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CANDIANI: STORIE MANDALICHE


A Mestre, Centro Culturale Candiani mercoledì 18 maggio 2005, ore 21 ZoneGemma -

a cura di Abcveneto

Storie Mandaliche è uno spettacolo di narrazione ipertestuale: sette storie intrecciate tra di loro. Ogni sera uno spettatore deciderà da quale storia iniziare e lo svolgimento della narrazione sarà determinato dal tipo di "umore" dei partecipanti, che potranno indicare (dialogando con il narratore) che direzione seguire in corrispondenza di ogni bivio ipertestuale. Sette storie di trasformazione che attraversano i cinque elementi, diverse epoche e continenti, e che non potranno mai essere raccontate interamente nella stessa sera ...

La Città del Teatro presentano GIACOMO VERDE STORIE MANDALICHE 3.0 di Andrea Balzola e Giacomo Verde Iper-racconti > Andrea Balzola Segnal'azioni > Anna Maria Monteverdi Sonorizz'azioni interattive > Mauro Lupone (sistema spazializzazione audio: "IMEASY" A&G Soluzioni Digitali Elabor'azioni FlashMX > Lucia Paolini (con la collaborazione degli studenti del Corso Multimediale Accademia di Belle Arti di Carrara) Illumin'azioni > Giuliano De Martini Realizz'azione spazio > Luigi Di Giorno Assistenza narr'azioni > Alice Guadagni Narr'azione > Giacomo Verde Spazio e Direzione > Giacomo Verde e Fabrizio Cassanelli Mestre,

Centro Culturale Candiani giovedì 19 e venerdì 20 maggio 2005 GIACOMO VERDE WORKSHOP "Hacker Teatro: dal Tele racconto al V-Jing Teatrale" laboratorio aperto a un massimo di 20 persone Le rappresentazioni a forma mandalica sono archetipi universali e sorgono nell'attività onirica e immaginaria per lo più in situazioni caratterizzate da disorientamenti e perplessità, stati d'animo tipici di questo nostro periodo storico. Il termine "Mandala" significa in sanscrito "cerchio magico" o "mistico" e come "cerchio magico" si identifica anche lo spazio del "rito teatrale" in molte antiche culture. Per questo Storie Mandaliche si rappresenta a pianta centrale, con gli spettatori che fanno "quadrato" attorno alla scena diventandone parte integrante. Quattro schermi posti ai quattro angoli dello spazio trasmettono animazioni digitali interattive gestite direttamente dal "contastorie" in modo che possano seguire il suo reale ritmo narrativo che come un moderno "rapsodo" riscriverà ogni sera diverso.

IPER-RACCONTI DELLA TRASFORMAZIONE
Storie Mandaliche 3.0 è la versione definitiva e a pianta centrale del progetto "Storie Mandaliche" iniziato da ZoneGemma nel luglio del '98 da un'idea di Giacomo Verde. E' uno spettacolo di narrazione, con video-fondali interattivi, composto da sette storie appositamente scritte da Andrea Balzola e collegate tra di loro: l'uomo-bambino; il mandorlo; la principessa nera; il corvo; il cane bianco; la pietra; l'ermafrodito. Il protagonista di ogni storia appare come personaggio anche in tutte le altre. L'idea è che sfruttando le potenzialità ipertestuali della scrittura digitale ogni sera uno spettatore possa decidere da quale storia iniziare lo spettacolo, mentre lo svolgimento della narrazione viene determinato dal tipo di "umore" della platea, che può indicare (dialogando con il narratore) che direzione seguire in corrispondenza di ogni bivio ipertestuale.
Il termine "Mandala" significa in sanscrito "cerchio magico" o "mistico" ed è, secondo Jung, il simbolo della meta del Sé come totalità psichica. Le rappresentazioni a forma mandalica sono archetipi universali e sorgono nell'attività onirica e immaginaria per lo più in situazioni caratterizzate da disorientamenti e perplessità, stati d'animo tipici di questo periodo segnato anche da mutazioni tecnologiche che mettono continuamente in discussione il senso della propria identità.

Le "Storie Mandaliche" che qui si raccontano parlano appunto di questo: di esseri e sentimenti in trasformazione.

La realizzazione di "Storie Mandaliche" è iniziata nel luglio del '98 durante il Festival teatrale "Scantafavole" di Ripatransone (AP), nel corso di un laboratorio aperto al pubblico, e il suo allestimento è continuato attraverso altri incontri laboratoriali e prove aperte. E' stato replicato con successo in forma di studio in diversi festival e rassegne tra cui: Invideo al Palazzo della Triennale di Milano; Alveare al Museo Pecci di Prato; al Piccolo Teatro Regio di Torino; al Castello Pasquini di Castiglioncello; e al Teatro Kismet di Bari. E' stato inoltre presentato come teatro d'appartamento in numerose case in diverse città italiane. La versione definitiva abbandona il programma "Mandala System" (con cui era nato il progetto) per passare all'uso di FlashMX, in modo che i fondali interattivi, utilizzati dal cyber-contastorie, possano essere navigabili anche in Internet sul sito dedicato allo spettacolo (www.zonegemma.org) per dare così un ulteriore sviluppo in rete della narrazione teatrale in sala. I nuovi video-fondali sono stati rielaborati da Lucia Paolini, sulla base delle prime animazioni create durante il corso di Computer Art del Corso Multimediale dell'Accademia di Belle Arti di Carrara (anno 2001/2002), evidenziando ed elaborando le diverse caratteristiche iconografiche di ogni storia. Anche le musiche originali composte da Mauro Lupone seguono l'idea della trasformazione in un contesto ipertestuale: sonorità specifiche per ogni storia ma strutturalmente trasmutabili da una all'altra in modo da poter agilmente seguire le diverse ipotesi di narrazione e di spazializzazione del suono grazie al nuovo sistema audio "IMEASY" di A&G Soluzioni Digitali.

Dopo la fondamentale ospitalità di ARMUNIA Festival Costa degli Etruschi, al Castello Pasquini di Castiglioncello, nel corso del 2003, l'incontro con la Città del Teatro di Cascina e Fabrizio Cassanelli (nel 2004) ha infine permesso di realizzare la versione a pianta centrale e di approfondire ed elaborare le diverse possibilità espressive della performance narrativa. Il lavoro di allestimento è stato seguito da Anna Maria Monteverdi che ha curato insieme ad Andrea Balzola (e con la collaborazione dei divesi partecipanti alla realizzazione dello spettacolo) un libro-diario che illustra le modalità di scrittura e messinscena sperimentate durante la realizzazione di questa nuova forma di tecno-narrazione, e che sarà in libreria, per la casa editrice Nistri-Lischi di Pisa, dal febbraio del 2005. La nuova produzione del gruppo teatrale LIS, è uno spettacolo/installazione che in un gioco di narrazione e di stimolazioni sensoriali traccia una delle vie più affascinanti ed esotiche: la Via del Tè. Un omaggio alla letteratura ed alla cultura orientale dove il testo non commenta le immagini e le immagini non illustrano il testo. Nello spettacolo infatti, la parola non è didascalica all'azione e l'azione è scollegata dalla parola, ma nello scorrere della narrazione è piuttosto il lento succedersi degli eventi a farsi storia. Immagini, gesti, parole, sguardi, profumi sono solo tracce, orme di un passato, percorso di significanti nel quale leggere il distacco dei segni.

Il LABORATORIO è rivolto ad un gruppo di persone (massimo 20) anche senza esperienza video e si propone di presentare e sperimentare le diverse tecniche di creazione video-live elaborate da Giacomo Verde nel corso degli ultimi 10 anni: dal Tele Racconto al V-jing teatrale. La tecnologia usata è "low-tec", in modo da poter essere facilmente riutilizzabile anche da chi non ha particolari conoscenze video-informatiche e parte dal semplice uso di una video camera fino all'integrazione di un PC con programmi di V-jing e web-cam.

Cos'è il Tele-racconto
Una telecamera riprende piccole storie di "oggetti", animate da un narratore in tempo reale e ben visibile dagli spettatori. Un televisore le ritrasmette in diretta, come se fosse una potente lente di ingrandimento, ingigantendo le piccole azioni fino a dargli un senso estetico e narrativo altrimenti non percepibile. Così nasce il Tele-racconto. Attraverso la ripresa in "macro" i piccoli oggetti diventano personaggi e lo spazio di un foglio di quaderno un set televisivo dalle (quasi) infinite possibilità.

Cos'è il V-jing
Grazie alla digitalizzazione delle immagini video è ora possibile creare "video in tempo reale" mixando (attraverso un programma su computer) spezzoni video precedentemente preparati e riprese in diretta. Normalmente il V-jing viene utilizzato in discoteca ma si presta per realizzare nuove operazioni video-teatrali dove il reale e il digitale possono dialogare creativamente. Hacker Teatro Hacker è chiunque non si accontenta di "rispettare il libretto di istruzioni", è chi vuol capire "come funzionano le cose", è chi vuol provare "a metterci le mani"... Per chi pratica la cultura digitale, l'hackeraggio è una "attitudine" che si può esprimere anche in contesti esterni alla rete informatica. Anche il Teatro può esprimere la sua attitudine Hacker: utilizzando in maniera "creativa" le tecnologie in scena, senza abusare della "magia del digitale", che mette lo spettatore in uno stato di "inferiorità", ma piuttosto aiutando le persone a comprenderne le potenzialità e il funzionamento.

Prenotazioni on-line www.zazieateatro.org
Prenotazioni telefoniche tel. 041. 5224498 dal lunedì al venerdì dalle ore 10 alle 13 e dalle 15 alle 18
Apertura biglietteria un'ora prima dello spettacolo
Biglietto Unico € 5,00
Connessione gratuita tra Mestre e Venezia con mezzi ACTV

info@zazieateatro.org

www.culturaspettacolovenezia.it

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