nu. 33 anno terzo¬ 17 dicembre 2006 mensile online gratuito
Abcveneto, mensile online sul Veneto e cosa fanno i veneti dentro e fuori d'Italia nella cultura, nella fotografia, nel turismo, nel cinema, nell'arte etc...
ultima ora

Un presepe universale alla scuola dell’infanzia della parrocchia di Paese


Un presepe da vivere e non solo da guardare.

A cura di Mariano Berti

Con questo proposito i genitori dei bambini della scuola dell’infanzia “San Giuseppe” di Paese, coordinati da Dimitri Favero, hanno riproposto il mistero della nascita di Cristo all’interno del parco giochi. Non uno spettacolo, ma una rappresentazione all’insegna della multiculturalità, ancor più bella e più ampia dello scorso anno, da vedere soprattutto di sera per l’avvicendamento dei giochi di luce, tale da procurare una sensazione mistica e magica insieme. L’allestimento è visibile da Via degli Impianti Sportivi, di fronte allo stadio di Rugby, piazzale del mercato. I multietnici personaggi sono rappresentati da sagome lignee, magistralmente decorate a tratti semplici ma efficaci, secondo il modo di vedere dei bimbi. Fanno da sfondo le scene del paesaggio della Palestina. Sul parterre si nota una larga strada bianca e un ponte di legno transitabile dai bambini, percorrendo il quale si arriva alla capanna di Betlemme. Sì perché questo presepe è stato concepito per essere vissuto e non come un’opera statica.

presepe di Paese“I veri protagonisti sono i bimbi della scuola dell’infanzia – ci spiega la direttrice, Suor Lina Cavasin – Si deve entrare nel presepio e non rimanere solo spettatori, occorre lasciarsi coinvolgere dal Mistero che viene”. I bambini invece hanno bisogno di sperimentare, di toccare con mano, di leggere gli eventi dal di dentro. “Con la loro innocenza – aggiunge Suor Lina – arrivano prima degli adulti, proprio per la loro ingenuità e purezza d’animo”. Quello di Paese è un presepio all’insegna della multiculturalità, secondo il progetto della scuola, che è accogliente nei confronti di tutti, a prescindere dal colore della pelle, dalla cultura e dalla religione. A qualcuno i presepi danno fastidio, ne hanno già parlato le cronache natalizie dello corso anno, ma anche quest’anno non mancano le prese di posizione contro. Sono le contraddizioni che emergono in chi pensa che si possa fare senza riferimenti, religiosi o culturali che siano. In altre parole non sono gli altri a chiederci di cambiare in casa nostra la nostra stessa identità, ma sono le nostre abiure a lasciare spazio ed agevolare rivendicazioni che non ci appartengono e nemmeno ci rispettano. La rinuncia ai presepi maschera povertà d’animo e culturale oltre che rappresentare la capitolazione di fronte ai radicalismi. In compenso esibiamo la nostra ricchezza economica, come se questa non offendesse nessun diseredato tra le migliaia che raggiungono il nostro paese.

Il presepio non disturba più di un turbante, di un velo islamico o d’altri simboli che contraddistinguono i vari popoli, emblemi civili, culturali e religiosi insieme. Il presepio dona un messaggio di pace, di comprensione e di fraternità. Non è con i veti o con le intolleranze che si forma la civiltà dei popoli, ma con la costruzione del presepio universale. A ciò non c’è alternativa. È esattamente quanto vuole esprimere, nel suo piccolo, il presepio della scuola materna parrocchiale di Paese. Un messaggio che invita ognuno a fare la propria parte in questa direzione.

 

Segnala il sito:
Tuo Nome: Tua Email: Nome Amico: Email Amico:
Powered by
Risorse Internet

A cura di Mariano Berti

ABCVeneto®: sulla rete dal 1 marzo 2004