nu. 33 anno terzo¬ 1 dicembre 2006 mensile online gratuito
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Un francese a Venezia


Dall'11 novembre fino a domenica 11 marzo 2007, a palazzo Grassi a Venezia

a cura di Abcveneto

disegni di PicassoLa storia degli uomini a volte è molto strana: quando François Pinault ha comprato Palazzo Grassi, qualcuno subito avrà urlato (o magari pensato) allo scandalo, perché viene alla mente Napoleone e quello che ha fatto a Venezia. Anche se poi, baluginano due riflessioni successive: è vero che Napoleone ha depredato Venezia, ma i Veneziani non hanno fatto nulla per impedirglielo, anzi, hanno addirittura buttato in prigione l'unico soldato, che sparò contro le navi francesi che entravano nella laguna, dalle bocche di porto delle Vignole. Quindi, se Napoleone ha fatto quello che ha fatto a Venezia, è in particolare colpa dei veneziani che non hanno saputo difendersi. In secondo luogo, per uno strano caso della storia, François Pinault non ha tolto nulla a Venezia anzi, dopo aver comprato il 'fu' palazzo degli Agnelli, (nel 1983 a quel tempo divenne uno dei centri espositivi più prestigiosi di tutta l'Europa) sta facendo delle mostre grandiose, che certo gl'invidiano i suoi compatrioti, quindi con Napoleone, ha in comune solo la grandezza delle idee, non certo i risultati. Tutt'al più, si potrebbe dire, che non c'è stato nessun italiano che ha pensato di prendere il posto degli Agnelli, (ricordiamo comunque, a onor della verità e della giustizia, che il comune di Venezia ha una piccola partecipazione in Palazzo Grassi) perché i nostri miliardari preferiscono comprare solo squadre di calcio invece di palazzi-museo (diciamo però che anche François Pinault ha una squadra di calcio, ma non solo quella! visto che ha anche un teatro, il famoso teatro Marigny di Parigi). Ben vengano i francesi quindi, e monsieur Pinault è benvenuto, anzi, amato e stimato, visto il battaglione di fotografi e giornalisti che lo ha accolto il giorno dell'inaugurazione della mostra su Picasso. Per concludere le critiche, serviva un'altra mostra su Picasso?
Non ne sono forse state fatte tante, di mostre su Picasso, uno degli artisti più conosciuti della storia?

Anche qui, la risposta esce dall'ovvio: andate a vederla, e capirete perché c'era bisogno di questa mostra: dove è possibile vedere 250 opere di Picasso tutte insieme e tutte così belle?

E che cosa può insegnare ancora Picasso? Che cosa può dare a studiosi, studenti o semplici frequentatori di musei e gallerie d'arte?

Picasso può insegnare a tutti, la cosa più bella che ci sia e che è la vera essenza della vita: la joie de vivre, (come del resto si chiama questa mostra). È questo il tema più evidente che si 'respira' a Palazzo Grassi, la gioia di vivere... la gioia di vivere che dovremo riscoprire tutti, e se magari non ci riusciamo, perlomeno capire che cosa essa significhi.

Sono 250 opere, ma ricordiamo che coprono solo tre anni di vita di questo artista 'gigantesco', ovvero dal 1945 al 1948, gli anni del dopoguerra, quando certo si pensava forse poco alla gioia di vivere, visto la terribile guerra appena passata, ma i grandi artisti sono così, individuano subito ciò di cui ha bisogno l'umanità e te lo fanno sapere. Foto di SimaDobbiamo anche dire che questo è un periodo felice di Picasso, un periodo in cui esplora i grandi temi mitologici mediterranei, dalle ninfe ai fauni e oltre i quadri e i disegni è possibile vedere le sue ceramiche, piatti, vasi, caraffe che sono splendidamente modellate in forme nuove dalle sue mani preziose.

Corollario alla mostra sono bellissime foto di alcuni gradni fotografi come Colomb o Sima che hanno fotografato Picasso nel suo periodo di soggioro ad Antibes, perchè ricordiamo che gran parte di queste opere vengono dal museo di Antibes, dove c'è il museo a lui dedicato. Per concludere, è una mostra che ci fa conoscere anche la bellissima musa di quei suoi anni, Françoise Gilot, ritratta più volte in disegni e quadri e in certi disegni basta una semplice linea per darci il suo ritratto e anche da questi semplici disegni si capisce perché Picasso è Picasso...

Ma adesso basta parlare di Picasso, accenniamo inoltre che al primo piano di Palazzo Grassi c'è la collezione François Pinault, diciotto artisti contemparenei, che ognuno a proprio modo, incarnano una dinamica ritualizzata della corrente Pop Art: attraverso i miti della nostra società consumistica e della comunicazione di massa, questi artisti si soffermano a riflettere acutamente sulla nostra identità individuale, storica e geografica. Damien HirstDal famosissimo Damien Hirst, a Sara Lucas, ai fratelli Chapman e il nostro bravissimo Maurizio Cattelan, che forse è più conosciuto all'estero che da noi, (al punto che il suo cognome viene pronuciato all'europea, non alla veneta...visto che è nato a Padova nel 1960) che qui ha un'opera che con tragedia e candore, ci costringe a mettere in causa il nostro patrimonio visuale e culturale, sprofondato nelle ragnatele della pigrizia e delle italiche abitudini.

Insomma, per fortuna che c'è François Pinault a salvare, questa volta, il panorama artistico italiano contemporaneo, addormentato in piccole mostre e scarsa attenzione di investitori e artisti improvvisati che con l'arte hanno poco a che fare!

 

 

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