Treviso: dichiarazione di maggioranza sull'alloggio
del Prefetto
riportiamo la seguente dichiarazione
di Bet Roberto Mazzer Edward
a cura di Abcveneto
A seguito del ricorso del Prefetto contro la delibera
legittimamente votata dal Consiglio Provinciale di Treviso
di vendere la villa cosiddetta "alloggio del Prefetto"
i sottoscritti capigruppo di maggioranza Mazzer Edward
e Bet Roberto esprimono quanto segue:
Innanzitutto manifestiamo la totale e decisa disapprovazione
per quanto ha fatto l'illustrissimo Prefetto, opponendosi
al volere dei cittadini Trevigiani che tutto il consiglio
provinciale rappresenta. Esprimiamo la vergogna per un'istituzione
che ormai rappresenta solo se stessa e che vuole solo
difendere i propri privilegi, senza tener conto delle
esigenze della Comunità trevigiana, scuole, strade e altre
opere pubbliche necessarie, saranno bloccate a causa del
mancato introito di denaro da parte della Provincia. Furono
offerti diversi alloggi in centro storico, cercando di
trovare una soluzione concordata, che venisse incontro
alle esigenze dell'istituzione Prefetto, con un danno
per la Provincia comunque di circa il 15 % del valore
dell'immobile, tutto ciò non è bastato, deliberammo allora
la vendita della villa considerando la permanenza del
Prefetto, quindi nessuno sfratto. Eppure oggi con un ricorso
fulmineo viene buttata via un'istruttoria, un'asta, un
procedimento di vendita di un immobile della Provincia
senza alcun fondato motivo. Vergogna! Vogliamo chiamare
in causa anche il magistrato del TAR che "inaudita altera
parte" firma un decreto di sospensione del procedimento
di vendita, poteva valutare con più attenzione la vicenda
magari chiedendo chiarimenti e aspettando un minimo di
contradditorio per capire la reale situazione, e invece
connivente con il i poteri forti statali ha mandato in
fumo decine di migliaia di euro dei nostri cittadini.
Vergogna!
Se il Prefetto non ritira il ricorso, se il 12 ottobre
quando si discuterà della sospensiva il TAR non ripristinerà
la legalità, sappiate che chiameremo in piazza migliaia
di cittadini, il popolo trevigiano non accetta soprusi
nè dai Prefetti nè dalla Magistratura. Il popolo Trevigiano
vuole le istituzioni al servizio dei cittadini e non a
difesa dei privilegi e delle caste, una grande manifestazione
popolare riporterà giustizia e legalità nella nostra Provincia.
Concludiamo ponendo una riflessione forte sull'utilità
odierna dell'istituzione Prefetto e riportiamo questo
scritto pubblicato nel 1944
"Via il Prefetto! Il Prefetto è una lue che fu inoculata
nel corpo politico italiano da Napoleone. L'Italia nuova,
preoccupata di rinsaldare le membra disiecta degli antichi
ex stati in un corpo unico, immaginò che il federalismo
fosse il nemico ed estese il sistema prefettizio anche
a quelle parti d'Italia, come le province ex austriache,
nelle quali la lue erasi infiltrata con manifestazioni
attenuate. Si credette di instaurare libertà e democrazia
e si foggiò lo strumento della dittatura. Perciò il delenda
Carthago della democrazia liberale è : Via il Prefetto
! Via con tutti i suoi uffici e le sue dipendenze e le
sue ramificazioni! Nulla deve più essere lasciato in piedi
di questa macchina centralizzata; nemmeno lo stambugio
del portiere. Il prefetto napoleonico se ne deve andare,
con le radici, il tronco, i rami e le fronde. L'unità
del paese non è data dai prefetti e dai provveditori agli
studi e dagli intendenti di finanza e dai segretari comunali
e dalle circolari ed istruzioni ed autorizzazioni romane....
Non temasi dalla distruzione alcun danno per l'unità nazionale.
L'accentramento napoleonico ha fatto le sue prove e queste
sono state negative: una burocrazia pronta ad ubbidire
ad ogni padrone, non radicata nel luogo, indifferente
alle sorti degli amministrati; un ceto politico oggetto
di dispregio, abbassato a cursore di anticamere prefettizie
e ministeriali. La distruzione della sovrastruttura napoleonica,
che gli italiani non hanno amato mai, offre l'occasione
unica di ricostruire lo Stato partendo dalle unità che
tutti conosciamo e amiamo; e sono la famiglia, il comune,
la provincia e la regione. Così possederemo finalmente
uno stato vero e vivente."
Articolo scritto da Luigi Einaudi nella "Gazzetta Ticinese"
nel luglio del 1944, parole ancora oggi quanto mai di
attualità. Bet Roberto Mazzer Edward
a cura di Abcveneto