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GUBBIO: LUCARELLI TRA FINZIONE E REALTÀ


Gubbio, 15.04.2005. Lo scrittore Carlo Lucarelli, in un incontro pubblico, si racconta e racconta di finzione e realtà, di zone d’ombra da “riempire” con un romanzo, di linguaggi espressivi diversi.

scritto da Simona Cernicchi

Carlo Lucarelli è uno scrittore che ha fatto e fa molte cose, capace di misurarsi con realtà anche complesse della nostra Storia e della nostra Società, presentandocele con estrema onestà intellettuale e confidando nella capacità educativa dei mezzi di comunicazione. Come dire: “un romanzo può insegnarci la Storia”, magari anche unendo fatti realmente accaduti, documentati a personaggi inventati, colmando, così, con vicende ed ipotesi verosimili i buchi neri della Storia e fornendo una risposta possibile perché il romanzo “non ha la responsabilità di dire una cosa vera” ma ciò non toglie che uno scrittore non possa avvicinarcisi e di molto. Il cantante, in un gruppo post-punk, non lo fa più, da tanto tempo, e ci tiene a dirlo. Ha lavorato in un giornale di cronaca nera di Imola e ciò gli ha permesso di conoscerli, davvero, i poliziotti soggetti dei suoi romanzi. Ha affrontato la sfida interessante di scrivere soggetti per videoclip e da qui un nuovo linguaggio utilizzato nel romanzo “Lupo mannaro”, un modo di esprimersi più stringato, contratto, fatto di scene che si susseguono veloci, che quasi si rincorrono. Un uomo alla continua ricerca di stimoli, di cose da “vedere”, di persone da “sentire” per scrivere con modalità diverse. Ha saputo cogliere suggestioni dal teatro, dalla musica. Quest’ultima è “l’anima” del romanzo “Almost Blue” e la canzone “Un giorno dopo l’altro” di Tenco è “il suono” e non solo il titolo del romanzo omonimo. Ha scritto noir ambientati nel passato ed altri che appartengono al genere “noir contemporaneo, metropolitano”. Ha raccontato un mistero, una città, una collettività avvalendosi del sostegno tecnico di persone competenti laddove le sue conoscenze non gli permettevano di arrivare. Così, ad esempio, si è rivolto allo psicologo forense Massimo Picozzi con il quale ha scritto “Serial Killer” e “Scena del Crimine”, adottando, nuovamente, un linguaggio “altro”: quello del saggio, del manuale che potesse servire agli addetti al lavoro o a chiunque ne volesse sapere di più. Quello che ha fatto e fa con i romanzi, Lucarelli lo ha fatto e fa con la televisione e nel programma “Blu notte” ci parla di casi di cronaca anche molto complessi, raccontandoceli con la tecnica del giallo e servendosi del supporto specialistico altrui. Certo, le storie presentate in tv sono storie “senza fine” e la realtà la si prende per quella che è, nel romanzo noir invece una fine c’è e lo scrittore può sceglierla ed anche cambiarla infinite volte prima di presentarla al pubblico.

Al termine dell’incontro Lucarelli ci ha salutati con un invito: “riscopriamo la dimensione del racconto”, perché ci si può capire e capire i fatti ricostruendoli dai vari punti di vista di chi li ha vissuti, mettere in fila le idee, riflettere su esse, ed è come se ci avesse detto scrivete, ognuno con il proprio stile, e se non volete leggete perchè un libro può davvero cambiarci la vita!

scritto da Simona Cernicchi

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