nu. 12 anno secondo¬ 1 marzo 2005 mensile online gratuito | ||
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ODERZO: MIRACOLO A GAZAIl racconto del mese del nostro scrittore di
redazione
Accadde che quell’anno era il 2006. Un anno come gli altri, diciamocelo. Perché niente lo poteva far assomigliare di più agli oltre duemila suoi predecessori; e pareva che tutte le scoppiettanti speranze del capodanno fossero svanite già nell’alba gelata del primo gennaio, dissolte tra vino, utopie e nebbia. Anno nuovo, vita nuova? Si, certo, magari comincio domani che è il 2, oggi sono proprio stanco. Che mangiata ieri sera. E poi la festa, la musica, la compagnia. Che notte, ragazzi. Anno nuovo vita che? Ma dai, se sto ancora in ferie… Comincio dopo il 6, è meglio, con l’Epifania che tutte le feste porta via… E poi, tutti al lavoro. Eh già, ‘sto lavoro… che tensione, che rammarico. Che agitazione. Buoni propositi? Eh no, grazie, tengo già rogne che bastano. Ma il prossimo anno, eh, il prossimo anno è quello giusto… Finisce poi che il tempo passa, un giorno dopo l’altro, non so se mi spiego, con tutte le sue ventiquattro ore messe in fila, ordinate e sempre uguali, sempre giù, verso quello scuro là, in fondo. Tic tac, tic tac, tic tac… Il tempo corre, chi lo ferma? Eppure è fatto di niente, lo si può modellare come si vuole, non è tenace, non è compatto, lo puoi piegare ai tuoi desideri senza sforzo. Basta saperlo usare, insomma. Ma no, no, ci penserò quando sarà il momento. E poi adesso a dire il vero non ho molto tempo. Ecco. *** Alla fine erano passati tanti di quei giorni, quell’anno, che sembrava
proprio che anche lui dovesse finire di lì a pochi mesi. Dietro un gran
nulla, un bel niente di niente che faceva capolino dal fondo di quel
primo gennaio pieno zeppo di buone intenzioni andate ormai irrimediabilmente
a male. Buongiorno dal TgX. Al termine della tre-giorni dello storico vertice
di pace a Gerusalemme tra il premier israeliano Sharon e quello palestinese
Abu Mazen, il presidente degli Stati Uniti George W. Bush si è avviato
verso l’aeroporto della città per il rientro in patria. Da fonti attendibili
sembra che durante il tragitto sia accaduto un fatto che al momento
(sguardo allarmato) non trova spiegazioni immediate (cambio di telecamera).
Secondo quanto riportato dalle principali agenzie, tra l’altro né smentite
né confermate finora dai vertici della Casa Bianca, il presidente Bush
avrebbe richiesto al seguito di auto che lo scortava un cambiamento
di percorso... Si? (una mano fuori campo gli porge un altro foglietto).
Si, dicevamo che il presidente Bush ha ordinato una variante al tragitto
che lo avrebbe trasportato in sicurezza fino all’aeroporto di Gerusalemme
dove l’Airforce One lo stava aspettando per il decollo immediato… (telefono)
Si? Si, ho capito, benissimo… Mi comunicano dalla regia che tra poco
dovrebbero… si? Si, dovrebbero andare in onda delle immagini su quanto
sta accadendo… Il presidente insomma avrebbe richiesto un vero e proprio
dietro-front per dirigersi verso la striscia… leggo bene? (sguardo incredulo)
la Striscia di Gaza? Si, allora, abbiamo conferma, il presidente degli
Stati Uniti è arrivati da pochi minuti… come? Ah, circa trenta minuti
fa sulla Striscia di Gaza, protetto solo dalla sua scorta. Ripetiamo,
non si conoscono ancora i motivi di questo repentino cambio di programma…
(altra mano fuori campo, altro foglietto). Ci comunicano in questo istante
che, dopo i primissimi momenti di panico in cui si temeva un attentato
o un rapimento ai danni dell’uomo più potente del mondo, è giunta voce
di un contatto telefonico tra il presidente Bush e la moglie. La moglie
ha rassicurato gli organi di stampa sull’incolumità del marito e sul
fatto che Gorge sa quello che sta facendo. Si? Ecco, dovremmo avere
in questo istante le prime immagini trasmesse dalla tv israeliana...Ecco…
ecco, si, da Gaza il nostro inviat… *** Il giorno dopo, che era praticamente il 13, uscii di buon’ora per andare
al lavoro. Chiusi la porta di casa, mi voltai, alzai lo sguardo oltre
la strada e ci restai cretino: il mio vicino di casa mi aveva appena
salutato. Ora, non che vi voglia raccontare nel dettaglio ogni bega
della mia vita privata, ma l’enormità di quel gesto mi mise subito in
guardia: che stava succedendo? Mi aveva pure sorriso! Percorsi qualche
metro lungo il marciapiede e vidi il solito peromane che bazzicava dalle
mie parti raccogliere una carta da terra e riporla in un cestino sderenato.
Mi fermai e mi osservai intorno. Dov’ero? Ero io? Guardai l’ora, l’agenda,
si, era il 13 ottobre 2006. Poh… Cammina cammina, arrivo davanti alla
fermata dell’autobus e chi ti trovo? Il solito fottuto che cerca di
passare in testa alla fila perché ho fretta; come se tutti gli
altri fossero lì per prendere il fresco del monossido. Bene bene,
mi dico, se ci prova gli arriva uno sganass... Eh? Ma che diavolo
stava succedendo? Lo stronzo aveva appena lasciato il posto ad una ragazza,
e pure racchia! Fu lei a spiegarmi quel che stava succedendo. Era per via di Bush. Non l’avevano ammazzato. L’avevano si pestato per bene, ma poi la folla se ne era stata a guardarlo per un po’ mentre si trastullava tra le lacrime, il sangue e la polvere come un verme sbudellato. L’avevano proprio smerdato di botte, poveraccio. Poi un vecchio con un gran turbante e con una lunga barba aveva sventolato il dorso della mano in segno di disprezzo e se ne era andato. E tutti gli altri lo avevano seguito. A quel punto il vecchio Bush si era rialzato tutto spaccato e zoppicando se ne era tornato alla macchina che, sgommando, l’aveva portato di corsa all’aeroporto di Gerusalemme. E via verso la Casa Bianca. Ma la faccenda non era finita tutta lì. Già sembrava un miracolo che Dabliu fosse rimasto vivo; è che dopo il suo gesto tutti i conflitti in corso sul pianeta stavano lentamente scemando, nemici si stringevano la mano, aguzzini si pentivano e si sottoponevano a processo, gente ricca scendeva in strada a distribuire denaro ai diseredati. Era dimezzato il prezzo della benzina, le pizze costavano 3 euro e Berlusconi, commentando l’accaduto, aveva dichiarato durante la notte (e poi addirittura confermato anziché smentito) tutto sommato non sono male neanche i comunisti. *** C’è una morale in tutto questo? Bah, esistesse … Forse che il buon esempio è contagioso? Forse. O che a volte basta un po’ di umiltà per raggiungere scopi altrimenti inarrivabili? Forse. Sia quel che sia, resta comunque il fatto che dal 13 ottobre 2006 in poi la gente del pianeta Terra cominciò a scornarsi un po’ meno e a darsi una mano. Me compreso. Cominciai anch’io a salutare il vicino, mia moglie tornò con me ed oggi, dopo quasi trent’anni, ho un paio di figli dei quali non posso lamentarmi. Confesso che mai avrei immaginato di poterlo dire: grazie presidente Bush. |
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