Valle d'Aosta: vacanze d'alta quota
Valle d'Aosta - Agosto 2005 Sono
in Valdigne, in una paesino a 1.700 metri, a pochi chilometri
da La Thuile, da Morgex, dal Monte Bianco.
di Simona
Cernicchi
L'aria
rilassa le pelle ed apre ogni via respiratoria benché
l'ambiente naturale tutto intorno lasci... senza fiato.
I profumi, intensi e dolcissimi, fanno venir voglia di
investigare ogni arbusto, ogni pianta per capire da quale
di queste fuoriescano. La montagna è magica, non solo
d'inverno. Il tempo quest'anno non è dei migliori, ma
ci si incammina lo stesso verso paesaggi unici. Per due
notti ha nevicato sulle cime dai 2.300 metri in su, una
neve fuori stagione che gli abitanti del posto dicono
"porterà il sole". Un giro intorno al Lago di Arpy (quando
non è assediato da troppe persone) regala mille prospettive
e un tuffo nel mondo dei sogni. Da qui, una camminata
fino al Colle della Croce (2.381 metri) offre un ragguardevole
panorama su alcune cime del complesso del Monte Bianco.
Da La Joux si raggiungono le tre Cascate del Rutor. La
Prima, più facilmente percorribile a piedi, si lascia
guardare da lontano, mentre la Seconda e la Terza richiedono
un maggiore sforzo per arrivare ma permettono di trovarsi
ad un passo dall'acqua che scorre impetuosamente dalle
alte rocce, con gli spruzzi che bagnano ogni parte del
corpo. Dalla
Terza cascata ci si può avventurare sino al Rifugio Deffeyes
(2.494 metri), guardare il ghiacciaio che gli sta davanti
e magari fare una sosta per mangiare un bel piatto di
polenta o bere una cioccolata. Ma la Valle d'Aosta non
è solo escursioni (moltissime altre se ne possono fare
oltre e al di là di quelle sopra riportate), si possono
infatti visitare alcuni Castelli o fare un giro ad Aosta.
I Castelli più conosciuti (ad esempio: Fénis, Issogne,
Verrès) si concentrano lungo la Dora Baltea e sono appartenuti
per la maggior parte agli Challant. Aosta offre un salto
in un passato ancora più lontano e dinnanzi all'Augusta
Praetoria (primo nome della città fondata nel 25 a.C.
dal console Terenzio Marrone Murena) si comprende come
i Romani avessero conquistato tutto il mondo allora conosciuto.
Emozione unica nel suo genere è quella di attraversare
la Porta Pretoria, costituita da un doppio arco murario
fatto di enormi blocchi squadrati. Suggestiva la Collegiata
di S. Orso, in particolare il Chiostro del XII sec. composto
da colonne i cui capitelli mostrano decorazioni raffiguranti
motivi vegetali o animali, scene della vita di S. Orso
e dell'Antico e Nuovo Testamento. Meta
conclusiva è il massiccio del Monte Bianco. Giungendo
a Punta Helbronner (3.462 metri) con la funivia che parte
da La Palud, si vede (tempo permettendo) un panorama indescrivibile.
E' freddo (-2 ad Agosto), ma il Dente del Gigante è davanti
a me, così come scorgo in lontananza la cima più alta
delle montagne all'intorno, il vero e proprio Monte Bianco
e ancora più lontano il Cervino e il Monte Rosa. Un'altra
funivia (questa volta panoramica) mi tiene sospesa sul
Ghiacciaio del Gigante per poi arrivare fino all'Aiguille
du Midi e volendo in Francia, a Chamonix. Davanti ai miei
occhi, una vera Meraviglia. L'uomo è un microcosmo di
un macrocosmo ben più grande di lui ed è solo una piccola
parte di questo Tutto.
di Simona Cernicchi