nu. 33 anno terzo¬ 7 dicembre 2006 mensile online gratuito
Abcveneto, mensile online sul Veneto e cosa fanno i veneti dentro e fuori d'Italia nella cultura, nella fotografia, nel turismo, nel cinema, nell'arte etc...
ultima ora

“Irrimediabile era il male del mondo, e con ciò il mio male”


Mercoledì 13 dicembre ore 21:00, Fondazione Benetton Iniziative Culturali Palazzo Bomben via Cornarotta, 7 - Treviso tel. 0422 512240 - fax 0422 512229 http://www.palazzobomben.it/

A cura di Abcveneto

In occasione dell’uscita del libro Amelia Rosselli tra storia e poesia di Silvia De March, edito da l’ancora del mediterraneo, mercoledì 13 dicembre alle ore 21:00, nell’Auditorium di Palazzo Bomben, l’autrice dialogherà con il critico letterario Andrea Cortellessa e con Andrea Zanzotto (autore della prefazione), in un incontro volto a far luce sulla vicenda umana della poetessa Amelia Rosselli, figlia del martire antifascista Carlo, morta suicida l’11 febbraio 1996.

Partendo dall’analisi di carteggi epistolari inediti e dalla testimonianza di amici intimi della Rosselli, che la conobbero e la frequentarono, Silvia De March ricostruisce la vita della poetessa nata nel 1930 in Francia, traendone spunto e ispirazione per una rilettura dell’opera poetica alla luce dell’esperienza biografica. Un’analisi che traccia un percorso mai tentato prima e che permette di disvelare nelle opere della Rosseli quei tratti di storia spesso ignorati a vantaggio di un’analisi meramente stilistica. «Ciò che si sperimenta qui è l’incontro di una realtà umana che, formatasi in una famiglia al centro della lotta antifascista, ne interpretò nella vita e nella poesia le caratteristiche fondanti. Tutta l’opera di Amelia resterà in un certo senso carica di mistero perché, passata per varie fasi relativamente corrispondenti al mutare di situazioni storiche, si esplica ben al di là dei limiti di un’indagine pur necessariamente basata su questi dati…si deve essere grati a Silvia De March che ha saputo darci un ritratto “quasi” completo di Amelia nelle sue varie prospettive, mettendone in rilievo la “lotta contro il male del mondo”. Emerge inoltre, la terribile attualità di questa lotta che s’impone anche per le nuove generazioni…questo lavoro ha un valore eccezionale, forse perché animato da una relativa consonanza del pensiero e della sensibilità». [dalla prefazione di Andrea Zanzotto].

Informazioni: tel. 0422 512200, info@palazzobomben.it Ingresso libero

Amelia RosselliAmelia Rosselli (1930 – 1966). Nacque a Parigi, da Carlo Rosselli, uno dei capi italiani della Resistenza antifascista, e da Marion Cave, un'attivista cattolica irlandese. Nel 1929, dopo essere scappato da una prigione fascista, Carlo Rosselli si spostò in Francia con la sua famiglia, dove nacque Amelia. Nel 1937, fu assassinato, e dopo l'occupazione nazista della Francia, nel 1940, Amelia, la madre ed i fratelli si spostarono prima in Inghilterra, poi negli Stati Uniti. Lì Amelia frequentò il liceo, studiando l'italiano d'estate. Nel 1946, tornò in Italia, ma poiché non le vennero riconosciuti i suoi studi, tornò in Inghilterra, dove studiò musica e composizione. Nel 1948, si spostò a Firenze, e dopo la morte della madre, iniziò a tradurre dall'inglese per la casa editrice Edizioni di Comunità. Ma lo stress del lavoro, la morte della madre ed i suoi studi intensi, le causarono un esaurimento nervoso, e nel 1969 le fu diagnosticato il morbo di Parkinson. Nonostante i suoi problemi, Amelia Rosselli continuò a studiare musica ed etnomusicologia ed iniziò un'amicizia intensa con lo scrittore Rocco Scotellaro, che più avanti le presentò Carlo Levi. Nel 1963, apparsero ventiquattro sue poesie nella prestigiosa rivista letteraria Il Menabò, curata da Italo Calvino.
L'anno successivo uscì la sua raccolta di poesie, Variazioni belliche, edito da Garzanti. Nel 1981, uscì Impromptu, un poema lunghissimo diviso in tredici sezioni, e nel 1983, Appunti sparsi e persi, scritti tra il 1952 e il 1963. Molti dei suoi racconti in prosa, uscirono invece nel 1968, con il titolo Diario ottuso. La capacità di questa scrittrice di passare dall'italiano al francese, all'inglese, emerge nelle sue raccolte di poesie, un’antologia delle quali, è uscita con il titolo di Antologia poetica, pubblicata da Giacinto Spagnoletti, nel 1987. Apprezzata da molti illustri scrittori, è sempre rimasta una sorta di straniera nel panorama culturale italiano ed una scrittrice solitaria. Amelia Rosselli ha vissuto gli ultimi anni della sua vita a Roma, dove è morta suicida nel 1996.

Silvia De March (Treviso, 1979) attualmente insegna italiano e storia presso una scuola superiore. Collabora con “La Tribuna” di Treviso nelle pagine di cronaca, economia, cultura. Collaborazioni varie on-line con “Peacereporter” e “Eurasia”.

Andrea Cortellessa (Roma, 1968) studioso di Andrea Zanzotto e Amelia Rosselli, è dottore di ricerca in Italianistica presso l'Università "La Sapienza". Ha pubblicato il volume Le notti chiare erano tutte un'alba. Antologia di poeti italiani nella prima guerra mondiale (Bruno Mondadori, 1998) e per "Einaudi Tascabile. Saggi" il saggio-biografia Ungaretti. Collabora con numerose riviste letterarie e con "Alias", "L'Indice", "l'Unità", il mensile "Poesia".

Andrea Zanzotto (Pieve di Soligo - Treviso, 1921). Laureatosi in lettere all'università di Padova nel 1942, Andrea Zanzotto è unanimemente considerato dalla critica come uno dei più importanti poeti del secondo Novecento (Premio Viareggio 1979, Premio Librex-Montale 1983, Premio "Feltrinelli" dell'Accademia dei Lincei 1987 per la poesia). Nelle sue prime opere, Dietro il paesaggio (Mondadori, Milano 1951), Elegia ed altri versi (La Meridiana Milano, 1954), Vocativo (Mondadori, Milano1957), Zanzotto ritorna con continua passione sui fiumi, sui boschi, sui cieli, sulle stagioni dell'amata campagna veneta. Con le IX Elogie (Mondadori, Milano, 1962), Zanzotto sposta il suo discorso poetico sulla nuova realtà industrializzata e consumistica: un ossessionante viaggio attraverso l’oscuro e delirante mondo contemporaneo che porta ad abbandonare le linee luminose dei paesaggi dei primi libri, per descrivere un inferno lucido, meccanico e sconvolgente. Una serie di mirabili invenzioni verbali si ritroveranno nelle opere successive La beltà (Mondadori, Milano, 1968) e Gli sguardi i fatti e Senhal (Tip. Bernardi, Pieve di Soligo, 1969), dove Zanzotto, avvalendosi delle tecniche di esplorazione psicologica, compie un viaggIo nelle profondità del mondo interiore. Il rimescolio sempre più originale e vorticoso di materiali linguistici prosegue nelle raccolte: da Pasque (Mondadori, Milano, 1973) a Filò (Edizioni del Ruzante, Venezia, 1976), in antico dialetto trevigiano, a Il galateo in bosco (Mondadori, Milano, 1978) è un continuo alternasi di latino, provenzale, formulari dei "mass media", dialetto veneto e "petèl".
Tra le opere di Andrea Zanzotto vanno ancora ricordate, in epoca più recente, Fosfeni (Mondadori, Milano, 1983) e Idioma (Mondadori, Milano, 1986). Zanzotto ha scritto anche prose, tra il narrativo, l’elegiaco, e il descrittivo: Sull’altopiano (Neri Pozza, Venezia, 1964); edizione ampliata col titolo Racconti e prose (Mondadori, Milano, 1990). Nell'autunno '99 è stato pubblicato da Mondadori il volume che raccoglie Poesie e Prose.

 

Segnala il sito:
Tuo Nome: Tua Email: Nome Amico: Email Amico:
Powered by
Risorse Internet

a cura di Abcveneto

ABCVeneto®: sulla rete dal 1 marzo 2004