Simona Cernicchi: Storia di R.
Una storia vera che ci dovrebbe
insegnare a confrontarci con il prossimo, italiano o del
mondo intero che sia, perché siamo tutti uguali
e diversi nello stesso tempo e nessuno di noi deve temere
di perdere le proprie certezze difronte al diverso e al
nuovo, perchè altrimenti se ha timore di perderle,
queste certezze, vuol dire che non le ha.
di Simona Cernicchi
R. ha lasciato la propria terra d'origine, insieme ai
suoi figli, per raggiungere il marito in Italia. Qualche
mese trascorso in una cittadina vicino Roma per poi trasferirsi
in un piccolo paese dell'Umbria. In seguito l'imprevisto:
"Il mio angelo è volato in cielo" e senza il compagno
di una vita tutto è cambiato. Una forte depressione, molti
chili persi in poco tempo. Lavori saltuari per arrivare
a fine mese, pagare l'affitto, mangiare, contando i giorni
che mancano alla scadenza del permesso di soggiorno. Alla
ricerca di un lavoro stabile perché i figli non debbano
spostarsi, cambiare città un'altra volta.
R. è istruita, nel suo paese insegnava in una scuola per
bambini, parla bene l'italiano, racconta: "Se sono qui
è perché sono una sognatrice, cercavo un lavoro per emanciparmi
e invece mi sento una discriminata", "Per le donne italiane
sono una nemica", "Non sarà facile tornare al mio paese
e rivelare il mio fallimento".
R. e molte altre persone immigrate come lei vengono da
paesi che sono stati nostre colonie o colonie di altre
nazioni europee e noi spesso dimentichiamo o non conosciamo
il retaggio di quel periodo storico. Non comprendiamo
le loro storie e giudichiamo senza appello.
"Io per voi sono una straniera povera, non vi importa
da dove vengo, quali sono la mia cultura e le mie tradizioni,
non mi chiedete perché sono qui", "Perché tanto odio,
tanta finta solidarietà, perché pensate che gli immigrati
siano tutti persone disoneste?". R. è intelligente ed
ha capito quanto sia radicata nel mondo occidentale la
paura della diversità, il timore di perdere le proprie
certezze. Lei è qui per rivelare un'altra storia, diversa
da quella che "l'uomo ricco" vuole sentirsi dire. Riferisce
che ogni racconto di immigrazione è diverso e si intreccia
con problematiche specifiche. In modi diversi si sceglie
di mantenere o meno le proprie tradizioni, si sceglie
fino a che punto entrare in contatto con la "modernità",
con i nuovi stili di vita, le nuove forme educative. Le
scelte spaziano dalla ribellione al compromesso, sino
alla rinuncia.
R. parla di coppie immigrate in Italia che hanno visto
il loro rapporto affettivo sgretolarsi o diventare a tal
punto compatto da formare una barriera protettiva. Di
come gli immigrati si ritrovino tra di loro non solo per
il radicato legame che unisce alcune comunità ma anche
per la grande difficoltà di entrare in "relazione" con
le persone che abitano i paesi che li accolgono. Saluta
con un dolce sorriso e solo questo basta per far rivivere
dentro di me quello che le sue parole hanno detto.
di Simona Cernicchi