto compiere indisturbato la rapina finita in sangue. Non possiamo accettare queste condizioni in particolar modo in questo momento di crisi. Accanto a misure di sicurezza delle forze armate dobbiamo avere una giustizia ferma che non lasci margine ai cosidetti "cavilli giudiziari". Abbiamo una giustizia lenta e una magistratura che, nel migliore dei casi, non ha gli strumenti per tenere in galera chi ha commesso reati. La soluzione è semplice: emessa una sentenza la condanna deve essere certa e senza appello.
Sono lieto di sapere che il Comando provinciale dell'Arma, anche alla luce dei recenti episodi di terrorismo internazionale, stia portando avanti un'operazione preventiva e di controllo del territorio con particolare attenzione agli obiettivi sensibili. Come amministratore non posso che invitare le diverse istituzioni del nostro territorio ad unirsi in rete per pianificare e coordinare azioni a supporto delle forze dell'ordine.
L'Italia potrebbe essere il prossimo obiettivo dei terroristi. Il terrorismo islamico non è qualcosa di organico, ma si configura come una costellazione di organizzazioni anche piccolissime che agiscono in modo del tutto incontrollato. Questa è la difficolta maggiore. Combattiamo contro un nemico non facilmente individuabile. Siamo in uno stato di guerra. Non possiamo dimenticarlo.
Posso essere tacciato di eccessiva prudenza richiedendo controlli severi per individui sospetti e più rigide misure di sicurezza, ma nella situazione critica e pericolosa nella quale viviamo, meglio un comportamento forse fin troppo prudente, di un atteggiamento permissivo e lassista che potrebbe compromettere l'incolumità della nostra popolazione. Il terrorismo islamico, è un male da sconfiggere, anche attraverso misure drastiche, non vogliamo vivere nel terrore, credo che l'Italia debba prendere una posizione chiara e precisa.

Leonardo Muraro
Presidente vicario della Provincia di Treviso

a cura di Abcveneto

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