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PALAZZO BOMBEN: CONCERTO DEL QUARTETTO BORCIANI


Mercoledì 18 maggio presso l’Auditorium di Palazzo Bomben a Treviso, alle ore 20.30 il “progetto residenza” della Fondazione Benetton Iniziative Culturali, presenta un nuovo concerto del Quartetto Borciani, terzo appuntamento del ciclo dedicato alla musica di Franz Schubert.

a cura di Abcveneto

L’intento del ciclo è quello di evidenziare il lato meno evidente di un’epoca, di qui il titolo della serata: “La parte in ombra 3”. Schubert rappresenta la parte in ombra dell’epoca di Beethoven quasi come il lato oscuro della luna; maestoso e visibile l’uno, defilato e schivo l’altro, eppure quella di Schubert è una lezione essenziale ed imperdibile.

Secondo la consuetudine di Palazzo Bomben l’esecuzione sarà introdotta da un cantastorie, per l’occasione la poetessa Patrizia Valduga, voluta in questo ruolo per aver dichiarato una esclusiva devozione al compositore viennese, stessa devozione nutrita del Quartetto Borciani: “Schubert è il più grande [ ... ] quasi sinonimo di musica” -dice Luciani, primo violino della formazione. Profonde analogie legano poesia e musica che vivono nell’intimità dell’introspezione toccando lo spirito umano nel segreto quasi impercettibilmente. Ecco che i brani del concerto introdotti dalle poesie non faranno da guida all’ascolto ma saranno tracce, semplici suggerimenti per un percorso creativo che non può che essere personale.

Patrizia Valduga

Patrizia Valduga, nata a Castelfranco Veneto vive oggi a Milano. I suoi versi struggenti nascono da una onestà intellettuale che nulla lascia all’edonismo e nulla tace, le parole lacerate svelano la carne e lo spirito seguendo una ricerca stilistica unica nel panorama letterario moderno, dove la poesia si vuole “libera” e che la Valduga riporta nelle strette maglie della versificazione tradizionale. Patrizia Valduga è anche raffinata traduttrice di Mallarmé, Valery, Crebillon, Moliére, Céline, Cocteau e ancora John Donne, Kantor. Le sue opere sono state pubblicate da Einaudi, Garzanti, Mondadori.

Appuntamenti didattici, ricordiamo che nella mattina del concerto le prove saranno aperte alle scuole e che gli studenti potranno incontrare Patrizia Valduga il giorno seguente, giovedì 19 maggio.

(Per informazioni T. 0422 512200 e-mail didattica@palazzobomben.it)

Programma della serata

Patrizia Valduga, cantastorie

Schubert, Quartettsatz in do minore D 703


1.Allegro assaiSchubert, Quartetto in re minore n.14 D.810 Der Tod und das Mädchen
1.Allegro
2.Andante con moto
3.Scherzo: Allegro molto
4.Presto: Prestissimo
Quartettsatz in do minore (D. 703) per archi


Questo celebre movimento scritto per un Quartetto rimasto incompiuto, del quale si conoscono anche le prime 40 battute di quello che avrebbe dovuto essere il secondo movimento (Andante), fu scritto nel dicembre del 1820. Come per la maggior parte delle opere di Schubert, la partitura venne stampata solo molto tempo dopo la morte del suo autore, nel 1870.
L'incompiutezza dell'opera accresce il fascino delle pagine che ci sono pervenute, vicine al clima della Sinfonia in si minore, che sembrano sussurrare grandi segreti e malinconie senza speranza.
Le 315 battute si svolgono in tempo "Allegro assai", con un avvio misterioso in "pianissimo"; mentre il secondo tema dall’impronta lirica è in la bemolle maggiore.
Quartetto in re minore op. postuma (D. 810) "Der Tod und das Maedchen" per archi
Significativo capolavoro, che vide la luce nei primi mesi del 1824, in uno dei momenti più critici della sua vita, pubblicato solo nel 1831.E' il miglior Schubert quello che, nutrito da un respiro poetico di tragica bellezza, trova nella forma cameristica tradizionale dei 4 archi la misura ideale del proprio sentire.
Il titolo del lavoro si ricollega ad un Lied, Der Tod und das Maedchen (La Morte e la Fanciulla), scritto 7 anni prima.
“La morte è, infatti, un tema centrale nel Lied schubertiano. Essa incute terrore, ma può essere anche una dolce amica che non mette paura, ma anzi conforta e forse addirittura promette ciò che la giovinezza e la vita non possono dare: la serenità e l’oblio”.* La realizzazione strumentale ne è, in un certo senso, metafora e insieme allegoria. Sono quattro i movimenti di questo straordinario Quartetto schubertiano, vero e proprio emblema dell'epoca romantica.
* (Sergio Sablich, L’altro Schubert, EDT –Torino, 2002 )


Informiamo il numeroso pubblico che segue il ciclo dei concerti del Quartetto Borciani che a causa di un lieve incidente Marco Rogliano sostituirà il violinista Fulvio Luciani.

MARCO ROGLIANO

Nato a Roma nel 1967 dimostra presto il suo talento musicale cominciando lo studio del pianoforte a 7 anni e del violino a 8, strumento in cui si diploma al Conservatorio di Santa Cecilia con il massimo dei voti e la lode. Appena ventenne viene premiato al Concorso Violinistico Internazionale "Valentino Bucchi" di Roma e da allora inizia una carriera brillante ed internazionale.
La sua natura, attenta e curiosa, lo porta molto presto a contatto con la Nuova Musica e lo spinge ad allargare il vasto repertorio solistico e cameristico includendo spesso nei concerti e nelle registrazioni autori ed opere del periodo classico, romantico e moderno di rara esecuzione. L'incisione dei Sei Capricci di S.Sciarrino per Accord, alcuni brani per violino e pianoforte di Christian Sinding, il Concerto per Violino di F.A.Berwald e Konzertsatz di Beethoven per Bongiovanni e i 24 Capricci di Paganini per Tactus (secondo italiano dopo Accardo) considerata una summa interpretativa ideale e rivoluzionaria dalle riviste specializzate internazionali. Ancora con Tactus effettua numerose prime registrazioni dedicate alla musica da camera di autori italiani del XVIII, XIX e XX secolo tra cui A.Rolla, G.Tartini e L.M.Tedeschi
Nel 1993 debutta come solista alla Sala Ciajkovskij di Mosca con l'Orchestra della Radio/Tv, nel 1998 alla Herkulessaal di Monaco di Baviera come vincitore (in duo con il pianista Maurizio Paciariello) del 47^ Concorso Internazionale della ARD e con lo stesso duo vincendo la "East and West Artists New York International Selection" , nel 2003 debutta alla Carnegie Hall di New York.
Dal 1996 è titolare di Musica da Camera al Conservatorio "F.Venezze" di Rovigo e nel 2004 ha attivato il biennio di specializzazione in Violino presso il medesimo istituto.
Il suo violino è un Carlo Antonio Testore del 1750.

a cura di Abcveneto

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