nu. 33 anno terzo¬ 1 dicembre 2006 mensile online gratuito
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PORTRAITS IN BLACK La diversità sotto l’ obbiettivo


“C’ è un soggetto, l’immigrato, il clandestino, e c’è un modo ormai quasi canonico di fotografarlo: imbarcazioni stracariche di corpi, occhi supplicanti, operatori sanitari e sociali accorsi ad aiutarli, centri di accoglienza affollati, spesso simili a prigioni. L’ immigrato si trasforma in una massa indistinta, priva d’ identità e di cultura. Come fotografare quindi gli immigrati evitando simili stereotipi? ”. http://www.comune.verona.it/scaviscaligeri/ritratti/mostra.htm

A cura di Abcveneto

Ecco cosa si domanda Gigliola Foschi nel presentare la mostra fotografica che si tiene al Centro Internazionale di fotografia Scavi Scaligeri ( Verona, Cortile del Tribunale) dal 15 ottobre 2006 al 7 gennaio 2007. Un appello, o forse, più che altro, il semplice desiderio di mostrare al pubblico “ bianco”, un soggetto “ nero” in tutti i suoi aspetti squisitamente umani. Un mondo diverso, più colorato, un mondo ( e a qualcuno questo stupirà di sicuro ) fatto di principi ferrei, di solidarietà, ma soprattutto di tante, tante speranze. Ecco dunque i protagonisti di questa favola fotografica: Marco Ambrosi, Matteo Danesin e Aldo Sodoma.
marco ambrosiTutti e tre hanno scelto come soggetto i membri della comunità religiosa pentecostale ( ovvero una particolare “ associazione religiosa” che crede nella forza vivente dello Spirito Santo e che è basata sul culto dello Spirito Santo stesso ), immigrati provenienti per lo più dalla Nigeria e dal Gana e ora residenti a Verona. Il primo artista che viene proposto è Marco Ambrosi e la sua poltrona in stile barocco. Le fotografie sono scattate in un semplice e improvvisato studio, caratterizzato da uno sfondo completamente nero e da una poltrona, posta al centro dell’ obbiettivo, in stile barocco. Si alternano giovani, neonati, uomini e donne adulti che si mostrano all’ obbiettivo sfoggiando il “vestito della festa”. Le foto infatti sono state scattate subito dopo la funzione domenicale, alla quale l’ intera comunità partecipa tutte le domeniche, nessuna esclusa ( chi di noi potrebbe dire lo stesso? Mah… ).
Curioso è sicuramente il modo in cui tradizione e modernità si uniscono in una sola persona: turbante, tipico delle zone occidentali dell’ Africa, e scarpe col tacco, tipiche della cultura europea; bambini vestiti con abito da sera; adulti con pantaloni coloratissimi, leggeri, con fantasie africane e maglietta della Nike… è un continuo susseguirsi di loro e nostro, di nostro e loro, quasi a voler dimostrare il desiderio di integrazione nel nuovo mondo senza però dover per forza perdere quello vecchio. Il secondo artista che viene proposto è Aldo Sodoma. Aldo SodomaEgli ha voluto cogliere i membri della comunità entro un ambito ristretto, quello familiare. Le sue fotografie hanno la particolarità di essere presentate a coppie e di ritrarre lo stesso soggetto colto però in due momenti diversi. Vedremo quindi ad esempio una coppia sorridente, felice che, tenendosi per mano, irradia una gioia calda, quasi affettuosa. Nella fotografia affianco ecco spiegato il perché di tanta felicità: un bambino bellissimo, paffutello che ammira l’ obiettivo un po’ incuriosito e un po’ spaventato, vestito con un turbante piccolissimo tutto colorato. Altre fotografie invece ritraggono le persone all’ interno delle loro attività lavorative che consistono per lo più in negozi di alimentari e oggetti utili alla casa o alla cura del corpo e del make-up. Anche in questo caso si può notare come i soggetti immortalati cerchino di mescolare all’ interno della propria quotidianità, elementi della terra d’ origine e elementi occidentali. Ecco perché quindi affianco ad alimenti tipicamente africani, si possano trovare tinte per i capelli all’ ultimo grido dei colori più svariati.

Matteo DanesinUltimo artista è Matteo Danesin, il quale ha scelto di fotografare i propri soggetti durante le funzioni religiose, cioè: il matrimonio e il funerale. Lacrime e gioia si alternano in queste particolari inquadrature. Ogni foto trasmette la totalità del sentimento immortalato…è come se ogni espressione venisse amplificata nell’ attimo in cui viene rinchiusa nella macchina fotografica. Ancora più interessante è il video creato dai tre artisti che racchiude le testimonianze di alcuni dei personaggi fotografati e soprattutto alcune scene di un matrimonio. Molto allegro e colorato, in cui la danza e il canto si fondono con l’ aspetto sacro della cerimonia; la sposa è vestita rigorosamente di bianco, lo sposo e gli invitati indossano lo smoking, mentre sia le damigelle che le altre invitate sono ricoperte da degli sfarzosi vestiti rosa. La cerimonia non si svolge in una chiesa, ma in una semplice sala addobbata. Pur vivendo in un luogo distante e diverso dal loro, queste persone cercano in ogni modo di mantenere le proprie tradizioni senza però mancare di rispetto alla nuova nazione che le ospita. Sono immigrati giunti qui per sfuggire dalle guerre che distruggono i loro paesi, sono giunti fin qui per crearsi una vita migliore, sono giunti fin qui per stare meglio… l’ unica cosa di cui hanno bisogno è: solidarietà.

Camilla Bortoluzzi

 

 

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