Un personaggio - Un luogo: Maurizia Rossella - Zovon
di Vo' Euganeo (Padova)
Abbiamo scordato i silenzi
silenzi puri dell'infanzia priva di motori sottolineati
al massimo da urli, litigi e coccodè (..) Inizia così
una poesia di Maurizia Rossella pubblicata nel suo libro
Vita naturale (Book Editor, 2002).
di Luccia Danesin
Maurizia
resta sempre una ragazza anche se la sua biografia ci
dice che è nata a Schio (Vicenza) nel 1949. Ha quel fare
pratico e sbrigativo che a volte la rende più semplice
e risolta, più solare di quel che è. Snella e scattante,
con lo sguardo azzurro attento e curioso, arguta come
la sua penna quando nelle varie recensioni di poesie,
letteratura e arte contemporanea, inserisce un'osservazione,
un rimando che ci svela altre chiavi di lettura. Rossella
ama il suono delle parole, ci gioca, ci scherza, iniziando
già dai titoli dei suoi libri di poesie.
Come 32 agosto o Sottomarini felici dove troviamo
come incipit Ben vengano le rughe/ se sono il risultato/
d'un viso adoperato (..) - oppure Oggi mi mangio
questa primavera/ prima m'inchino cauta al suo cospetto/
m'inginocchio sull'altare in collina/ poi adoro incerta
il viola in costiera/ risparmiato dai ghiacci crudeli/
sempre pronto, ogni anno a spiare/ cos'accade a valle
nel mondo/ indaffarato incazzato, privo/ dell'attimo del
sentire/ dell'olfatto e dell'affetto/ del vedere o del
captare/ il miracolo che appare..
Da Padova, dove viveva dal 1974 si è trasferita a Zovon,
frazione di Vo', un paesino nel cuore dei colli Euganei,
al confine tra il padovano e il vicentino che, come indicano
le guide turistiche, era un antico centro fluviale. (Il
nome di Vo' pare derivi dal termine latino "vadum", guado,
indicante il punto di passaggio sul fiume Bissolo). Oltre
alla bella e nominata Villa Contarini Venier del XVII
secolo, non lontane ci sono anche le meno note Ca' Paruta,
Villa Lando, Ca' Mariani. Sparsi
tutt'intorno e immersi nella ricca vegetazione di querce
e castagni, di ciliegi e vitigni pregiati, si intravedono
molti "rustici" , abitazioni costruite con la pietra del
luogo che quasi si confondono nel paesaggio. Molte abitate,
altre abbandonate … .come quel rustico appoggiato al monte
dal quale si spazia su tutta la vallata sottostante. Maurizia
se ne innamorò subito. Non lo vide vecchio e cadente,
ma con la fantasia anticipò l'esito di una lunga ristrutturazione
che le prese ogni ora del tempo libero, tutti i fine settimana
e molto di più. Un luogo che aderiva al suo intimo desiderio
di contatto con la natura, dove trovare e riconoscere
i fiori più semplici, le erbette spontanee di campo: i
rampussoi, i pissacani, le sparesele e i famosi bruscandoli
per odorose frittate; dove poter zappettare l'orto e veder
spuntare il ciuffo verde di una carota. Zovon di Vo' si
raggiunge scendendo da Teolo verso sud e percorrendo alcuni
tornanti dai quali si intravedono scorci e declivi d'ulivi
molto suggestivi. Quasi
non si nota sulla carta, ma è una meta conosciuta per
i tanti agriturismi dislocati qua e là in punti strategici
e che offrono ai gitanti domenicali le specialità gastronomiche
della zona. Famosa - a giugno - la tradizionale festa
annuale delle ciliegie. Qui - ci dice Maurizia- è un bel
vivere. Pur tra mille cose da fare e progettare, fra una
telefonata, una mail e un pensiero che si rincorre sulla
carta, c'è il verde che entra silenzioso, lo senti ad
occhi chiusi, ha profumo. Ora la luce è calda come i gialli
ocra dell'autunno, c'è quel po' di nebbia che ti accorcia
le misure: vedi le prime bacche rosse sul cespuglio, i
passeri che portano nel becco ramoscelli secchi per il
nido. Nel sottobosco del monte, castagne e funghi mangerecci
non possono certo essere lasciati…saranno per i momenti
con gli amici. Anche i parenti sono tanti. Maurizia ha
sempre fatto molte cose.
Laureata in psicologia, insegna a Padova da molti anni
lingua italiana agli stranieri di tutte le nazionalità.
Giornalista, collabora ai quotidiani veneti del gruppo
"L'Espresso" (Il mattino di Padova, La Nuova Venezia,
La Tribuna di Treviso) e alle riviste Leggere Donna,
Padova e il suo territorio, Inverso.
Ha pubblicato quattro raccolte di poesie, (32 agosto,
Occhi di rosa, Sottomarini felici, Vita naturale),
scrive testi per spettacoli di teatro musicale, ma anche
racconti di fantascienza. Relatrice critica in presentazioni
di libri. Conduce e coordina dibattiti e conferenze. E'
direttrice responsabile dello Scorpione letterario,
una nuova rivista semestrale di critica letteraria con
la direzione editoriale di Antonia Arslan. Già nel 2000,
leggendo il libro Le ragazze di ieri (Marsilio
Editori), dove, assieme ad altre autrici, ci dava memoria
e un profilo di se stessa all'interno del movimento femminista
veneto degli anni '70, la vedevamo vivere le sue scelte
con passione ed impegno; allora come soggetto affermativo
senza incertezze. Ora la sentiamo arricchita da una più
larga pacificazione e da un leggero, ironico disincanto.
Babele è la nostra salvezza
perché
nella confusione dei brusii
di chiacchiere prive di italico senso
almeno ti trovi fra lingue diverse
e incomprensibili suoni.
Adoro stare tra idiomi sconosciuti
gli schiocchi di lingua boscimani
le sillabe cantilenate dei cinesi
i ka ko mi ta ka dei giapponesi
i dobro tavirish dei russi
salam aleikon fratelli arabi
perché nessuna lingua conosco
e solo i suoni umani mi cullano
lasciandomi sgombra la mente
di significati.
a cura di Abcveneto