TREVISO: MAZZOCATO, QUEL GRILLO PARLANTE DELLA VENETICITÀ
Mazzocato, quel grillo parlante della veneticità
scritto da Albertoleoncini@libero.it
Parlare
di Gian Domenico Mazzocato a Treviso e nel Veneto, significa menzionare
un noto, affermato ed apprezzato scrittore, che può vantare grande
successo di critica e di pubblico (ricordiamo il grande successo del
suo primo romanzo IL DELITTO DELLA CONTESSA ONIGO e di una
della sue piece teatrali MATO DE GUERA), ma soprattutto
che sovrasta di svariate spanne la mediocrità intellettuale della
provincia nostrana. Viene allora da domandarsi da dove scaturisca questo
successo. Leggendo GLI OSPITI NOTTURNI (Ed. Santi Quaranta,
2001- € 11,00 www.giandomenicomazzocato.it),
la risposta si evince con chiarezza: Mazzocato è, per un veneto
medio, un grillo parlante, che può essere schiacciato chiudendo
i suoi libri, o ascoltato meditandoli.
Le storie narrate sono verosimili, perfino banali, se narrate per sommi
capi, ma sta proprio allabilità narrativa di Mazzocato,
portare il lettore a provare forti sentimenti di partecipazione ed immedesimazione
con lo scorrere della storia.
Lattenzione rimane alta, visto che vengono sovente utilizzati
espedienti che vivificano il testo, come ad esempio, il procedere su
vari piani di lettura intersecati e inframmezzare la trama centrale
con abili e virtuosistiche descrizioni, indirizzate a particolari oggetti,
paesaggi, personaggi, che danno un sapore tutto particolare al complesso
del testo.
La prosa di Mazzocato fonde abilmente elementi comuni di tradizione
popolare e finezze intellettuali, che gli consentono di crearsi una
nicchia letteraria ed un suo stile, da apprezzare in quanto tale, senza
permettere di stabilire con precisione i suoi auctores.
Qual è, tuttavia, lutilità di un libro del genere?
Farci trascorrere qualche ora? Sarebbe triste se questa fosse lutilità
dei libri in genere e di questo in particolare, perché ci scuote
dalla vacuità del nostro attuale frangente, riportandoci a riflettere
sulle nostre radici, che credo debbano essere recuperate nella loro
autenticità, abbandonando la mentalità: i nostri
veci gavaria deto che
, per approdare alla ben più
profonda consapevolezza di venire da una matrice comune e, soprattutto,
accomunante.
Mazzocato sa fare magistralmente il suo compito sociale:
riesce sempre a scuotere, ad indurre alla riflessione e a far trarre
delle conclusioni a ciò che ci fa leggere, senza però
e questo è secondo me il suo più grosso salto di qualità,
cadere nella piaggeria, nella retorica, nella prosopopea o peggio nel
qualunquismo. E riesce in questo perché fa partecipare gli altri
a ciò che scrive, ma ne sta fuori lui. Non vuole provocarci la
lacrimuccia, presto evaporata, vuole scuoterci nel profondo, vuole insomma
recuperare quel filo rosso della tradizione capace di forgiare il nerbo
delle persone. Sa infatti essere duro, asciutto, a volte angosciante,
mantenendo però le redini e il filo del racconto e gestendolo
secondo il suo volere: come un giocatore che sa muovere le pedine sulla
scacchiera.
Questi racconti sembrano quasi dei frammenti riesumati da uno scavo
archeologico, dove sta alla sensibilità del lettore trovare un
filo logico ed un insegnamento, tuttavia la pregnanza espressiva è
posta, paradossalmente in contrasto con un voluta indefinitezza dei
contorni della storia, che sovente sono presentati con tratti allusivi
e chiaroscurali, con un sottofondo agrodolce, sotto la scorza amara.
Con questa raccolta, scaturita da spunti autobiografici, lautore
ha formulato un paradigma di unidentità, esaminandone i
caratteri primari, ormai alienati o, nella migliore delle ipotesi ridotti
a sostrato. Credo che chiunque possa rispecchiarsi almeno in uno dei
personaggi del libro, non perché si vedano in giro individui
del genere, piuttosto perché questi si prefigurano come allegorie
dei caratteri pregnanti della nostra cultura.
La lettura di questo libro credo possa essere indicata a tutti, seppur
sia necessario essere nellanimo giusto per farlo e per confrontarsi
con una realtà che viene considerata come uno scheletro
nellarmadio, da tener chiuso con doppia mandata.
scritto da Albertoleoncini@libero.it