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nu. 19, anno secondo¬ 1 ottobre 2005 mensile online gratuito
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rubrica

Quando il gallo canta: la riflessione dello psicologo


Quando il Gallo Canta, di Gianni Ambrogio, una riflessione acuta, ironica, intelligente di un vero maestro del nostro tempo, che ci ricorda che il pensiero umano è sì importante, ma a volte fallace

a cura di Abcveneto

Mi piace scrivere di tutto e di tutti, ma soprattutto di pittori. Si, perché anch'io sono pittore. Di quadri, naturalmente, non di muri. Dipingere muri è più rimunerativo oggi come lo fu ieri. L'unica differenza sta nel fatto che ieri si dipingevano "a fresco" con molte immagini, oggi a "tempera" e a tinta unita. Ieri, Michelangelo, Raffaello, Tiepolo, ecc. oggi "Maretton S.C. impresa pitture murali". Mi gratificano dell'aggettivo "artista" ma lo scrivo con molto pudore, dato che il termine mi incute soggezione e non ho ancora capito se lo merito. Qualche tempo addietro uno psicologo amico di mio figlio a sua volta studente in psicologia all'Università di Padova ebbe ad esaminare una nostra foto di famiglia datata "maggio 1932", anno in cui io ne compivo quattro. Gli era stata sottoposta a visione proprio da mio figlio Marco che aveva notato la mia espressione corruciata e quasi sofferente in contrasto con l'aria serena degli altri familiari, mamma, papà e persino mia sorellina che peraltro nel suo seguente vivere rivelò malinconia e pessimismo, a contraddire quel suo esordio esistenziale apparentemente sereno. Per ciò che mi riguarda, l'analisi visiva dello psicologo trasse conclusioni di sconcertante somiglianza, con il mio carattere, deducendo che la mia espressione rivelata incontestabilmente un'attitudine al dramma che la mia pittura frequentemente esprime. Quella mimica facciale lo rivelava senza ombra di dubbio. Marco rimase sconcertato ed entusiasta di quell'analisi che comprovava l'efficacia e attendibilità scientifica della psicologia. A suo tempo avevo dimenticato di dirgli che quella foto fu scattata qualche secondo dopo che papà mi aveva inavvertitamente provocato una piccola ustione al mignolo destro con la sigaretta che subito dopo avrebbe spenta sul posacenere. E' perciò che lo psicologo non poté intuire che nella mia pur drammatica espressione artistica, ci sarebbe stato quel pizzico d'ironia che l'espressione di quell'istantanea non poteva sottintendere.

a cura di Abcveneto

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