nu. 29 anno terzo¬ 1 agosto 2006 mensile online gratuito
Abcveneto, mensile online su treviso, il Veneto, il Triveneto e cosa fanno i Veneti dentro e fuori d'Italia nella cultura, nella fotografia, nel turismo, nel cinema, nell'arte etc...
rubrica

"Goffredo, ma quanto bene ti vuole la tua Ponte di Piave!"


Così pensavo -come si dice in modo semplice e popolare- tra me e me. E quando lo ha detto, con un più elegante eloquio, Franco Miracco, rappresentante della Regione Veneto, al pubblico presente nel tardo pomeriggio di lunedì 3 luglio nel giardino tra le piante, la scultura di Brancusi e la molta gente che occupava il suolo e lo spazio aereo affacciandosi dalle terrazze degli edifici attigui, che davano sullo stesso giardino dell'ultima residenza di Parise a Ponte di Piave, ora museo tranne una parte, che è la sede della biblioteca dello stesso paese, mi sono beata di questo sentimento condiviso. Poche amministrazioni comunali -ha continuato- sono riuscite a rendere grazie a un proprio 'cittadino' o meglio a chi ha esplicitamente scelto, senza esservi nato e cresciuto, la 'cittadinanza' di Ponte di Piave.

A cura di Sara Miriade

E in quel non ancora troppo afoso pomeriggio di inizio luglio c'era anche la parte più importante dell'amministrazione comunale ad esprimere la propria particolare e sincera riconoscenza, anche con la presenza fisica delle persone che ne fanno parte, come il sindaco, dr. Zanchetta Roberto, il vicesindaco, prof. De Bianchi Luciano e l'assessore alla cultura e alle politiche scolastiche, prof. Claudio Rorato.
La mostra (aperta per tutta l'estate fino all'8 ottobre , tutti i giorni, compresi sabato e domenica, dalle ore 15.00 alle 19.00, il mercoledì dalle ore 16.00 alle 22.00; unico periodo di chiusura dal 7 al 20 agosto; l'ingresso è gratuito e sarà naturalmente possibile visitare anche la casa museo) è allestita al piano superiore di casa Parise dove c'è anche la biblioteca che in quel giorno dell'inaugurazione è rimasta aperta e lo rimarrà per tutta la durata della mostra, grazie a un allestimento della stessa, come dire raffinato, originale e…salvaspazio. Sono state create delle pareti con delle tende bianche, che hanno fatto da sfondo alla collezione di foto, rigorosamente in bianco e nero, attaccate su una base di polistirolo, e agganciate all'asse che regge la tenda con dell'invisibile filo da pesca. Era come sentirsi abbracciati da Goffredo, di un abbraccio inafferrabile, ma intenso e caldo e calmo, quasi rassegnato e sempre un po' malinconico, come me lo immagino io quell'uomo che ho conosciuto solo attraverso le sue opere. Quelle foto sono una riedizione di una raccolta di Lorenzo Capellini dell'89, contenuta nel volume "Veneto Barbaro di Muschi e Nebbie", titolo ispirato da un articolo di Parise apparso il primo luglio 1983 sul Corriere della Sera. Il volume è stato riedito dalla Minerva Edizioni con il titolo Il Veneto di Goffredo Parise. Le immagini di Lorenzo Capellini nei racconti di Goffredo Parise in occasione del ventennale dalle morte di Parise. Capellini ha avuto modo di rinnovarci l'amicizia che lo legava allo scrittore vicentino, ritraendolo cogliendo le espressioni anche talvolta più buffe, come quella di Parise al Carnevale di Venezia, che guarda di profilo, inerme e velatamente corrucciato, una donna dalle bionde chiome, che accenna un sorriso a bocca stretta, ma fissa l'obiettivo, senza reciprocare con l'interlocutore che alla sua destra la contempla; o quella in cui incespica sulla neve dell'amata Cortina d'Ampezzo. E sì perché le vere foto fatte da amici non sono quelle della copertina di un magazine, ma quelle in cui si può vedere anche la quotidianità del personaggio, che tenta, che rincasa sfinito, dopo una giornata passata sulla neve, e i paesaggi che lui ama, come quella vetrina di cappelli o di cianfrusaglie domestiche in Calle della Mandola o quella scalinata che porta alla sua casa sul monte Pasubio. Ogni foto disvela e rivela una parte, la meno scontata, della personalità di Parise.
Graditissima è stata la macedonia di mirtilli e tutte le altre leccornie che l'amministrazione di Ponte di Piave ha offerto ai suoi ospiti nel giardino retrostante, quello su cui si affaccia il salone della casa-museo, che era aperta al pubblico. Pur avendola io visitata durante l'inaugurazione, nel marzo del 2004, ho voluto rivederla, ma ancor più ho voluto vedere ciò che non ero mai riuscita ad ammirare: la casa rossa o casa delle fate a Salgareda sulle grave del Piave, che Parise ha dovuto lasciare dopo un'operazione al cuore. Ad accoglierci c'erano i due nuovi acquirenti della casa, i signori Vidotto e Lorenzon, che non hanno esplicitato ancora bene il motivo per cui l'hanno acquistata, ma senz'altro per esprimere quell'amicizia e quell'affetto che -come ha voluto richiamare il prof. Rorato- sono due precipue parole dei Sillabari di Parise. Così, con i dovuti distinguo del paesaggio e del numero, come i dieci sciatori, protagonisti del racconto sull'Amicizia degli stessi Sillabari eravamo "tutti molto felici, in modo così bello da attribuire la ragione di questo sentimento non soltanto alle montagne color rosa, alla neve e al sole ma soprattutto ai" nostri "simili che in quel momento (un momento molto importante della loro vita)" eravamo "i dieci puntini colorati nella neve.


A cura di Sara Miriade


 

Segnala il sito
Tuo Nome


Tua Email


Nome Amico


Email Amico


a cura di Abcveneto

ABCVeneto®: sulla rete dal 1 marzo 2004