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nu. 19, anno secondo¬ 1 ottobre 2005 mensile online gratuito
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rubrica

Simona Cernicchi: Storia di R.


Una storia vera che ci dovrebbe insegnare a confrontarci con il prossimo, italiano o del mondo intero che sia, perché siamo tutti uguali e diversi nello stesso tempo e nessuno di noi deve temere di perdere le proprie certezze difronte al diverso e al nuovo, perchè altrimenti se ha timore di perderle, queste certezze, vuol dire che non le ha.

di Simona Cernicchi

R. ha lasciato la propria terra d'origine, insieme ai suoi figli, per raggiungere il marito in Italia. Qualche mese trascorso in una cittadina vicino Roma per poi trasferirsi in un piccolo paese dell'Umbria. In seguito l'imprevisto: "Il mio angelo è volato in cielo" e senza il compagno di una vita tutto è cambiato. Una forte depressione, molti chili persi in poco tempo. Lavori saltuari per arrivare a fine mese, pagare l'affitto, mangiare, contando i giorni che mancano alla scadenza del permesso di soggiorno. Alla ricerca di un lavoro stabile perché i figli non debbano spostarsi, cambiare città un'altra volta.
R. è istruita, nel suo paese insegnava in una scuola per bambini, parla bene l'italiano, racconta: "Se sono qui è perché sono una sognatrice, cercavo un lavoro per emanciparmi e invece mi sento una discriminata", "Per le donne italiane sono una nemica", "Non sarà facile tornare al mio paese e rivelare il mio fallimento".
R. e molte altre persone immigrate come lei vengono da paesi che sono stati nostre colonie o colonie di altre nazioni europee e noi spesso dimentichiamo o non conosciamo il retaggio di quel periodo storico. Non comprendiamo le loro storie e giudichiamo senza appello.
"Io per voi sono una straniera povera, non vi importa da dove vengo, quali sono la mia cultura e le mie tradizioni, non mi chiedete perché sono qui", "Perché tanto odio, tanta finta solidarietà, perché pensate che gli immigrati siano tutti persone disoneste?". R. è intelligente ed ha capito quanto sia radicata nel mondo occidentale la paura della diversità, il timore di perdere le proprie certezze. Lei è qui per rivelare un'altra storia, diversa da quella che "l'uomo ricco" vuole sentirsi dire. Riferisce che ogni racconto di immigrazione è diverso e si intreccia con problematiche specifiche. In modi diversi si sceglie di mantenere o meno le proprie tradizioni, si sceglie fino a che punto entrare in contatto con la "modernità", con i nuovi stili di vita, le nuove forme educative. Le scelte spaziano dalla ribellione al compromesso, sino alla rinuncia.

R. parla di coppie immigrate in Italia che hanno visto il loro rapporto affettivo sgretolarsi o diventare a tal punto compatto da formare una barriera protettiva. Di come gli immigrati si ritrovino tra di loro non solo per il radicato legame che unisce alcune comunità ma anche per la grande difficoltà di entrare in "relazione" con le persone che abitano i paesi che li accolgono. Saluta con un dolce sorriso e solo questo basta per far rivivere dentro di me quello che le sue parole hanno detto.

di Simona Cernicchi

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