A Tavola con Gioia: il Vento d'Estate
In questa rubrica mi sono sempre
sforzata di legare il cibo con la sua storia, senza dare
la semplice ricetta culinaria, peraltro rintracciabile
in qualsiasi sito o volume. All'hotel Relais Monaco ho
avuto la percezione che questo legame fosse più
saldo che in altri contesti. In quella giornata soleggiata
della prima decade di ottobre lì si stava discutendo
di scelte strategiche nel sistema turistico.
a cura di Abcveneto
Non
so se sia stato detto perché io ho potuto partecipare
solo al break lunch, ma una scelta strategica è
senz'altro ciò che viene messo in tavola. La cucina
dell'hotel Relais Monaco lo ha capito e molto bene, infatti
cura con raffinatezza ogni parte della cucina. Se vi capita
di gustare gli strigoli al ragù d'anatra sappiate
che oltre al sugo vengono prodotti anche gli stringoli,
come ogni altra tipologia di pasta lì servita.
Ma due sono i prodotti che ho gustato e che sono felicemente
sposati al contesto. Uno è il vino di Sasséra.
In un primo momento ho pensato a un vino sardo, avendo
posto io l'accento sulla prima sillaba. Chiedendo informazioni
al sommelier sono stata corretta in una pronuncia più
veneta, in simbiosi con la struttura geologica del luogo:
sassosa. Il Relais Monaco cura la produzione di questo
vino locale il cui habitat è il terreno sassoso
della zona. Il rosso Sasséra Riserva, contiene
Cabernet francese e Merlot con un affinamento in botte
di sei mesi. Il bianco Sasséra Riserva amalgama
Chardonet, Pinot grigio in un affinamento in botte di
quattro mesi. L'altro è il formaggio affinato
da Antonio Carpenedo.
"Era il 1917 l'anno tremendo della grande guerra
e della rotta di Caporetto, quando il fronte italiano,
sotto la spinta delle formazioni austro-ungariche, arretróin
pochi giorni dal Carso al Piave. Qualche ignoto contadino
di questa zona, ebbe l'idea di sottrarre, alla vista degli
uomini in grigio verde le tome di formaggio che stagionavano,
dopo l'estate, sulle rastrelliere delle cantine. Era autunno
il tempo della vendemmia e allora perché non nascondere
qualche forma nei tini del mosto, sotto le vinacce in
fermentazione? Passò un po' di tempo e ci si ricordò
delle forme di formaggio nascoste nei tini. Quando le
forme vennero estratte dai tini, la scoperta più
entusiasmante fu che il formaggio non aveva perso nulla,
ma aveva acquistato colore, profumo e sapore particolari.
Nel vino, infatti il formaggio era ringiovanito, la pasta
aveva conquistato morbidezza e colore paglierino, il gusto
era diventato originalissimo, tra il fruttato e il piccante:
una vera gioia per il palato". Era nato l'Ubriaco.
E così nel 1976 Antonio Carpenedo riprese questa
tradizione contadina e lasciò il lavoro di 'casoin'
per dedicarsi all'affinamento del formaggio. Il vento
d'estate uno dei formaggi più buoni che io
abbia gustato tra i presenti é nato da un profumo
alla Proust: Antonio Carpenedo, nonno della Valentina
che mi ha raccontato queste cose, andando d'estate nel
Monfenera, si trovò dietro un carro di fieno e
sentendone il profumo, volle creare un formaggio che ne
avesse l'odore e il sapore. E così lo affinò
con un profumatissimo fieno di montagna in barrique. Il
Camalò alla menta che porta il nome del
paese in cui ha sede la ditta di affinamento, di cui si
serve anche il Relais Monaco, é un formaggio fresco
alla menta e viene abbinato con una tisana digestiva -altra
specialità della Casearia di Antonio Carpenedo-
a base di verbena, liquirizia, achilea e genziana. Non
sapevo più cosa prediligere: se il Brillo di Treviso
o il Conciato al pepe e così ho spostato il mio
palato sui dolci del Relais Monaco. Intrufolandomi su
una disquisizione lessicale e alla fine antropologica
tra accoglienza a ospitalità ho assaggiato -non
trovando il mio stomaco altro spazio- delle deliziose
mousse al cointreau, alle fragole, ai marron glacée
e ai mirtilli, un autentico tiramisù senza liquore
con solo caffé (in
abcveneto.com luglio 2004), una creme brûlée,
uno zabaione con amaretti e un millefoglie con crema chantille
e cioccolato. Sono poi scappata perché non volevo
finire come nella "Grande abbuffata" di Marco
Ferreri.
La Casearia sas-via Santandrà 17- Camalò
di Povegliano (TV), 0422.872178, info@lacasearia.com-www.lacasearia.com
a cura di Abcveneto