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VENEZIA: GIGI BON, SCULTRICE


Intervista alla scultrice veneziana Gigi Bon

scritto da Maria Ester Nichele

ABCVENETO: Come è nata la sua vocazione-passione per la scultura?

GIGI BON Ho iniziato dagli anni Novanta. E' stato per caso. Ho visitato la fonderia Venturi Arte di Bologna e ho sentito il profumo della cera scaldato dagli strumenti incandescenti per il "ritocco"...era un aroma molto speciale, speziato ed intenso che mi ha inibriato portandomi in un mondo che non conoscevo ma che sentivo dendro di me. Ho una laurea in Giurispurdenza e ho lavorato come consulente finanziario con successo.

ABCVENETO: Il suo nome mi ricorda personaggi illustri...

GIGI BON Sono veneziana di antica radice, scorrendo nei secoli di storia della Serenissima, ci si imbatte più volte nel nome dei Bon: dai mitici trafugatori del corpo di san Marco portato da Alessandria d'Egitto a Venezia, alla dinastia dei lapicidi gotici Giovanni e Bartolomeo Bon, secolo XIV e XV, costruttori della porta della Carta del Palazzo Ducale e iniziato le Procuratie Vecchie poi completate da Sansovino con il grande portale "gotico fiorito veneziano", la chiesa di Santo Stefano alla indovinata merlatura della mitica Ca' D'Oro....alle “Camere delle meraviglie” collezione del XV e XVI secolo, fino a casato che iniziò ad erigire Ca' Rezzonico. Rivivo tutte le Venezie “possibili e impossibili” nel mio lavoro di artista.

ABCVENETO: Cos’è per Lei Venezia?

GIGI BON Venezia è come un gioiello incastonato nel mio immaginario… certo potrei lavorare dovunque nel mondo perché la mia città e la sua storia sono dentro di me e nella mia mente …qui tutto fa sognare e tutto è sogno, unica città al mondo che “nasce dal mare”, senza mura perché anch’esse immaginarie, di acqua e di vento, con una porta d’ingresso, le due colonne in piazzetta e le code della chimera e del mostro di San Giorgio come terzo magico elemento! Che non esiste se non nell’immaginario del mito eppure così grandiosa … poi l’ infinito gioco di specchi che sono i suoi canali, le luci, i riflessi, le seduzioni delle architetture che si snodano come nastri a decorare i campi e le calli, i dettagli delle “patere” piene di mostri antichi, i capitelli i colori infiniti e cangianti dei marmi.

ABCVENETO Cos'è per lei l'arte?

GIGI BON Per me l’Arte è avventura e ricerca nella storia e nel tempo, nella materia e nella natura. Amo il bronzo perché è il simbolo dell’eternità: diviene dimora del tempo, mondo poetico dove ogni immagine diventa ricordo, ogni metamorfosi esempio del continuo divenire. Mi piace spostare gli oggetti od i “concetti” dal loro contesto abituale per farne una trasposizione in più piani interpretativi così da perdere la loro concretezza ed esprimere un significato traslato. E’ sempre difficile definire o spiegare i percorsi che portano alla realizzazione di un’opera: si finisce per arrivare in un labirinto da cui si può certamente uscire ma con molte ansie e forse con qualche dubbio residuo. Lo studio dell’antico e del classico, la ricerca, il ricordo insieme al voler essere partecipe della realtà evidenziandone aspetti che sfuggono alla routine quotidiana ... Arte come magico rituale non come racconto naturalistico.... In tutti i miei lavori cerco legami, connessioni, rapporti, sogni, leggende per collegare mondi diversi e lontani ma legati tra loro proprio da questa ricerca: così l’oggetto “ ignoto “ su cui lavoro diventa per contrappeso specchio del mio mondo interiore. Sono del tutto cosciente, anzi spesso provo addirittura vergogna “ad aver gettato troppe reti in troppi mari“ ma sono ancora alla ricerca di un punto unificatore profondo, baricentro di radici che nutre più alberi distinti e distanti tra loro....la fantasia della meraviglia.

ABCVENETO: vedendo le sue opere, mi sembrano piene di significati, di simbologie...che conducono a altro.

GIGI BON Per interpretare i significati della “mia” iconologia dobbiamo partire dai simboli, valori chiave del suo procedere. Invece di descrivere la realtà preferisco ridurre l’idea della realtà stessa, ad una visione surreale, mediante la simbologia che ne costituisce l’anima portante. Visioni che riproducono un passato rivissuto forse nel futuro, c’è sempre una realtà ma avvolta dal mistero e dalla magia.

ABCVENETO: Quali tecniche usa per portare a termine ciò a cui mira?

GIGI BON Tecniche miste, acrilico su tela, carta con interventi multimediali, e carta trattata con gli antichi metodi che i veneziani avevano appreso dai cinesi, sabbia e polveri di vetro sono i “mezzi “ con cui rielabora foto ed immagini di varia provenienza.

ABCVENETO: e riguardo i contenuti, i soggetti?

GIGI BON I soggetti sono sempre scelti pensando alla storia veneziana, Venezia come se fosse una pietra preziosa incastonata nell’immaginario, ma mi ispiro anche alla fantascienza, alla magia medievale e naturalmente alle wunderkammer: E' sempre l’ironia che filtra i concetti nell’apparente gioco estetico. Possibili ed impossibili scenari del domani mescolati a possibili disastri del consumismo. C’è la ricerca della vita, non della semplice decorazione, ricerca dell’umanità e non della semplice fantasia gratuita, cose che hanno la possibilità di trasformarsi in suono. Tema conduttore dell’alchimia degli spazi e degli oggetti è l’agire del tempo. Il concetto del tempo visto come luogo di contatto: il tempo istantaneo dell’apparizione, quasi abbaglio della mente, visione che spalanca ambiguità e sogni, il passare degli anni tradotto nel baleno di un attimo.

ABCVENETO Che cosa legge? E la musica, ama la musica?

GIGI BON Le mie letture preferite sono i classici che leggo e rileggo senza stancarmi mai...la musica non è per me importante, anche se adoro Mozart. Ho studiato piano forte per sette anni...la mia mano destra non voleva mai battere bene i tasti ....cosa che invece la sinistra scorreva bene nella tastiera e non sono mancina!! Ma senza risultati!!!... La mia insegnante restò sempre meravigliata di questo fatto... forse ero predisposta per altro tipo di arte che ho trovato solo attraverso il profumo della cera dove si fondono i bronzi. Le mie sculture, i miei bronzi sono fusi ancor oggi con il metodo della “ cera persa “ è l'antico metodo di circa 7000 anni, inventato dai cinesi...il mio “bestiario surreale” dove architetture e leggende veneziane si fondono alle forme naturali o “Metamorfosi” nelle quali figure reali si trasformanio nei “Miti “ della straordinaria vicenda veneziana. Le mie opere sono sempre pezzi unici. Non mi piace ripetermi anche se continuo a fare i miei rinoceronti ormai ne ho fatto più di cento tuttti diversi uno dall'altro.

Studio D'Arte Mirabilia San Marco 3084-San Samuele 30124 Venezia-tel-fax-041-5239570

scritto da Maria Ester Nichele

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